Le Chiese dell'Apocalisse

Testi: Ap 3: 1-6


L'Apocalisse è uno dei testi più misteriosi e di difficile comprensione della Bibbia; e non potrebbe essere altrimenti essendo un libro profetico, ispirato dallo Spirito Santo all'Apostolo Giovanni con riferimento agli avvenimenti che dovevano accadere alla Chiesa di Cristo e al mondo.
Per questo motivo la sua interpretazione è tutt'altro che facile, anche se nel corso dei secoli sono stati molti coloro che hanno cercato di spiegarlo, spesso senza molto successo, poiché, come tutti i testi profetici, è soltanto lo Spirito Santo che può renderli comprensibili agli uomini del tempo cui sono destinati.

Ci sono almeno tre scuole di pensiero che hanno cercato di spiegare le profezie dell'Apocalisse con riferimento al tempo della loro realizzazione.

La prima scuola, detta Preterista, riferisce i fatti dell'Apocalisse agli anni immediatamente successivi a Cristo, per cui il suo contenuto si sarebbe già realizzato con riferimento alla distruzione del Tempio di Gerusalemme e alle persecuzione dei cristiani da parte dei Romani pagani nel 70 d.c..

La seconda scuola, detta Futurista, riferisce invece i fatti dell'Apocalisse ad un lontano futuro, il tempo del Secondo Avvento di Cristo e del Giudizio finale.

La terza scuola, detta Iterista o Storicista, riferisce invece i fatti dell'Apocalisse a tutto il tempo che va dalla morte di Cristo fino al suo ritorno, per cui queste profezie sono destinate a ripetersi nel tempo o comunque ad avere un valore sempre nuovo per tutte le generazioni cristiane future.

Quale sia l'interpretazione più corretta, soltanto lo Spirito di Dio può dircelo, quando sarà il momento; tuttavia quando noi leggiamo l'Apocalisse, come qualsiasi altro testo biblico, riceviamo un messaggio da Dio che ci fa comprendere quello che noi dobbiamo sapere oggi.

Il passo su cui verte questa meditazione (Ap 3:1-6) ci parla di una delle cd "Sette Chiese dell'Apocalisse", ed è forse uno dei testi meno problematici del Libro, poiché si avvicina molto alle lettere che l'Apostolo Paolo scriveva ai credenti delle prime Chiese Cristiane.
L'Apostolo Giovanni, infatti, a quel tempo viveva sulla piccola isola greca di Patmos, di fronte alla costa dell'Asia Minore, l'odierna Turchia, e come ultimo Apostolo vivente quando ha ricevuto la rivelazione (Apocalisse=Rivelazione), è del tutto normale che scrivesse a sette di queste chiese che si trovano proprio a ridosso della sua isola e con cui probabilmente intratteneva dei rapporti, così come prima di lui aveva fatto l'Apostolo Paolo con la Chiesa di Efeso, una delle sette.

Ciò che però differenzia Giovanni da Paolo è che Giovanni scrive dei messaggi a queste Chiese non come lettere di suo pugno, ma come altrettanti richiami o ammonimenti che vengono direttamente da Dio, e li pone a premessa di una rivelazione ben più ampia e importante, destinata a tutto il mondo cristiano.

Allora dobbiamo chiederci se anche questo messaggio sia veramente diretto soltanto alle Sette Chiese dell'Asia, oppure non sia piuttosto destinato al pubblico ben più ampio della futura cristianità.

Oggi nessuno di noi legge le lettere di Paolo ai Corinzi, ai Romani o ai Galati come riguardanti soltanto i cristiani di queste antiche comunità cristiane, bensì come destinate ai cristiani di ogni tempo ed ogni luogo, e queste lettere sono diventate fonti d'ispirazione e dottrina per la nostra fede.

Allora, quando noi leggiamo i richiami alle sette Chiese dell'Asia dobbiamo vedervi altrettanti ammonimenti rivolti alle chiese di ogni luogo e tempo, così come le lettere di Paolo parlano ai cristiani di ogni tempo e luogo.

