La via della fede
Testi: Matteo 20:1-16 Isaia 42:16-17
Cari fratelli in Cristo, noi possiamo paragonare la fede nel Signore Gesù Cristo ad un cammino, un lungo cammino che ha inizio quando ci rendiamo conto che Lui ci ha chiamati a servirLo, e termina soltanto quando lasciamo questo mondo.
Termina nel senso che, dopo che noi saremo giunti al cospetto di Dio, non sarà più per fede che cammineremo, ma vedremo in quel tempo con i nostri occhi, le cose cui prima abbiamo creduto.
Fino allora però dobbiamo continuare a camminare, giorno dopo giorno, un passo dopo l'altro, verso la perfetta fede nel Signore.
Purtroppo questo non è un cammino facile, al contrario esso è disseminato d'insidie, di difficoltà, di trabocchetti, e di sviamenti d'ogni genere;
soprattutto è un cammino costellato di dubbi, perché noi siamo come dei ciechi che procedono sulla parola di qualcuno che li guida, come dei viandanti che camminano nel buio della notte su di un terreno che non conoscono e che non sanno quali incognite riserverà loro.
Davanti a tutte queste difficoltà, troppo forte è la tentazione di ritornare indietro sui nostri passi, su una strada conosciuta ed illuminata dalla luce del mondo; un mondo che ci fa apparire i suoi sentieri facili e desiderabili da percorrere, mentre per contro, ci presenta la via del Signore come piena di difficoltà insormontabili.
Quanto è grande la nostra fede?
Quanto è profonda e solida?
Avete mai provato a camminare al buio?
Ecco, ognuno di noi quando si affida alla propria fede nel Signore cammina non secondo quanto vedono i suoi occhi, che per questo potrebbero anche essere ciechi, perché inutili nel cammino del Signore, bensì ognuno di noi cammina secondo il proprio cuore.
Chi di noi ha mai visto Dio con i suoi occhi? Nessuno di noi credo, eppure ciascuno di noi ha percepito intimamente la presenza di Dio per mezzo del proprio cuore, al punto di credere in Lui e di seguirlo sul cammino del Signore, per fede soltanto.
Il cammino della fede però è lungo e faticoso, nessuno di noi può sperare di percorrerlo solamente con le proprie forze, cercando disperatamente di arrivare fino alla fine il prima possibile, per poi poter aprire gli occhi dall'altra parte, come accade quando attraversiamo una stanza buia nella nostra casa per arrivare in una illuminata, basandoci sulla nostra conoscenza del percorso e degli ostacoli che ci sono.
Il cammino della fede rimarrà buio e difficile da percorrere per tutti coloro che non si abbandonano alla Parola del Signore con tutto loro stessi, lasciandosi guidare da Lui totalmente.
Avere fede nel Signore significa: porre la nostra vita totalmente nelle sue mani;
significa: abbandonarsi a Lui con tutto noi stessi, senza compromessi, senza parzialità, senza riserve.
Soltanto allora saremo arrivati dall'altra parte, alla fine del cammino dove ci aspetta Gesù.
Ma prima di giungere a quel punto la strada da fare è lunga, e non è mai facile da percorrere.
Quanti si perdono per la via?! Il Signore ce l'ha detto chiaramente: (Mt 7:13-14) “Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. Stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano.”
Chi Può entrare per la via stretta allora? Soltanto coloro che il Signore ha Eletto!
Siamo anche noi tra questi?
Chi di noi non si è mai posto questa domanda almeno una volta nel corso della sua vita?
Nel nostro cammino ci siamo certamente domandati se stiamo facendo la cosa giusta, se il nostro agire, pensare e parlare è conforme al volere di Dio, o se non siamo piuttosto guidati dal desiderio del mondo.
Spesso nel nostro cuore si insinua il dubbio: sto facendo la cosa giusta per piacere al Signore? Mi sto comportando secondo le sue attese, o non seguo piuttosto i miei desideri?
Amo veramente Dio con tutto il mio cuore, tutta la mia mente e tutte le mie forze?
E poi amo il mio prossimo come me stesso?
Di fronte a questa immane prova le nostre forze vengono meno, sentiamo di non farcela e ci prende la paura del buio attorno a noi, per un attimo non sentiamo più la voce del Signore che ci guida e ci sentiamo perduti...
A chi non è successo questo almeno una volta?
Poi però comprendiamo che la via della fede non possiamo percorrerla da soli, perché non ne abbiamo la forza, e che non dobbiamo cercare la luce con gli occhi, ma affidarci a quella del cuore e lasciarci guidare, perché il Signore è sempre lì accanto a noi, e ci dice di fare un altro passo avanti.
Alziamo allora il nostro piede, allunghiamo la gamba tremante, e così sentiamo d'aver fatto un altro passo del nostro cammino di fede, così come ci aveva detto il Signore, un altro passo verso la piena fede in Lui.
Da soli con ce l'avremmo mai fatta, quando ci rendiamo conto di questo scopriamo che ci siamo avvicinati ulteriormente al Signore; e così un passo dopo l'altro, con tanta fatica, ma con tanta gioia nel cuore dopo averlo compiuto.
Tutto però si gioca sulla fede, fratelli, fintanto che io credo di dovere e poter fare da solo, non procedo in nessun modo sulla via del Signore, anzi rischio di tornarmene indietro verso la via del mondo.
