La volontà di Dio

Già in passato abbiamo spiegato che non esiste una prova cd “scientifica o storica” dell'esistenza di Dio, ma che, tuttavia, nella Bibbia un credente può trovare la conferma della sua esistenza se è disposto ad affidare a Lui la sua vita e lasciarsi guidare nella comprensione della Verità come rivelataci da Gesù Cristo.

Benché la Bibbia non sia, né un testo scientifico, né un testo storico, almeno non nel senso moderno del termine, oggi molti teologi lo trattano come se lo potessero studiare in questo modo, ovvero ritengono che la teologia sia una, scienza al pari delle altre, e come tale sia possibile studiare la Bibbia secondo un metodo “scientifico”.

Proviamo allora a fare un po' di chiarezza; i teologi dibattono su questioni del tipo: la Bibbia è “Parola di Dio”, oppure contiene soltanto la Parola di Dio?

La Bibbia è stata scritta nell’arco di tempo che va dal 1500 a.C. al 100 d.C., oppure in un arco di tempo più breve, dal 600ac (dopo la cattività babilonese) al 150dc?

Non c’è dubbio che se ci incamminiamo su questa strada rischiamo veramente di perderci perché, come capiremo in seguito, queste sono domande mal poste, che poco o nulla hanno a che vedere con la fede e l’uso cui Dio ha destinato la Scrittura.

Allora mettiamo da parte questi dibattiti, perché fuorvianti rispetto all’obiettivo che un credente deve perseguire, ossia la piena e perfetta conoscenza della volontà di Dio. Non ha importanza quando e chi abbia scritto materialmente la Bibbia; siamo certi che i 66 libri da cui è composta sono comunque opera di molti autori diversi e comunque in un arco di tempo di diversi secoli e che quindi, umanamente parlando, non sono l'opera di un singolo uomo che è vissuto in una precisa epoca, e questo basta per fornire una risposta certa alla domanda se Dio, attraverso lo Spirito Santo, abbia davvero ispirato la Bibbia.

Possiamo affermare che sì, Dio ha ispirato la Bibbia, e ne troviamo la prova al suo interno, nascosta agli occhi dei non credenti, ma palesata ai credenti per mezzo dello Spirito Santo, che rivela loro i contenuti biblici nascondendoli allo stesso tempo ai non credenti, come disse Gesù: “Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli.” (Mt 11:25) “Io sono venuto in questo mondo per fare un giudizio, affinché quelli che non vedono vedano, e quelli che vedono diventino ciechi” (Gv 9:39)

Cosa contiene veramente la Bibbia? Come ho detto, il dibattito se sia “Parola di Dio” o semplicemente se “contiene la parola di Dio” è fuorviante, quello che la Bibbia contiene veramente è “il volere di Dio”!

La Bibbia spiega in modo chiaro e inequivocabile (a coloro che credono) quale sia la buona e perfetta volontà di Dio e parimenti invita tutti gli uomini ad attenervisi, benché la maggioranza della popolazione umana sceglie di non credere, e anche quelli che dicono di credere, in verità non vi si attengono, così che Gesù dice che: “Poiché molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti”. (Mt 22:14).

Che cosa vuole Dio da noi? Questa è l’unica domanda che conta veramente e la risposta a questa domanda è contenuta nella Bibbia; ma dirò di più, proprio dalla risposta a questa domanda noi abbiamo la prova che Dio esiste veramente e che non è un'invenzione umana.

Nella Bibbia c'è un preciso messaggio che viene direttamente da Dio e che si trova ripetuto in ogni singolo libro della Bibbia, in forme diverse, con sfumature diverse, con accenti diversi, ma sempre lo stesso, e quindi comprensibile da ogni vero credente, da ognuno degli Eletti, poiché è dall'osservanza di quest'unica volontà di Dio che dipende la nostra Elezione, ossia la nostra speranza di vita eterna nel Regno dei Cieli; tutto il resto è corollario, regole etiche, e quindi umane, che però servono soltanto per questo tempo e non per l'Elezione, come spiega Gesù stesso quando dice: “Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini...”(Mt 15:9).

