L'autorità e l'amore
Testi: Romani 13: 1-7; Matteo 5: 43-48.
Nella sua lettera Paolo si rivolge alla comunità cristiana di Roma esortandola al rispetto dell’autorità, spiegando che è il volere di Dio che si stia sottomessi all’autorità terrena: “chi resiste all’autorità si oppone all’ordine di Dio; quelli che vi si oppongono si attireranno addosso una condanna”.
In un altro passo della scrittura l’apostolo Pietro (1° Pt 2: 13) ci dice: “siate sottomessi, per amore del Signore, ad ogni umana istituzione: al re, come al sovrano; ai governatori come mandati da lui per punire i malfattori e per dare lode a quelli che fanno il bene”.
Il rapporto tra la fede in Cristo e l’autorità terrena in effetti non è mai stato facile.
A cominciare dal rapporto tra Gesù Cristo e l’autorità romana che occupava la Palestina del tempo che, anche se non manifestamente ostile (da parte dei romani), porterà comunque all’avallo della condanna di Cristo alla croce pronunciata dal Sinedrio.
Seguono poi le persecuzioni dei cristiani sotto l’impero romano e i numerosi martiri nei circhi e nelle arene.
Le persecuzioni non cesseranno neanche nei secoli successivi una volta che i governi del mondo si definiranno “cristiani”, nella storia ne abbiamo purtroppo avuti numerosi esempi.
Queste avvenimenti non dovevano sorprendere nessuno però, né in passato, né ora, poiché Gesù Cristo ce li aveva preannunciati (Gv 18:36): “il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori combatterebbero perché io non fossi dato nelle mani dei Giudei; ma ora il mio regno non è di qui”.
E a conferma di questo è detto ancora nelle scritture (Lu 4:5) con riferimento a Cristo: “il diavolo lo condusse in alto e gli mostrò in un attimo tutti i regni del mondo e gli disse – ti darò tutto questa potenza e la gloria di questi regni; poiché essa mi è stata data e la do a chi voglio”.
Tutto questo ci lascia un po’ sconcertati perché, pur sapendo che il Regno di Dio non è di questo mondo, mondo che è invece sotto il potere di Satana, Cristo ci chiede di essere sottoposti in ogni caso all’autorità costituita, poiché questo è il suo volere.
Per noi cristiani oggi questo precetto rappresenta un dilemma non da poco: infatti finché l’autorità che ci governa si comporta bene ed agisce con giustizia nei nostri confronti, sappiamo bene che è un nostro preciso dovere rispettarla ed ubbidire a tutte le leggi; ma cosa succede quando chi ci governa è un despota che non pratica la giustizia, un dittatore che ci priva della nostra libertà e mette in pericolo la nostra stessa esistenza?
È giusto che noi stiamo sottomessi senza reagire ad un’autorità che non pratica la giustizia al solo fine di ubbidire all’insegnamento biblico di “essere sottomessi, per amore del Signore, a ogni umana istituzione?
Sicuramente per molti di noi oggi non è una cosa facile accettare questa sottomissione, e nei cuori di molti serpeggia invece la ribellione.
Questo è un altro dei punti di conflitto tra la moderna società democratica e la fede cristiana, perché ai nostri giorni appare sempre più inaccettabile di sottomettersi a qualsiasi autorità che non sia stata democraticamente scelta, e di conseguenza appare giustificabile ribellarsi a quelle autorità che non lo sono.
Ma anche le moderne società di matrice cristiana sembrano aver superato il problema del conflitto tra le Sacre Scritture e la società civile facendo leva sul concetto di “democrazia” che si è evoluto nel tempo: se cioè duemila anni fa, ai tempi di Gesù, poteva essere accettabile che ci fossero persone schiave e sottoposte alla volontà dispotica di poche persone, oggi, con l’avvento della società democratica, non lo è più perché, secondo alcuni, sicuramente Gesù non vorrebbe che noi oggi fossimo più schiavi di nessuno!
