L'Emmanuele, Dio con noi
Testi: Isaia 7: 13-15; Matteo 1: 18-23
Ogni anno in milioni e milioni, noi credenti ci ritroviamo insieme per ricordare l’importantissimo evento che è la nascita di Gesù Cristo; spesso però lo facciamo con una serie di gesti e momenti rituali che ci fanno vivere il Natale di Cristo come una sorta di “routine”, quasi fosse un normale compleanno che si ripete puntualmente anno dopo anno.
Quando ci si ritrova insieme a festeggiare il compleanno di qualcuno, fateci caso, la cosa meno importante in quel momento, è proprio l’avvenimento che si sta festeggiando: essere più vecchio di un anno o ricordare di essere nati proprio in quel giorno, in fondo non importa a nessuno dei presenti; il compleanno così, diventa spesso un semplice pretesto per stare insieme con gli amici e fare festa.
Con la festa del 25 di dicembre potrebbe sembrare che noi ci ricordiamo del compleanno di Gesù e ci ritroviamo insieme a festeggiarlo; così facendo però anche il Natale finisce per diventare un pretesto per fare festa, o peggio ancora uno dei tanti pretesti che sono indicati sul calendario!
Non sorprende perciò che sempre più frequentemente sentiamo dire che la festa del Natale sta diventando un “evento solo commerciale”, ormai lontano dal significato originario, e che, molte persone sono così prese dagli impegni e dalle frenesie che il periodo natalizio porta con sé, che dimenticano il vero significato del Natale.
Bene cari fratelli in Cristo, alla luce di queste considerazioni mi sono posto un paio di domande, che sono le stesse domande che voglio rivolgere a voi allo scopo di indurvi a riflettere sul significato vero del Natale di Gesù Cristo:
Che cosa rappresenta veramente il Natale?
Perché dobbiamo festeggiare il Natale?
Innanzitutto dovremmo pensare che il Natale non sia un semplice compleanno, tanto più che il 25 dicembre storicamente non è neanche il giorno esatto in cui Gesù è nato, ma un giorno scelto convenzionalmente, (tra i tanti possibili), come la data di nascita di Gesù.
È evidente quindi che ad essere importante non è il giorno in sé, ma l’avvenimento che in questo giorno noi ricordiamo; la nascita di Gesù Cristo appunto.
La nascita di Gesù Cristo, cioè la venuta al mondo del Figlio di Dio che, per la prima volta dalla creazione del mondo, si fa uomo come noi e scende tra gli uomini condividendone le stesse gioie e le stesse pene. Così come ci è stato preannunciato dal profeta Isaia nel brano proposto: la venuta al mondo dell’Emmanuele, cioè del “Dio con noi”, è senza dubbio di gran lunga l’avvenimento più importante della storia umana.
Dio fattosi uomo è sceso tra gli uomini ed ha abitato con gli uomini per un certo tempo, mai prima d’allora era accaduto un simile evento, e mai più dopo di allora si è ripetuto;
siamo di fronte ad un avvenimento “unico e straordinario” che non ha eguali nella storia, e nessun altro avvenimento storico avrà mai una tale rilevanza, per quanto importante e cruciale possa essere per le sorti dell’umanità!
Oggi 25 dicembre 2016, noi, voglio sperare, non ci limiteremo a ricordare una data sul calendario, né tanto meno vorremo compiere un rito consuetudinario tramandatoci dai nostri lontani padri nella fede, che scelsero tra i tanti possibili questo giorno, ma ci apprestiamo a ricordare e festeggiare il più grande avvenimento della storia umana: l’incontro di Dio con l’umanità, la venuta in mezzo a noi dell’Emmanuele che annuncia la riconciliazione di Dio con l’umanità ribelle e peccatrice!
È questo avvenimento che ha cambiato le sorti di tutti noi;
prima della venuta di Gesù Cristo sulla terra, Dio era lontano da noi, e noi uomini eravamo condannati dal nostro peccato, ma la venuta di Cristo ha cambiato tutto, aprendoci la nuova prospettiva di salvezza in cui noi ora viviamo.
Questo credo sia il vero, grande e unico significato del Natale di Cristo.