Vi è una grande differenza tra le norme etico-sociali della religione ebraico-cristiana, che pure vengono da Dio e devono essere osservate per una pacifica convivenza umana, e quello che Dio ci chiede per essere Eletti nel Regno di Dio. Purtroppo molto spesso religione e fede sono confuse e vengono erroneamente viste come interscambiabili. Si tratta di un tragico errore perché tra loro passa la stessa differenza che c'è tra un farmaco di provata efficacia (la fede) che può curare una malattia mortale, e un farmaco placebo (la religione), che è inefficace per guarire e che serve solo per consolare psicologicamente un malato incurabile destinato a morire.

Il Dio vero, quello che salva, è il Dio della Bibbia, il dio placebo invece è quello che gli uomini del nostro tempo, le chiese secolarizzate e la società civile, si sono costruiti a loro piacimento per soddisfare un bisogno psicologico, ma che non ha alcun potere per la salvezza dell'anima, semplicemente perché è un dio che non esiste, è un pallido riflesso del Dio vero, e che quindi è utile solo per questa vita.

Oggi purtroppo il dio placebo va molto di moda perché è il dio che si piega alle esigenze dell'uomo e non più il Dio cui l'uomo deve essere sottomesso, ossia il Dio biblico.

Veniamo però al messaggio di Dio, quello biblico, quello ripetuto in ogni suo libro e anche quello che prova al credente l'esistenza di Dio e che la Bibbia è la sua volontà piena e perfetta.

Poiché, come ho già detto, lo troviamo ripetuto in ogni libro della Bibbia, cominciamo proprio ad esaminalo dal primo libro in cui è presente, ossia la Genesi; ecco i passi dove lo possiamo trovare:

E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra. Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.” (1:26-27) “Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato.” (2:8) “Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo costudisse. Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti»” (2:15-17). “Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.” (3:1-7) “Il Signore Dio disse allora: «Ecco l'uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell'albero della vita, ne mangi e viva sempre!»” (3:22)

Il racconto di Adamo ed Eva è un’allegoria della condizione umana; non è un racconto storico nel senso moderno del termine, così come non lo è quello della creazione in sei giorni, ma un adattamento per un uditorio di pastori e agricoltori di ciò che è accaduto in un lontano passato, quando l'uomo viveva al cospetto del suo creatore, prima della sua ribellione,

Il racconto ci spiega molto bene cosa è successo, ed è alla base di tutto il nostro futuro rapporto con Dio.

Tradotto in termini a noi più comprensibili, possiamo capire che Dio ha creato l'uomo dal nulla, dalla polvere appunto, però lo ha anche creato a sua immagine, ossia Dio ha destinato l'uomo ad occupare una posizione privilegiata rispetto a tutto il resto del creato, infatti, Dio concede all'uomo il dominio su tutto il creato. Si tratta di un dominio che però è solo “delegato”, ossia concesso per grazia e volontà di Dio, che non pone per questo l'uomo al pari di Dio. Se lo paragoniamo ad un moderno contratto, possiamo definire l'uomo un “comodatario di un appartamento”, cioè concesso in uso gratuito, che però rimane di proprietà di Dio. L'uomo quindi ne può sì disporre, però entro i limiti fissati dal proprietario.

Quali sono questi limiti? In verità Dio pone un unico limite all'uomo, che nel racconto viene definito come il divieto di mangiare il frutto dell'albero del bene e del male, pena la morte. È chiaro che la conoscenza del bene e del male qui sono intese come il potere di autodeterminarsi, ossia il potere di Dio. Dio non concede questo potere all'uomo, non lo concede a nessuno, perché Dio è Dio e tutti gli altri sono creature a lui sottoposte.

Il serpente che rappresenta il diavolo, l'avversario di Dio che lo sfida, qui fa la sua comparsa e la sua prima azione è quella di mentire, di ingannare, (Satana infatti viene definito da Gesù come “il padre della menzogna”!). Che tipo di inganno fa il diavolo? Mente! Però nasconde la sua menzogna tra due verità, in modo da renderla credibile, poiché se mentisse e basta verrebbe subito scoperto, invece lui si presenta all'uomo (in questo caso alla sua parte femminile) e afferma due verità; 1° se mangi il frutto non morirete affatto; 2° si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male.

Il diavolo gioca sull'ingenuità dell'uomo; dice una verità quando afferma che il frutto non è velenoso e mangiandolo non sarebbe morto, infatti l'uomo mangia e non muore, anzi il frutto è invitante. Dice una verità quando sostiene che mangiando conosceranno il bene e il male, ciò avranno il potere di discernimento e di giudizio, che Dio aveva riservato a sé stesso. Ma ecco che tra queste due verità si nasconde la grande bugia; la morte segue veramente perché è la conseguenza del peccato di ribellione all'ordine di Dio, e la violazione di quell'ordine ha un preciso significato perché equivale a mettere in discussione il ruolo e il potere di Dio, che Dio tiene per sé e non condivide con nessun altro, né con il diavolo, né tantomeno con l'uomo!