Questo discorso è molto bello, ma, a meno che “noi” diciamo che il Vangelo di Cristo va riformato perché non è più adeguato ai tempi e, “noi” ci mettiamo al posto di Cristo per dire quello che lui direbbe se parlasse oggi, cioè in pratica “noi” stabiliamo che ormai le Sacre Scritture non sono più valide per noi, questo non è ciò che Cristo ci ha voluto dire.
Se ci incamminiamo su questa strada rischiamo di allontanarci dall’insegnamento di Cristo: “siate sottomessi all’autorità”; forse che tale insegnamento valeva solo per il cristiano che viveva nella Palestina occupata dalle legioni romane?
Evidentemente se io voglio continuare ad essere Cristiano, devo seguire Cristo e la sua parola di vita rinunciando alla ribellione e alla violenza ora come allora.
Pensare che la parola di Cristo sia invecchiata e non più adeguata per i nostri giorni, è un grave errore che ci porta lontani da Cristo.
A questo punto però vi chiederete: d’accordo accettare di essere sottomessi all’autorità anche quando questa è ingiusta perché Cristo vuole questo da noi, ma così facendo non finiamo per favorire e rafforzare le autorità dispotiche e perpetrare l’ingiustizia?
È questo che Cristo si aspetta veramente da noi?
Cristo ci dice che chi crede in lui è un uomo libero, ma come possiamo essere veramente liberi e godere della libertà che la fede in Cristo ci da, se continuiamo ad essere sottomessi ad un’autorità terrena palesemente ingiusta?
Se riflettiamo su questo, la cosa ci sembra un controsenso: se cerchiamo di risolverlo alla maniera degli uomini in effetti e così, perché siamo di fronte ad un paradosso simile a quello del cammello che deve passare nella cruna dell’ago.
Pietro ci ricorda: “siate sottomessi, per amore del Signore, ad ogni umana autorità”, “per amore del Signore”, ecco la chiave che ci apre la porta della comprensione.
L’amore di Dio riesce laddove la ragione umana non arriva.
Non siamo noi a dover rovesciare le autorità ingiuste con le nostre mani, ma è Cristo che toglierà l’oppressione su coloro che credono in lui attraverso la forza del suo amore: “voi avete udito che fu detto: ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici …pregate per quelli che vi perseguitano …”.
Non odio, non ribellione quindi, bensì amore: ma perché Cristo ci invita ad amare i nostri nemici e pregare per loro?
Se amiamo coloro che ci amano e preghiamo per loro facciamo una cosa naturale, infatti riceviamo in cambio la loro riconoscenza e il loro amore. Cristo ci chiede di fare uno sforzo maggiore, cioè di amare coloro che ci odiano e di pregare per coloro che ci perseguitano, perché?
Forse per guadagnarci in cambio la salvezza? No di certo perché la salvezza ci è data dalla grazia di Cristo.
Forse perché un Cristiano ha il dovere di essere buono con il suo prossimo? Amare il nostro prossimo è un nostro dovere Cristiano ma non è solo questo il motivo.
Proviamo a pensare al perché noi preghiamo Dio per qualcuno che amiamo: lo facciamo per intercedere per quella persona affinché Dio conceda a quella persona ciò di cui necessita.
Pregare per un figlio, un genitore, un fratello o un amico è quindi naturale perché chiediamo a Dio di fare a questa persona quel bene che noi da soli non riusciamo a fare.
Ma se noi preghiamo per un nostro nemico o per qualcuno che ci odia e ci perseguita che cosa chiediamo per questa persona che noi da soli non riusciamo a fare?
Dobbiamo forse desiderare il male per questa persona? No di certo.
Noi preghiamo Dio perché questa persona finora ingiusta e malvagia si ravveda della sua condotta e si converta a Cristo.
Quando questa persona avrà trovato Cristo non cesserà forse di fare il male, di odiare e di perseguitare?
E quando questo avverrà non cesserà forse di essere un nostro nemico per diventare anch’egli un fratello?
