L'ipocrisia
Testo: Proverbi 11:18-21
Dio odia qualsiasi forma di ingiustizia che l'uomo nella sua condotta insana possa commettere, tuttavia è sempre pronto a perdonare tutti coloro che si pentono dal loro comportamento perverso e ritornano sulla via tracciata dal Signore.
Il primo passo che l'uomo può fare per ritornare sulla retta via però, è il riconoscere che si trova sulla strada sbagliata; senza questo riconoscimento è impossibile ottenere il perdono del Signore, perché Dio può perdonare soltanto coloro che riconoscono di essere peccatori, ossia che diventano consapevoli del loro peccato e se ne vogliono allontanare.
Il pentimento è dunque la condizione fondamentale per ottenere il perdono di Dio, perché senza tale riconoscimento di cosa dovremmo mai chiedere perdono a Dio?
Tutti noi siamo peccatori, ossia mancanti della pienezza della luce di Dio che risplende in noi quando essa non è oscurata dal peccato, e tuttavia ci sono peccati, per quanto gravi, che il Signore può perdonare senza problemi perché nascono dalla debolezza della carne e pertanto il solo fatto di riconoscerli ci pone al riparo dalla condanna di Dio. Di fronte a questi peccatori il Signore Gesù Cristo si è sempre dimostrato compassionevole accogliendoli con amore e benevolenza; pensiamo a come ha trattato i pubblicani come Zaccheo, le prostitute e l'adultera colta in flagrante, ossia uomini e donne che erano all'indice nella società del suo tempo ma che Gesù nella sua misericordia ha accolto e perdonato non appena questi si sono avvicinati a lui, riconoscendo la loro inadeguatezza e indegnità.
Noi non li avremmo perdonato con altrettanta facilità perché il moralismo che abita in noi troppo spesso ci induce ad essere ipercritici nei confronti di coloro che sono al margine della società, ritenendoci per questo "superiori" a loro.
Parimenti noi puntiamo volentieri il dito contro coloro che sono sopra di noi e si comportano in modo autoritario nei nostri confronti, ma Gesù, allo stesso modo, non si è mai scagliato contro costoro che erano alla guida del popolo (il Sommo Sacerdote, il re Erode o Pilato) pur conoscendone il loro basso livello di moralità e la corruzione che li guidava.
Tutti i comportamenti umani peccaminosi sono dunque oggetto di perdono da parte di Dio, ma c'è un comportamento insano che irrita Dio più di ogni altro, perché, potremmo dire noi oggi "sfida Dio e si vuole fare beffa di lui", questo è il peccato di ipocrisia!
Gesù, compassionevole con tutti gli altri peccatori, non lo fu mai altrettanto con gli ipocriti (come gli scribi e i farisei) e verso di loro si è sempre comportato in maniera durissima arrivando a definirli: "Stolti e ciechi, serpenti, razza di vipere, sepolcri imbiancati che appaiono belli di fuori ma dentro sono pieni d'ossa di morti e d'ogni immondizia" (Matteo 23).
Il versetto di oggi di Proverbi 11:20 ne è un'ulteriore testimonianza: "I perversi di cuore sono un abominio per il Signore…", infatti la perversità del cuore, è qualcosa di insopportabile agli occhi di Dio, perché un cuore perverso, un cuore che nasconde l'ipocrisia non permette di riconoscere il peccato, ossia non lascia spazio al pentimento.
La Scrittura ci dice che l'uomo guarda all'apparenza, ma Dio guarda i cuori, ma gli ipocriti invece sono coloro che vivono credendo che la loro apparenza li renda perfetti agli occhi degli uomini, quando invece il loro agire è volto a imbrogliare il fratello, il coniuge, il socio, il collega, i loro capi e tutti coloro con i quali hanno a che fare, e così facendo credono di poter sempre trarre vantaggio dai loro inganni, sicuri di poterli mascherare agli occhi degli uomini, ma Dio conosce i cuori di ognuno e sa se siamo sinceri o ipocriti.
Allora cari fratelli in Cristo, quante volte anche noi ci nascondiamo dietro le nostre piccole o grandi ipocrisie, sperando così facendo di ingannare chi ci sta vicino?
Sapendo che il Signore conosce i nostri cuori e legge i nostri pensieri, chiediamoci onestamente se vale la pena di fingere, per far carriera, per nascondere quel che siamo o per apparire ciò che non siamo.
Pensiamoci fratelli, potremmo anche ottenere l'applauso di quei miopi che non sanno leggere il cuore, ma un giorno ci troveremo davanti al giudizio di Dio, Colui che prima di ogni altra cosa pesa i cuori e la nostra coerenza.
Al contrario il Signore ci dice che: "gli integri nella loro condotta gli sono graditi", siamo perciò aperti ad accettare il perdono di Dio aprendo a lui i nostri cuori e non rifiutiamo la strada che ci conduce alla rettitudine. AMEN