L'opera di Dio
Testo: Luca 8:26:37
In questo passo della Scrittura si sovrappongono due storie, o meglio due aspetti del rapporto tra l'umanità e Dio; come ai tempi di Adamo troviamo da un lato l'umanità nella sua intrinseca debolezza e quindi dalla facilità con la quale l'uomo passa dal servire Dio a servire il suo avversario, mentre dall'altra troviamo lo scontro a distanza, ma anche diretto, tra Dio e il diavolo, ossia il suo avversario che ha sfidato la sua autorità.
Con la discesa del figlio di Dio sulla terra, anche il suo avversario si è manifestato apertamente all'uomo, ossia sfidando Dio attraverso una serie di "possessioni" che molto spesso Gesù si trova ad affrontare durante la sua predicazione.
Coloro che consapevolmente, o più spesso inconsapevolmente, scelgono di servire il diavolo si trovano da lui posseduti e a quel punto è molto difficile per loro liberarsi dalle sue catene, poiché l'obiettivo del diavolo è quello di allontanare in modo irreversibile l'uomo da Dio e, come ci spiega Gesù stesso una volta che un uomo si è votato al diavolo è difficile liberarlo: "Questa specie di demòni non esce se non per mezzo della preghiera e del digiuno". (Mt 17:21), tuttavia al Signore nessun demone può resistere e quindi quando Gesù gli intima di liberare l'uomo posseduto, questi, sia pure controvoglia: "Che c'è fra me e te, Gesù, Figlio del Dio Altissimo? Ti prego, non tormentarmi" è costretto a liberare l'uomo di cui aveva preso possesso.
Oggi molti credenti non credono nemmeno più che il diavolo possa davvero possedere un uomo, anzi non credono più nemmeno alla sua esistenza, giacché il più grande inganno del diavolo è quello di far credere alla sua non esistenza, così di fronte agli episodi biblici come questo si tende a vedere non una possessione demoniaca bensì una malattia (mentale) della persona, ma questo dimostra soltanto come l'avversario di Dio sia riuscito nel tempo a fare un'azione efficace; non per nulla la Bibbia definisce il diavolo come il padre della menzogna!
Qui però, come ho detto, siamo di fronte sia ad un caso di possessione sia ad uno scontro diretto tra il Signore e il suo avversario, anzi poiché sappiamo che i demoni erano parecchi, in questo caso a presentarsi davanti a Gesù ci sono molti demoni, che si paragonano addirittura ad una Legione (una Legione nell'esercito romano comprendeva seimila uomini), ma nonostante il loro numero Gesù, con la sua autorità di figlio di Dio, li scaccia, li sconfigge e li costringe a fuggire, lasciando libero l'uomo.
Anche la loro richiesta di non essere scacciati nell'abisso, che può sembrare strana, viene accolta da Gesù, che però li manda in un branco di maiali, che a loro volta impazziti si suicidano… perché questo? Verrebbe da chiederci cosa ci guadagnano quei demoni a farsi mandare nei maiali che di li a poco si sono suicidati?
Il diavolo compie fino alla fine il suo compito di avversario di Dio, infatti, quel gesto apparentemente assurdo ha comunque lo scopo di screditare Gesù agli occhi dei Geraseni, che vedendo l'effetto del suo intervento: "l'intera popolazione della regione dei Gerasèni pregò Gesù che se ne andasse via da loro", ossia Gesù ha liberato un uomo dalla presa del demonio, ma il demonio per vendicarsi è riuscito ad allontanare Gesù con il suo messaggio salvifico, dal resto del popolo, che preso dallo spavento lo allontana e in questo modo non avendo la possibilità di giovarsi del messaggio salvifico di Gesù.
La guerra tra Dio e il suo avversario, infatti, continua; continua ancora oggi, e lo farà fino alla fine dei tempi, fino a quando anche l'ultimo uomo avrà scelto da che parte stare.
Cari fratelli in Cristo, noi che abbiamo scelto di stare dalla sua parte, dobbiamo però ricordare sempre che siamo in guerra perché il Signore è in guerra, e ogni cosa che avviene intorno a noi fa parte sempre ed inevitabilmente di questo scontro, anche quando noi non ce ne rendiamo conto; siamo perciò vigili sempre affinché siamo pronti a contribuire all'opera di Dio. AMEN