Gesù ci ha salvati con il suo sacrificio, soltanto lui poteva farlo, nessuno di noi può salvarsi con le sue forze, o se vogliamo con le sue opere, allora noi da soli non possiamo fare nulla, neanche camminare sulla strada tracciata dal Signore.
No fratelli, da soli noi non possiamo raggiungere il Regno dei Cieli dove ci attende il Signore; se non è Lui a guidarci, saremo come ciechi, come persone che camminano al buio, e ci perderemo. Il Signore però ci può guidare soltanto se noi ci affidiamo totalmente a Lui.
Pensate a quando una persona sta per annegare e si dibatte disperatamente in acqua per non andare sotto, quando arriva il soccorritore deve però lasciarsi andare totalmente alle sue cure, altrimenti se continua ad agitarsi per la paura, rischia di far affogare anche il soccorritore trascinandolo giù con sé.
Così dobbiamo fare noi quando ci affidiamo alla parola dell'Evangelo: lasciarci guidare da lei senza paura e senza voler fare di testa nostra. Solo così il nostro salvatore Gesù Cristo potrà prenderci e portarci in salvo.
Spesso però il nostro dubbio è di non fare abbastanza per piacere al Signore, e ci preoccupiamo di dover fare questo e quell'altro, dicendo a noi stessi: “Come possiamo essere veramente credenti se non facciamo questo e non operiamo quell'altro?”
Ma quando diciamo così, chi è che sta parlando? E' veramente la voce del Signore che ci rimprovera per la nostra condotta, o non è piuttosto la voce del nostro ego che emerge?
Chi fa è maggiormente apprezzato di chi non fa, questo davanti al mondo almeno; così noi pensiamo sia la stessa cosa anche davanti a Dio.
Certo il Signore ci chiama ad agire, a lavorare nella sua vigna piuttosto che a poltrire nella piazza del paese, ma il fare o il non fare per il Signore assumono un valore ben diverso rispetto a quello che il mondo gli attribuisce.
Gli operai della parabola hanno ricevuto il loro salario, ma non commisurato ai criteri del mondo, bensì a quelli di Dio. Gli operai che hanno creduto di ricevere di più rispetto agli altri, per aver lavorato più a lungo, non hanno compreso che la ricompensa del Signore non è per la quantità di lavoro svolto, ma per aver semplicemente accettato di andare a lavorare nella sua vigna.
Gli operai della prima ora erano presuntuosi, pensavano che Dio gli dovesse qualcosa in più per ciò che avevano fatto in più degli altri.
Loro pensavano che il loro lavoro valesse qualcosa agli occhi di Dio, e per questo potessero vantare un credito nei suoi confronti.
Ma non è il Signore ad aver bisogno degli uomini, bensì gli uomini di Lui!
Dio nella sua potenza non necessita dell'opera dell'uomo, potendola fare da solo pronunciando una semplice parola, così come creò il mondo con la Parola.
Dio vuole soltanto la nostra fedeltà incondizionata, tutto il resto ce lo da Lui senza che noi dobbiamo nemmeno chiedere, perché Dio sa di cosa abbiamo bisogno prima ancora che noi lo chiediamo, e non lesina a concederlo ai suoi figli.
Allora cari fratelli in Cristo, tutto passa attraverso Gesù Cristo, noi passiamo attraverso di Lui;
lui è l'Alfa e l'Omega, noi siamo suoi e possiamo soltanto sussistere in lui.
Una sola cosa ci chiede di fare il Signore: avere fede in Lui; dopo di che, non ci dobbiamo più preoccupare di nulla, ma soltanto lasciarci guidare da lui, e Lui ci userà come strumenti per compiere la sua opera.
Ripeto, la sua opera, non la nostra, come spesso cerchiamo invece di spacciare le nostre azioni quando agiamo di nostra iniziativa per compiacere il nostro ego davanti agli uomini e al mondo.
Ricerchiamo il Signore con tutto il nostro cuore, la nostra mente e la nostra forza, affidiamoci a lui, e Lui ci guiderà sulla via che conduce al suo Regno;
quando sarà lui a guidare le nostre azioni, e non più il nostro ego, scopriremo che tutto quello che facciamo sarà più facile, e sarà coronato dal successo, perché opereremo sotto la benedizione del Signore.
Anche amare il nostro prossimo come noi stessi, la cosa più difficile da fare per un credente, perché per quanto uno di noi si sforzi di amare il suo prossimo come sé stesso, se cercherà di farlo con le sole sue forze, non ci riuscirà mai.
Se invece riusciremo prima ad amare Dio con tutto noi stessi, abbandonandoci con tutto il cuore alla sua volontà, allora, essendo lo Spirito Santo di Dio che agirà in noi e non più noi, riusciremo veramente ad amare anche il nostro prossimo.
Il cammino della fede verso il Signore è si lungo ed irto d'ostacoli, ma se impariamo a percorrerlo nel giusto modo, non da soli contando sulle nostre deboli ed inutili forze, ma lasciando che sia la potenza dello Spirito di Dio sopra di noi a condurci, e ad agire attraverso di noi, allora ogni cosa sarà possibile, e vedremo la potenza di Dio operare le cose meravigliose ed impensabili di cui ci annuncia il profeta Isaia: “Farò camminare i ciechi per una via che ignorano, li guiderò per sentieri che non conoscono; cambierò davanti a loro le tenebre in luce, renderò pianeggianti i luoghi impervi. Sono queste le cose che io farò...” AMEN