La vera ricchezza
Testo: Ecclesiaste 5:10-12
Il conflitto tra Dio e Mammona ha radici profonde che partono dalla caduta di Adamo, e non è destinato ad esaurirsi, almeno fino a quando il mondo presente non passerà; assodato questo, è compito di ogni uomo ricercare la vera ricchezza, e la Scrittura ci da molti buoni insegnamenti per farlo. Quanti pochi però sono, oggi come ieri, le persone disposte ad ascoltare e fare propri i consigli che vengono dalla Bibbia, cioè dal Signore!
Il libro dell’Ecclesiaste, o Qoelet, detto anche Libro della Sapienza di Salomone, contiene molte utili indicazioni per chi vuole veramente accumulare la vera ricchezza, e allo stesso tempo ci mette in guardia contro i pericoli che invece costituisce la ricchezza materiale quando diventa essa stessa idolo (Mammona) e finisce lei per possedere il suo detentore (il possesso che ti possiede), condizionandone l’esistenza in modo negativo, fino farlo perire.
Oggi ancora più di ieri, tutta la vita umana, la società attuale, ruota attorno al denaro, al possesso di denaro e di tutti i beni che con esso si possono ottenere. Guardando cosa accade attorno a noi, possiamo ben comprendere come Mammona stia vincendo la battaglia contro Dio nei confronti di questa generazione di uomini e donne, che, avendo rinnegato la fede nel Dio Eterno, hanno riposto le loro speranze sempre più in sé stessi e nel possesso della ricchezza.
La corsa alla ricchezza, la speranza di ottenere una grossa somma di denaro, magari con una vincita o con qualche altro mezzo non sempre troppo limpido, il desiderio di aumentare i propri beni ben oltre le proprie reali necessità, quotidiane e future, è un male che affligge sempre più persone.
Il possesso di denaro va di pari passo con lo status sociale; anzi il secondo tende sempre a dipendere più dal primo. Se prima un uomo colto, abile e coraggioso era apprezzato per queste sue qualità, oggi gli uomini di successo sono misurati sempre più e soltanto dal loro conto in banca, e dai beni materiali che con esso si è potuto comprare.
Ciononostante, i beni materiali non danno la felicità e non garantiscono un futuro sereno. Ecclesiaste ci ricorda che: “Chi ama l'argento non è saziato con l'argento; e chi ama le ricchezze non ne trae profitto di sorta”. Questa affermazione, che a prima vista può sembrare paradossale, in realtà contiene una profonda verità, ben conosciuta da tutti, ma a quanto pare soltanto a parole, perché se il detto “il denaro non dà la felicità”, risuona sulla bocca di molti, nel cuore di queste stesse persone, molto spesso, si cela ben altro, e queste parole sono simili all’uva acerba della volpe, come magra consolazione di non avere quel denaro o quella ricchezza che magari possiede il vicino di casa o il datore di lavoro.
Così, nonostante l’uomo sia consapevole che la felicità non può essere trovata nella ricchezza, egli si affanna ugualmente per accumulare più beni possibili. Quando però ha realizzato questo, al prezzo di molti sacrifici, non solo materiali ma spesso anche spirituali e sociali, perché chi volge il proprio cuore ad accumulare denaro, finisce per ignorare ogni altro legame con coloro che lo circondano, così che il suo cuore inaridisce, diventa timoroso e sospettoso verso gli altri, per paura che gli possano portare via il suo denaro, perché il denaro “si impossessa del suo possessore” e lo trasforma in una belva famelica. Più una persona accumula denaro, più desidera accumularne, e diventa a sua volta oggetto di desiderio da parte degli altri concorrenti: “Quando abbondano i beni, abbondano anche quelli che li mangiano”, e quello di possesso di chi ancora tale ricchezza non la possiede, specialmente quando quest’ultimi vivono in condizioni di precarietà a causa delle numerose crisi che periodicamente colpiscono il nostro mondo, ormai caduto schiavo di Mammona. Assistiamo infatti che più la crisi, che colpisce l’umanità, si accentua, più le persone sono stimolate a ricercare nei beni di questa vita la sicurezza per un futuro sereno, futuro che purtroppo non potranno trovare nel denaro.
La Scrittura, infatti, ci insegna che chi si affanna per cercare nelle ricchezze materiali la felicità, non la troverà mai, perché la ricchezza materiale non è in grado di appagare il cuore degli uomini: “Dolce è il sonno del lavoratore, abbia egli poco o molto da mangiare; ma la sazietà del ricco non lo lascia dormire”, ci ricorda ancora Qoelet.
Chi ci può donare la vera ricchezza allora? Soltanto Gesù ci offre gratuitamente i beni che arricchiscono veramente il cuore e danno serenità all’anima. Egli conosce perfettamente che cosa occorre all’uomo e ci dona generosamente ciò di cui necessitiamo ogni giorno della nostra vita; l’unica cosa che dobbiamo fare, cari fratelli in Cristo, è di rivolgerci a lui con fede in preghiera, e affidare la nostra vita alla sua sapiente guida, quindi le nostre mani e il nostro cuore saranno ricolme di vera ricchezza, sia materiale sia spirituale. AMEN