Non essere incrdulo!
E' possibile ascoltare la meditazione direttamente da questi link:
https://rumble.com/vdy6tf-non-essere-incredulo.html
Testo: Matteo 13:53-58
Ogni singolo passo della Scrittura ci reca un importante insegnamento, utile per la nostra vita di credenti, e questo passo “particolare” non fa eccezione;
perché diciamo “particolare”?
La particolarità dell’avvenimento qui narrato è che, per una volta, Gesù “non riesce a compiere le opere potenti che compiva solitamente”.
Gesù che è incapace di compiere miracoli? Di fare segni miracolosi?
Certo che a queste domande la risposta scontata è: No;
No, nel senso che il potere di Gesù non viene mai meno, e tuttavia, neanche Gesù, ossia Dio, con tutto il suo potere, può costringere gli uomini a credere in Lui, perché Dio può soltanto invitare ciascun uomo a credere, ad avvicinarsi a Lui con fede, e quindi a riporre la sua fiducia e la sua stessa vita nelle sue mani.
Ma quando questo non accade? Cosa fa Dio?
Dio non forza nessuno a credere in Lui, a rendergli culto, e quindi laddove qualcuno si rifiuta di credere in Lui, Dio non lo forza minimamente, e in tali circostanze arriva fino ad astenersi del tutto dall’operare nei confronti di coloro che non vogliono credere.
Gesù quel giorno si trovava praticamente a casa sua, ossia nel suo paese, dove tutti lo conoscevano fin da quando era bambino, e questo, paradossalmente, giocava a suo sfavore, o meglio a sfavore di quelle persone che, avendo conosciuto Gesù come “il figlio del falegname”, rifiutavano per questo di accettare che Lui in realtà fosse anche il Figlio di Dio, il Messiah d’Israele, mandato per salvare il Popolo Santo.
Questo atteggiamento in verità non è troppo strano, ma si ripete quasi sempre in circostanze simili; Gesù stesso, ricorda alla folla incredula il detto: “Un profeta non è disprezzato che nella sua patria e in casa sua”, consapevole che anche in passato molto spesso i Profeti di Dio erano proprio disprezzati nella loro casa, dov’erano conosciuti, piuttosto che non laddove invece erano accolti soltanto come inviati da Dio.
Dietro a questo atteggiamento si nasconde spesso una certa invidia o gelosia nei confronti di qualcuno che si conosce per aver condiviso con lui la vita quotidiana, per poi scoprire che questi era ben più di un semplice vicino di casa o compagno di gioco, così anche di fronte ai segni potenti che Gesù compiva nella sua patria, gli stessi compiuti altrove, i suoi antichi conoscenti rimangono perplessi, e invece di accettare la sua Sapienza e il suo potere di operare segni miracolosi quale prova d’essere l’inviato di Dio, si concentravano sul suo ruolo di semplice figlio del falegname Giuseppe, di fratello di Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda, di figlio di Maria; ruoli che ai loro occhi riuscivano a sminuire tutto il resto, fino al punto di rimanerne “scandalizzati”, come se Gesù fosse in realtà un impostore che si volesse imporre a loro.
La verità è proprio il contrario di questo: Dio non si impone a nessuno, e men che meno opera contro la volontà e il desiderio di chi non vuole credere in Lui, al punto che, come ci dice l’Evangelista Matteo: “E lì, a causa della loro incredulità, non fece molte opere potenti”!
Ecco che l’incredulità, cari fratelli in Cristo, l’incredulità è un grave handicap che c’impedisce di realizzare l’opera di Dio nella nostra vita;
la nostra incredulità, infatti, “lega le mani del Signore”, proprio perché Dio non fa violenza a nessuno, e sia pure addolorato per il rifiuto ricevuto dai suoi amati figlioli, così come fece il Padre misericordioso della parabola, non forza il figliol prodigo che rifiuta di rimanere con Lui, ma lo lascia andare affinché maturi e si converta dalla sua via sbagliata.
Quindi cari fratelli, impariamo a guardare oltre l’aspetto esteriore delle cose, oltre l’apparenza materiale che limitò la vista di coloro che quel giorno rifiutarono di vedere in Gesù il semplice figlio del falegname, impedendogli così di agire e cambiare le loro vite.
Infatti non è scritto che Cristo non volle operare, ma che Egli non poté operare; e si meravigliò della loro incredulità. Sarebbe bastato un passo di fede di quelle persone che tutto si sarebbe svolto diversamente, come tante altre volte aveva fatto, Gesù avrebbe operato nello Spirito e nel corpo di chi si accostava a Lui con piena fiducia. Non sono le difficoltà, né la gravità del problema, che possono impedire a Cristo di agire, ma soltanto l’incredulità. Ancora una volta Gesù ci dice, come disse a Tommaso: “Non essere incredulo, ma credente”. AMEN