L'origine delle religioni

Esistono due tipi di verità: quelle oggettive e quelle soggettive. Due pezzi di legno incrociati insieme sono una realtà oggettiva in quanto legati formano una croce, ma due pezzi di legno legati insieme a croce sono anche un forte simbolo spirituale che identificano la religione cristiana;

questa però è una realtà soggettiva, perché è tale solo per un credente.

Può accadere che un oggetto, o una situazione, venga vista contemporaneamente, sia come una realtà oggettiva, sia come una realtà soggettiva, e quando questo avviene vi è una sovrapposizione delle due realtà, o uno sconfinamento di una realtà nell’altra.

La domanda che ci poniamo spesso riguarda l’esistenza o meno di Dio: Dio è una realtà oggettiva o soggettiva?

Secondo la scienza, che ammette soltanto le realtà oggettive, Dio non può esistere perché non vi sono prove della sua esistenza, e quindi non è una realtà oggettiva.

Secondo la religione (fede), Dio esiste, e come tale è una realtà, ma poiché lo è solo per i credenti, essa è soltanto una realtà soggettiva.

Scienza e fede si muovono dunque su due ambiti paralleli e distinti, ma cosa accade quando una delle due sconfina nel campo dell’altra?

Un esempio tra tutti quelli possibili sono le cd “guarigioni miracolose”.

Un uomo affetto da un male incurabile, cui la scienza medica diagnostica poche settimane di vita residua, all’improvviso, a seguito di preghiere dei fedeli, guarisce completamente.

La scienza costata la guarigione, ma poiché non è in grado di stabilirne la causa, si limita a dire che, allo stato attuale delle conoscenze mediche, è una guarigione “inspiegabile”, però senza ammettere alcun intervento straordinario, o divino, perché se la scienza lo facesse, dovrebbe per forza ammettere che esiste un Dio, cosa che non può fare (a meno di non considerare prova la guarigione stessa).

Così di fronte ad una verità oggettiva, una guarigione scientificamente inspiegabile ed impossibile, la scienza si ferma, pur di non ammettere ciò che non può ammettere, dichiarando che allo stato attuale delle conoscenze umane, quella è una guarigione impossibile, ma che sicuramente in futuro si troverà una spiegazione al fenomeno, ora inspiegabile, della guarigione miracolosa. Peccato che lo stesso ragionamento non valga anche per l’economia, altrimenti potremmo dire che, anche se non ho un soldo in tasca e sono disoccupato, entro in un negozio, compro ed esco senza pagare, dicendo che prima o poi (sono sicuro che) troverò un lavoro e avrò i soldi per pagare; e se non sarò io a farlo, sarà (sicuramente) mio figlio o mio nipote, poiché è scientificamente impossibile che si possa vivere per sempre senza lavorare e guadagnare.

La scienza dunque (un po' ipocritamente) muove soltanto da prove certe, oggettive, e rifiuta ogni dimostrazione soggettiva, anche quando essa è supportata da elementi oggettivi, mentre la religione muove dalla fede, senza la presenza di prove materiali o oggettive, se non i segni miracolosi che testimoniano l’esistenza di una realtà soprannaturale, ma che è determinata soltanto dalla fede (il miracolo è provocato dall’intervento divino per mezzo della fede, e non è riproducibile con altri mezzi).

Come spiegano la religione e la scienza l’esistenza (o la non esistenza) di Dio?

Le religioni rivelate spiegano Dio come “il Creatore pre-esistente al tutto che ha creato ogni cosa”, uomo compreso, come è riportato (testimoniato) nella Bibbia e negli altri testi sacri (che di fatto sono tutti raccolte di testimonianze di fedeli).

La scienza spiega Dio come “una creazione del pensiero umano”; l’uomo di fronte alle limitate capacità di comprendere i fenomeni naturali si è inventato un “presunto dio” che li possa spiegare, o meglio ancora posto di fronte alla fragilità della vita umana, si è inventato una figura consolatoria che ha chiamato “dio”, destinato a dargli un conforto, qui sulla terra e (possibilmente) anche dopo la morte.

Nella prima ipotesi, realtà soggettiva, è Dio che ha creato l’uomo; nella seconda, realtà oggettiva, è l’uomo che ha creato Dio.

In base alla prima ipotesi, Dio è sceso sulla Terra dopo averla creata, e ha dato vita agli uomini.

Nella seconda, l’uomo, evolutosi da forme organiche spontanee primordiali, ha creato l’idea di dio.

Di conseguenza la religione trova due possibili genesi, molto diverse, anzi contrapposte tra loro.

La domanda a questo punto diventa: è possibile trovare delle prove storiche (scientifiche) dell’esistenza (oggettiva) di Dio?

La domanda non è assurda, né fuori luogo, perché se fosse vero che Dio è un’invenzione umana, dovremmo chiederci perché tutti i popoli della terra siano arrivati a crearsi la “fantasia” della creazione, mentre nessuno, dico nessun popolo, abbia mai proposto nella sua storia (passata) l’idea che l’uomo si sia creato (evoluto) spontaneamente, che sia cioè l’artefice di sé stesso; teoria scientifica emersa soltanto di recente (un paio di secoli), mentre tutti (o quasi) i popoli che hanno una religione raccontano di divinità scese dal cielo che dopo aver creato l’umanità, se ne sono prese cura per un certo tempo, per poi ritornarsene in cielo da dove erano venuti, però con la promessa di tornare di nuovo un giorno futuro per premiare i buoni e punire i cattivi.

