Le ali della fede

Testi: Deuteronomio 32:7-12


La natura ci mostra spesso come la mano del suo Creatore sia presente ovunque; dietro ad ogni piccola o grande meraviglia del cd regno minerale, vegetale e animale, poiché ogni elemento della creazione si integra in essa e la completa, così come ogni goccia di colore e ogni pennellata completa il quadro di un pittore contribuendo a donarci il piacevole insieme dell’opera d’arte.

Il passo della Scrittura proposto oggi è un invito rivolto al popolo d’Israele, e quindi a noi tutti credenti, di ricordare, di porre mente ai cd “giorni antichi” cioè a quando Dio ha dato vita alla sua creazione e ha posto l’uomo al centro di tutto, stabilendo per lui un futuro di prosperità e pienezza, ricolmo di ogni benedizione. Dio per questo ha dato all’uomo anche delle regole da seguire, affinché la sua vita potesse svolgersi senza intoppi, purché però l’uomo avesse continuato a camminare sulle orme del suo Creatore.

Sappiamo che così non è stato; sappiamo che da Adamo in avanti l’umanità si è resa colpevole di una serie di infedeltà e tradimenti nei confronti di Dio, costringendo Dio stesso a molteplici interventi per “rimettere a posto le cose”, per trarre in salvo la sua amata creatura che con il suo comportamento scellerato, si era messa nei pasticci.

È amaro costatare come l’antico Israele e l’odierno popolo di Dio, che si è formato a seguito della predicazione di Gesù Cristo, nonostante l’amore e la cura del Padre, non abbia mai saputo essere pienamente fedele a Lui, e quindi abbia da sempre avuto bisogno di essere seguito, guidato, ripreso, corretto e ogni volta ricondotto sulla via del Padre, esattamente come un cucciolo, che non ancora maturo, non ancora autosufficiente, abbisogna di un costante monitoraggio da parte dell’adulto.

Sempre nel brano di oggi è proposto un bell’esempio preso dalla natura, dal creato di Dio, dove Dio è paragonato ad un’aquila che si prende cura dei suoi figli.

L'aquila insegna a volare ai suoi piccoli, e lo fa in un modo che a prima vista potrebbe sembrarci persino crudele: spingendoli fuori dal nido, nel vuoto. Solo in quel momento essi si rendono conto della debolezza delle loro piccole ali. Ma ecco che dimenandosi disperatamente nell'aria, scoprono il segreto di una nuova vita. Imparano a poco a poco a muoversi in quell'elemento nuovo, a utilizzare la forza del vento per salire in quota e dominare vasti territori.

Allo stesso modo Dio insegna ai suoi figli ad usare le ali della fede, distruggendo a volte il loro nido morbido, togliendo i loro sostegni e spingendoli fuori.

Dio mette alla prova ciascun credente che giudica sufficientemente pronto ad affrontare “il volo della fede”; lo fa a ragion veduta e certo non abbandona i suoi amati figlioli proprio in questo momento cruciale della loro vita (materiale ma soprattutto spirituale).

Messi alla prova, una delle tante prove che la vita ci mette davanti, lottando per non precipitare in quello che sembra loro un abisso senza fine, i credenti scoprono che la prova può fortificarli e che Dio è vicino a loro, pronto a sorreggerli come l'aquila che tende le sue ali per sostenere l'aquilotto.

Il volo della fede dunque, anche se a prima vista ci può spaventare, in realtà è proprio quello che ci permette di andare oltre i limiti della nostra natura umana, per entrare nella sfera celeste, dove per chi crede tutto diventa possibile: “In verità io vi dico che chi dirà a questo monte: "Togliti di là e gettati nel mare", se non dubita in cuor suo, ma crede che quel che dice avverrà, gli sarà fatto”. (Mc 11:23). La rinuncia a noi stessi per affidarci totalmente al nostro Signore ci fa entrare nella nuova dimensione di Dio che si schiude a noi credenti solo con la chiave della fede, e quando questo giorno arriva nella vita di ciascun credente, quello è il momento in cui nostro Signore ci chiede di fare il "salto nel vuoto"; allora vincendo ogni paura noi ci dobbiamo lanciare così come si lanciano gli aquilotti per prendere il volo. Fidiamoci del nostro Padre celeste, non dobbiamo avere timore di affrontare la prova perché vediamo con quale delicatezza Lui adatta i suoi test alle nostre deboli forze e ci preserva dalle cadute, portandoci sulle sue potenti ali!

Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono”. (Eb 11:1)

La fede rende reale ciò che noi chiediamo al Signore secondo la sua volontà; chi ha provato questo sa cosa significhi confidare nel Signore con tutto sé stesso e non temere nulla ma vivere in comunione con Lui attraverso lo Spirito. Per arrivare a questo punto però, dobbiamo prima essere disposti a compiere il volo della fede, che soltanto le ali della fede ci permettono di fare. Tutta la Scrittura è un invito a raggiungere questo supremo momento, che John Wesley definì come “perfezione cristiana”, o abbandono totale nelle mani di Dio. Ascoltiamo dunque, cari fratelli in Cristo, la chiamata che ci viene dal Signore e prepariamoci a spiccare il volo con fiducia non appena udremo la sua chiamata, perché certo non c’è nulla di più desiderabile e sublime per un uomo che la comunione col Signore già qui sulla terra in vista della partecipazione al suo Regno Eterno. AMEN