La seconda domanda, che ci chiede: “perché dobbiamo festeggiare il Natale?” può sembrarci ovvia a questo punto, ma anche qui credo valga la pena di riflettere un attimo.
Il Natale non è, e non deve essere, un pretesto per fare festa, per abbandonarci a quei momenti di spensieratezza che i molti impegni: famigliari, di lavoro e di studio, non ci hanno consentito di fare nei mesi precedenti. Anche se molte persone oggi prendono il periodo natalizio a pretesto per fare tutto questo, favoriti dal fatto che subito dopo Natale seguono altri giorni di festa, noi il Natale dobbiamo ricordarlo e festeggiarlo per ciò che esso rappresenta.
Con il Natale noi ricordiamo la venuta di Gesù Cristo, l’Emmanuele, il Dio con noi;
e noi sappiamo bene che cosa è venuto a fare Gesù Cristo in mezzo a noi;
Lui non è venuto per fare una settimana bianca o a trascorrere un periodo di vacanza, né tanto meno a fare un viaggio di piacere in mezzo agli uomini.
Gesù Cristo è venuto ad annunciare il perdono di Dio agli uomini e a portare la salvezza per tutta l’umanità!
Ora noi sappiamo bene come sono andate le cose in seguito, e cosa ha fatto Gesù Cristo per noi, ma oggi limitiamoci a questo di avvenimento: l’annuncio agli uomini della buona novella.
Mi pare che questo sia un motivo più che sufficiente per ricordare l’avvenimento in segno di gratitudine;
ma anche questo non basta.
Il giorno di Natale è e deve essere una festa, la festa più gioiosa in assoluto, perché noi da Dio, tramite Gesù Cristo, abbiamo ricevuto un grandissimo dono e dobbiamo essere felici per questo e festeggiare l’avvenimento aprendo i nostri cuori alla gioia più grande.
Ecco quindi due buoni motivi per festeggiare il Natale:
primo, perché è il ricordo del più grande avvenimento nella storia dell’umanità, cioè il giorno in cui Dio ha scelto di vivere in mezzo agli uomini e con gli uomini;
secondo, perché questo incontro ha portato con sé una nuova speranza per l’umanità e da essa è scaturita una grande gioia a motivo dell’annuncio di salvezza data da Dio agli uomini.
Ora cari fratelli in Cristo, per questi motivi il Natale è per noi credenti la festa più sentita, più gioiosa, più intensa e più bella di tutto l’anno.
Durante tutto l’arco della nostra vita, da quando siamo piccoli e aspettiamo con impazienza Gesù bambino che ci porta i doni, fino a quando con i capelli bianchi, e tanti Natali passati sulle spalle, accogliamo serenamente il giorno del Signore circondati da figli e nipoti, ogni anno il giorno di Natale è sempre speciale;
sentiamo che Gesù Cristo è venuto per noi ed è in mezzo a noi e questo è motivo non solo di grande gioia e allegrezza, ma anche di serenità e di pace!
Ma il Natale in realtà va ancora oltre:
il Natale non è solo la festa della cristianità, cioè di quella parte di umanità che ha accolto l’Emmanuele.
Gesù Cristo infatti è venuto per portare la salvezza a tutta l’umanità;
ecco allora che la sua venuta rappresenta l’avvenimento più importante per tutti gli uomini, siano essi già cristiani, siano essi ancora alla ricerca di Cristo.
Il Natale deve essere visto come la festa dell’incontro di Dio con l’umanità intera.
Noi oggi ricordiamo e festeggiamo;
in questo giorno la gioia pervade i nostri cuori, per oggi tutti i problemi, le difficoltà, i dolori, i dispiaceri e le preoccupazioni è giusto che siano accantonati, perché la gioia della venuta di Gesù Cristo è infinitamente superiore a tutto il resto, e se noi crediamo in Lui, noi abbiamo aperto i nostri cuori al Signore senza esitazione ne riserva alcuna.
Domani potremo ritornare ai nostri crucci quotidiani e ai nostri problemi, ma oggi, a ricordo della venuta dell’Emmanuele in mezzo a noi, dobbiamo festeggiare, essere felici e gioiosi, ringraziando Dio Padre per aver donato al mondo un così meraviglioso dono qual’è suo figlio Gesù Cristo nostro Signore e Salvatore. AMEN