Poiché le diverse culture umane si sono sviluppate molto spesso senza contatti tra loro in diverse parti del mondo, risulta scientificamente inspiegabile come tutti i popoli siano arrivati ad una tale assurda (non scientifica) conclusione riguardo alla creazione e all’esistenza di Dio, quando invece nessuno abbia mai teorizzato l’auto-creazione (evoluzione) dell’umanità da un nulla primordiale.

Se la scienza, con riguardo a un fenomeno, da un lato ammette come attendibili un numero di prove, provenienti da testimonianze diverse non influenzabili tra loro, tuttavia, non fa altrettanto con le testimonianze storiche a riguardo l’origine delle religioni; perché?

La risposta, purtroppo, è che non sempre la scienza è neutra come pretende di essere, ma anch’essa si piega spesso e volentieri alla politica e quindi al potere. La verità scientifica è quella che il potere permette sia divulgata; quanti farmaci risolutivi sono tenuti “nel cassetto” poiché se commercializzati farebbero perdere milioni alle case farmaceutiche, che guadagnano molto di più con farmaci che non guariscono del tutto la malattia e quindi perpetuano il business?

Le antiche testimonianze trasmesseci dai testi sacri delle diverse religioni parlano chiaramente di incontri tra le divinità scese dal cielo, con gli uomini, e questa è una prova storica, laddove queste testimonianze sono concordi pur provenendo da epoche e luoghi diversi, senza che vi siano stati contatti tra gli stessi; tuttavia se si accettano queste testimonianze come prove dell’esistenza di Dio, o di essere divini o presunti tali, che sono scesi dal cielo (quasi mai ad esempio provenienti da sottoterra, eppure questo sarebbe più logico) e che hanno creato, o almeno aiutato l’uomo a crescere in conoscenza, dobbiamo accettare che noi uomini dipendiamo davvero da qualcuno che è sopra di noi e che quindi non siamo più noi i padroni della nostra vita (cosa scontata per ogni credente, ma avversata da ogni scienziato).

D’altro canto le stesse istituzioni religiose accettano / ammettono con molta cautela e riluttanza una presenza “oggettiva” della divinità ancora ai nostri giorni, perché ciò inficerebbe il loro potere terreno (basti ricordare che Cristo, il Dio fattosi uomo, non è mai stato riconosciuto dalle autorità religiose e poi opportunamente tolto di mezzo); quindi quando si manifesta un fenomeno come le apparizioni, o anche solo delle nuove rivelazioni divine, queste vengono guardate con estremo sospetto, e spesso sconfessate dalle istituzioni religiose.

Tanto meno la scienza (laica) e gli scienziati, avendo sposato la dottrina “evoluzionista” sono disposti ad ammettere la presenza di un’entità creatrice superiore, proprio perché superiore, (Dio) cui l’uomo, in quanto creatura dovrebbe perciò essere sottoposto.

In fondo nulla di nuovo, poiché già nella Bibbia (Genesi) si afferma che il peccato originale dell’uomo è stato quello di “desiderare di diventare come Dio”, ovvero possedere l’autodeterminazione, che allora si chiamava “la conoscenza del bene e del male”; se c’è Dio, è lui che mi dice ciò che è bene e ciò che è male, ma se non c’è alcun dio, sono io uomo che decido cosa sia bene o male (divento dio di me stesso).

Dio perciò è una presenza scomoda, sia nella realtà oggettiva della scienza, sia in quella soggettiva della religione (quando questo dovesse assumere forme materiali come nel caso di Gesù Cristo).

Nondimeno, le testimonianze (antiche e moderne) sono lì a dirci che l’uomo ha incontrato Dio faccia a faccia, un tempo e ancora ora, anche se Dio preferisce “nascondersi” per osservare il comportamento umano senza interferire direttamente. Ora, pretendere di non vederlo, pretendere che non ci sia, è perlomeno strano, proprio alla luce delle tante testimonianze attendibili, eppure per convenienza (umana) si continua a negare, sia da parte dei non credenti, sia da parte delle istituzioni religiose, che ammettono soltanto l’esistenza di un “Dio Spirito” che su questa terra agisce soltanto attraverso gli uomini, meglio se attraverso gli uomini che fanno parte o capo alle diverse istituzioni religiose consolidate e riconosciute dal potere civile e mondano.

Per la scienza Dio non esiste, per la religione esiste soltanto se ci credi, e se ci credi, meglio se lo fai attraverso le istituzioni religiose: questa è la spiegazione di Dio che oggi va per la maggiore, anche se non è quella dei testi sacri o delle antiche rivelazioni, ma tant’è, fino a quando Dio non ritornerà sulla Terra a prendere possesso del suo Regno, come ha promesso di fare Gesù Cristo, l’ultima apparizione fisica di Dio all’umanità (o almeno quella confermata e riconosciuta da un’ampia parte dell’umanità credente), l’uomo fa e farà sempre ciò che gli aggrada. Questa è la triste realtà.