E quando sarà diventato un nostro fratello in Cristo non diventerà egli una persona che amministrerà la giustizia con imparzialità ed eserciterà la sua autorità nel rispetto delle norme?
Pensate a quanto Cristo ha fatto per l’apostolo Paolo: egli in un primo momento odiava e perseguitava i cristiani, ed è abbastanza logico attendersi che i primi cristiani avessero paura di lui e forse qualcuno nutriva odio nei suoi confronti. Cristo però non solo non ha “rovesciato” Paolo che, ricordate era dotato di autorità dal Sinedrio di Gerusalemme per perseguitare gli Ebrei che avevano aderito al cristianesimo, ma anzi lo ha dotato di ben più grande autorità trasformandolo in uno degli Apostoli della sua Chiesa.
Cristo ci da due armi formidabili per rovesciare l’autorità ingiusta: l’amore e la preghiera, per tutti coloro che ci odiano e ci perseguitano.
Sembrano armi molto deboli agli occhi di questo mondo, ma come sempre Cristo per affermare la sua potenza si serve di mezzi che gli uomini considerano deboli ed inefficaci, ma che invece egli sa trasformare in strumenti potentissimi.
Per questo motivo Cristo ci chiede di essere sottomessi all’autorità anche se ingiusta perché non è con le armi umane che noi ci dobbiamo ribellare ad essa, ma bensì attraverso il nostro amore e la nostra preghiera affinché queste persone si convertano.
Coloro che siedono in posti di responsabilità e di potere senza conoscere la misericordia e l’amore perché non hanno mai conosciuto Cristo, guardando agli uomini che sono loro sottoposti non vedono delle persone come loro ma purtroppo vedono solo degli oggetti su cui esercitare il potere che deriva dalla loro posizione.
I dittatori che ancora dominano alcuni paesi si servono dei popoli per i loro scopi personali e non esitano a disporre di loro senza alcun riguardo e rispetto della vita umana, che viene così ridotta ad un semplice strumento nelle loro mani.
Queste persone spesso sono troppo in alto o troppo lontane per guardare negli occhi degli uomini che sono sottoposti alla loro ingiusta autorità; sono troppo in alto e troppo lontane per parlare con le persone che torturano e per ascoltare il dolore che essi provocano;
ma se una di questi uomini vittime dell’ingiustizia umana parlasse con il suo persecutore così come si parla ad un fratello e gli rivelasse l’amore che Cristo ha per tutti gli uomini, anche colui che fino a ieri aveva commesso i più atroci crimini, aprirebbe il suo cuore a Cristo così come ha fatto l’apostolo Paolo.
Noi sappiamo che nel mondo non c’è potenza più grande dell’amore di Cristo per l’umanità, egli è morto per la salvezza di tutti gli uomini che credono in lui perché non c’è un solo uomo che possa proclamarsi giusto sulla terra;
quindi cari fratelli in Cristo, noi non dobbiamo mai smettere di pregare per tutti coloro che ci odiano e ci fanno del male perché anche loro possono diventare nostri fratelli;
così come non dobbiamo mai smettere di pregare per coloro che avendo autorità in questo mondo non la stanno esercitando con giustizia, perché anche se questo mondo è sottoposto al potere del maligno che travia i cuori di molti, è anche vero che a nessun uomo è preclusa la salvezza se saprà accogliere la parola di Dio nel suo cuore.
Il secolo scorso ha vissuto drammi di ogni genere; a causa dell’odio e dell’ingiustizia, milioni di persone sono morte in guerre, carestie e stermini, deliberati e causati da pochi uomini che hanno usato il loro enorme potere per fare il male, ma pensate se la parola e l’amore di Cristo avesse raggiunto il cuore di due uomini come Hitler e Stalin: forse oggi l’umanità non dovrebbe ricordare cose come i campi di sterminio e i gulag.
Di fronte all’odio dei nostri nemici, Cristo ci invita ad amare e a pregare per loro, preghiamo dunque fratelli per coloro che esercitano l’autorità sotto tutte le forme perché lo facciano con giustizia e nel timore di Dio AMEN.