Le Sette Chiese dell'Asia, idealmente, rappresentano tutte le Chiese cristiane del mondo, o meglio esse incarnano i pregi e le virtù, così come le debolezze e le mancanze, che ogni Chiesa di Cristo racchiude al suo interno  in ogni epoca.

La scelta del testo per la meditazione di oggi quindi non è casuale; lo Spirito Santo infatti mi ha invitato a riflettere sulla situazione delle Chiese Evangeliche storiche italiane, e ciò che il Signore dice alla Chiesa di Sardi, purtroppo, sembra adattarsi molto bene alla piccola realtà del Protestantesimo storico italiano, e in particolare alla Chiesa Valdese e Metodista.

Sono ormai diversi decenni che la Chiesa Valdese (Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi italiane), osserva impotente e anche immobile a un continuo calo dei suoi membri (decessi non compensati da battesimi e ammissioni, calo di vocazioni, abbandono della chiesa e mancata frequentazione dei culti da parte di fratelli italiani, soltanto parzialmente compensati dall'arrivo dei fratelli evangelici da altri paesi, comunità che scompaiono dopo secoli di presenza, contribuzioni in continuo calo e ormai sempre più insufficienti per mantenere i pastori, etc.).

Per questo generale arretramento fino ad oggi il Protestantesimo storico italiano ha sempre dato la colpa alla secolarizzazione, cioè a una causa esterna alla Chiesa, senza però mai farsi un serio e sereno esame di coscienza sul proprio operato di Chiesa.
Per contro la Chiesa Valdese (in particolare) si sta inorgogliendo del fatto che, nonostante i suoi "piccoli numeri" (meno di 18.000 membri), riesce a raccogliere oltre seicentomila adesioni all'8xmille (contributi statali), e questo basta ai suoi vertici (Sinodo e Tavola) per auto convincersi che la Chiesa sta facendo la cosa giusta e che le sue scelte di fondo sono corrette.

Il Signore però le sta dicendo un'altra cosa: "Io conosco le tue opere: tu hai fama di vivere ma sei morto"!
Parole dure? Esagerate, inappropriate? Se riferite alle Chiese Evangeliche storiche italiane e in particolare a quella Valdese?
Se i nostri cuori di credenti fossero ardenti per il Signore, o almeno fossimo intellettualmente onesti, non potremmo non vedere che dietro ad una Chiesa che si svuota e scompare, non c'è soltanto l'opera dell'uomo, ma prima di tutto c'è la volontà di Dio, che ritira progressivamente il suo Spirito da quella chiesa, perché essa non segue più fedelmente la sua Parola.

Parimenti, se fossimo onesti e sinceri non potremmo non ammettere che il crescente favore dimostrato dalla società civile nei riguardi della Chiesa (Valdese) attraverso l'8xmille, senza che ad esso faccia seguito un numero altrettanto significativo di conversioni, altro non è che l'aumentata approvazione del Mondo nei confronti di un'istituzione ormai vista e sentita come "secolare e laica" piuttosto che un'emanazione dell'Evangelo.

Poco importa che la Scrittura ci dica chiaramente che, molto spesso, ciò che il Mondo approva e osanna, è in contrasto con Dio e il suo volere, poiché non si può piacere a Dio e al mondo nello stesso tempo.

Allora Dio sta dicendo che ben conosce le opere della Chiesa Valdese e Metodista italiana e che davanti al mondo essa ha fama di vivere, ma davanti gli occhi di Dio una parte di essa in realtà sta morendo!

Eppure Dio non l'abbandona, come non abbandona nessuno dei suoi figli ma la incita piuttosto a ravvedersi, a cambiare strada dicendole: "Sii vigilante e rafforza il resto che sta per morire; poiché non ho trovato le tue opere perfette davanti al mio Dio."
La buona notizia allora è che non tutta la Chiesa Valdese è morta (spiritualmente parlando ovviamente) perché c'è un resto di credenti che ancora seguono la Parola di Dio con tutto il cuore, ma se questa parte non sarà preservata dalla caduta, anch'essa alla fine morirà, cioè se ne andrà dalla Chiesa, vuoi perché gli anziani muoiono, vuoi perché molti membri smettono di frequentare, vuoi perché in disaccordo con certe posizioni teologiche ultimamente assunte dalla stessa, aderiscono ad altre chiese.

