La vite e i tralci

Testo: Giovanni 15:1-11

 

Il Vangelo di Giovanni differisce dagli altri tre per una serie di aspetti, uno dei quali è proprio l’intimità con cui l’Apostolo ci presenta il suo e nostro rapporto col Signore Gesù Cristo, e quindi con Dio Padre. Giovanni era “il discepolo che Gesù amava” e conseguentemente aveva con lui un’intima condivisione, la stessa condivisione che lui ci trasmette nel suo Evangelo, e questo ci fa comprendere a pieno quale sia l’amore di Dio per noi, ma soprattutto ci mostra quale deve essere il rapporto che noi dobbiamo avere col Signore, che non è soltanto un rapporto di “sudditanza” (come ci si aspetta da un fedele col suo Dio), ma anche un rapporto di intima condivisione, di fraterno amore, di gioia filiale, insomma un rapporto di famiglia, potremmo dire noi oggi.

In questo brano Giovanni ci riporta un paragone che Gesù ha utilizzato per mostrarci il tipo di relazione che noi dobbiamo avere con Lui; un paragone molto familiare a noi tutti: la vite e i tralci. Possiamo dire che di tutte le piante coltivate, la vite è quella che esige maggior cura e che vite e tralci sono unititi, ossia fanno parte della stessa pianta, perciò i tralci non hanno vita propria, ma vivono soltanto grazie al nutrimento che ricevono dalla vite, che permette loro di portare il frutto della vite stessa.

La stessa cosa possiamo dire dei credenti, uniti con il Signore: così come i tralci sono gli strumenti per portare il frutto della vite, allo stesso modo i credenti sono gli strumenti di Dio per portare la Sua Parola al mondo.

Dio ha scelto di non portare direttamente il frutto al mondo, affinché non sia disprezzato, come fece Adamo nel giardino di Eden, quando si ribellò al suo creatore.

Allo stesso tempo però, Dio ha scelto di portare il frutto al mondo tramite i suoi fedeli, affinché non accada che gli uomini, o taluni di loro, ritornino a Lui solo per interesse o convenienza (cosa che avverrebbe se Dio si mostrasse già ora in tutta la sua potenza e gloria), bensì lo accettino per intima convinzione, e che la sua promessa di salvezza (mediante il suo figliolo Gesù Cristo) sia accolta per fede soltanto, stimolata dall’amore che sta alla base di ogni rapporto autentico.

Talora però accade che vite e tralci, non siano in perfetto collegamento ed armonia, infatti, i tralci possono anche essere separati dalla vite, e in quel caso non sono più strumenti per produrre frutto, ma si seccano e per loro non vi è che un unico utilizzo: essere gettati via nel fuoco.

Questo avviene ogniqualvolta i tralci non sono più utili per portare il frutto della vite, ossia non portano più buon frutto. Quando gli uomini non rimangono più in comunione col Signore, ma seguono altre strade, sedotti dalle molte lusinghe del dominatore di questo mondo, al pari dei tralci sono tagliati e consumati nel fuoco eterno.

Allora cari fratelli in Cristo, noi, in quanto discepoli di Gesù, in quanto tralci, dobbiamo preoccuparci di portare buon frutto affinché altri, e noi stessi, possiamo goderne, ma per poter fare questo dobbiamo rimanere sempre ben collegati alla vite, altrimenti seccheremo, perché non riusciremo a ricevere da questa il solo nutrimento che ci può sostenere. Se ci allontaniamo dal nostro Creatore, Colui che ci dona tutto in abbondanza, non riusciremo a mantenerci saldi. Lontani dal Signore non si ha pace vera, amore puro e sicura consolazione. Soltanto dimorando in Cristo il credente ha vita e porta frutto.

L’inganno maggiore del dominatore di questo mondo è quello di far credere agli uomini che staccandosi dalla vite, il tralcio possa vivere meglio che non rimanendo attaccata ad essa.

La Parola di Cristo è giudicata da molti come qualcosa di obsoleto, quando non anche una vera e propria menzogna (dal punto di vista storico e scientifico); studiosi o presunti tali non esitano ad affermare che la Bibbia sia un falso storico, pieno di incongruenze scientifiche. Gesù parlò della Legge di Mosè come di qualcosa che veniva da Dio, ma studiosi oggi affermano che tale legge non è mai stata data a Mosè, e così molte altre falsità, o “fake news” come si dice oggi, vengono diffuse da presunti uomini di fede (ma in realtà servi del Maligno) per allontanare gli uomini dalla Parola di Dio, per staccarli dalla vite di Cristo che li nutre, e molti uomini del nostro tempo danno retta a queste lusinghe e seguono queste strade che li condurranno alla morte e al fuoco eterno.

Questi sono come fiori recisi, che con i loro colori accattivanti appaiono molto belli in un vaso posto in casa, e per questo ricevono i complimenti degli occhi di chi li ammira; questa ammirazione però ha breve durata, perché dopo pochi giorni i fiori recisi appassiscono e si seccano e a questo punto sono gettati via, avendo esaurito il loro effimero ruolo.

Allo stesso modo avverrà a coloro che invece di rimanere saldamenti uniti alla vite di Cristo in una stretta comunione (simbiosi spirituale) si lasceranno traviare dalle dottrine del principe di questo mondo; per essi vi sarà soltanto la geenna di cui ci parla la Scrittura.

Allora cari fratelli in Cristo, consapevoli di quale benedizione sia il rimanere attaccati alla vite di Cristo, e per contro quale terribile destino toccherà ai tralci che verranno tagliati, ricerchiamo con tutto il nostro essere questa comunione spirituale col nostro Signore che ci garantirà di portare molto frutto, e un frutto duraturo che non verrà mai meno da qui all’eternità. AMEN