Dio si rende conto del tradimento e ammette che: “l'uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male”, così prende il drastico provvedimento di limitare la vita dell'uomo non stenda più la mano e non prenda anche dell'albero della vita, ne mangi e viva sempre!

Qual è dunque il messaggio che Dio invia all'uomo racchiudendolo e ripetendolo in ogni libro della Bibbia? Detto in parole semplici, brutali e molto dirette eccolo: “Io sono Dio e tu uomo non sei che polvere! Io ti ho dato la vita e Io ho il potere di darti la morte! Ti sei ribellato a me cercando di diventare tu stesso dio, allora il frutto della tua ribellione è la condanna a morte certa. Io non ammetto nessun altro al mio cospetto, nessuno che insidi il mio essere Dio; non avrai altri dei al mio cospetto, né ti farai tu stesso dio, fosse anche soltanto innalzandoti sopra gli altri tuoi simili. Ecco io ti comando di amarmi con tutto il tuo cuore, la tua anima, il tuo corpo, ti comando di metterMi al primo posto della tua vita, di restare a me sottomesso in ogni mio volere perché Io solo posso ridarti la vita facendoti grazia del tuo peccato di ribellione, se accetterai di ritornare a me con tutto il tuo cuore, di amarmi e lasciarti amare come un tempo, io dimenticherò il tuo peccato e ti riaccoglierò nel nuovo Eden che ho creato per mezzo del mio figlio Gesù Cristo. Ma se tu ti ostinerai a ricercare la tua gloria per metterti al mio posto, tu non sarai perdonato, e al termine dei tuoi giorni terreni ritornerai in polvere. Io sono Dio e tu non sei che una creatura; ora che hai conosciuto la differenza tra il bene e il male, scegli dunque il bene e rigetta il male. Il bene è rimanere a me sottomesso come un figlio amato dal padre perché rispettoso in tutto della sua volontà; il male è cercate la tua gloria di uomo sopra gli altri uomini per contendere con me!”

Non credo ci sia altro da aggiungere, se non vedere come questo provi che il messaggio sia veramente da Dio e quindi la sua esistenza; se fosse un messaggio umano, cercherebbe la gloria e l'interesse umano. È evidente che nessuno conserverebbe e trasmetterebbe la prova della sua colpevolezza; sarebbe un pazzo a farlo, invece essendo Dio che lo fa attraverso i suoi servi fedeli, allora la Bibbia continua a dare testimonianza a Dio, una testimonianza che però è contro gli uomini di ogni generazione che non accettano di tornare a Dio. Dio Padre o Dio Creatore, non c'è differenza; chi è sottomesso perché ama o chi è sottomesso (ubbidiente) perché teme o per senso del dovere o di gratitudine, alla fine il risultato è uguale: “Io sono Dio e voi non siete che polvere!”

Quando ammetto e accetto questo, sono perdonato dal Dio e riammesso alla sua presenza nel Regno Eterno; quando mi ribello allora affronto la morte.

Ma io so che questo messaggio è vero, che viene da Dio e che quindi, oltre a ciò che è scritto e raccontato dai diversi autori biblici, ognuno dei quali ha usato il suo sapere e il suo stile, tutti hanno scritto ciò che l'Unico Spirito di Dio ha detto loro e quell'unico Spirito ha confermato e continua a riconfermare lo stesso messaggio cui l'uomo deve conformarsi “Io sono Dio e voi siete solo polvere, o rimanete con me e in me, o in polvere ritornerete; io sono la vite e voi siete i tralci...”, non ci sono altre strade.

Tutto il resto, a cominciare dal dio placebo, è l'ennesimo inganno del diavolo che confonde le menti umane nascondendo la sua menzogna tra due verità, sperando che l'uomo cada di nuovo nel suo antico inganno, e purtroppo molto spesso il Male riesce nel suo intento, riesce ad ingannare milioni e milioni di uomini che fidando nel loro “dio placebo” continuano imperterriti sulla strada della loro ribellione all'Unico vero Dio, facendosi loro stessi dio.