L'invito del Signore è a vigilare sulle opere e sulle dottrine della Chiesa, alcune delle quali si sono allontanate dalla verità biblica per incamminarsi su strade, forse ugualmente buone umanamente parlando, ma che evidentemente non sono quelle approvate da Dio.
Come conseguenza le opere che la Chiesa Valdese compie oggi, pur fatte con amore sincero, non sono gradite a Dio perché "non le ha giudicate perfette ai suoi occhi".

Ma ciò che vale per la Chiesa Valdese e Metodista italiana, vale per tutte le Chiese: ogni credente dovrebbe riflettere su ciò che non va nella sua Chiesa, chiedere perdono al Signore e pregare per essa affinché si ravveda!

Ecco allora ciò che dobbiamo fare per rimediare ai nostri errori, che davanti a Dio sono altrettanti peccati; Dio stesso ce lo dice: "Ricordati dunque come hai ricevuto e ascoltato la parola, continua a serbarla e ravvediti."

Noi (Evangelici) abbiamo ricevuto la Parola attraverso le testimonianze che ci sono state tramandate da coloro che sono stati testimoni diretti e hanno scritto nella Bibbia ciò che hanno visto e udito.
Ecco che la Bibbia, la "sola scrittura", è tutto ciò che ci serve alle Chiese Evangeliche storiche italiane per tornare a piacere a Dio!

Ricordiamoci delle nostre radici che affondano nella Riforma Protestante e ritroviamo il fervore dei riformatori di 500 anni fa! "Sola fide e sola scriptura!" Ecco ciò che ci è stato insegnato e trasmesso; torniamo ad essa, cioè ravvediamoci da tutte le deviazioni umane e mondane che hanno contaminato molte Chiese Evangeliche storiche italiane, e in particolare quelle Valdesi e Metodiste negli ultimi decenni, altrimenti, ci dice ancora il Signore: "Perché, se non sarai vigilante, io verrò come un ladro, e tu non saprai a che ora verrò a sorprenderti."

Adesso so che alcuni di voi si sentiranno molto amareggiati e anche sconfortati davanti a quest'analisi, che vuol però essere soltanto un richiamo e un ammonimento. Non dobbiamo per questo restare nell'amarezza, perché in verità Dio non lascia mai nessuno nella disperazione, e tiene sempre una porta aperta attraverso cui fare entrare la speranza. Così il Signore Gesù Cristo,  parlando di Sardi, parla a noi dicendoci: "Tuttavia (nella Chiesa Valdese e Metodista) ci sono alcuni che non hanno contaminato le loro vesti; essi cammineranno con me in bianche vesti, perché ne sono degni."

Come tutti sappiamo, non sono mai le Chiese che salvano o condannano, ma sono sempre le nostre personali scelte di fronte alla chiamata di Dio che determinano i nostri destini.

La salvezza cari fratelli in Cristo, non mi stancherò mai di ripeterlo, è "trasversale alle Chiese"; (vi saranno, per esempio, buoni cattolici graditi a Dio e pessimi evangelici che saranno rigettati!)

Dio guarda al cuore di ognuno, e tuttavia coloro che sono stati chiamati a servirlo in una Chiesa Evangelica storica italiana, e in particolare nella Chiesa Valdese e Metodista, devono operare affinché la loro chiamata sia rispondente al suo volere. Questo comporta un personale, costante e assiduo impegno a ben operare nella sua Chiesa, affinché la stessa operi bene e sia conforme in tutto alla volontà del Signore. Questo, noi credenti, lo possiamo ottenere soltanto ascoltando e mettendo in pratica la sua Parola come lui ci chiede: "Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese". AMEN


Come in cielo anche in terra

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