Ogni promessa di Dio
Testi: Giosuè 21:43-45
Il 21° capitolo del Libro di Giosuè si chiude con quest’importante presa d’atto: le promesse del Signore sono state da Lui tutte adempiute. Il Signore, ancora una volta, dimostra agli uomini che Lui è un dio di parola, che ciò che promette è esattamente ciò che mantiene.
Il messaggio che anche in questo passo Dio vuole darci è perciò molto chiaro: “vi potete fidare di me”!
La fiducia è davvero importante, poiché spesso è proprio sulla fiducia che noi compiamo la maggior parte degli atti della nostra vita; da quello più banale di uscire di casa la mattina per andare a scuola o al lavoro, fiduciosi che passerà il bus e che la nostra auto si metterà in moto come sempre, a quelli più impegnativi, come quando, ad esempio, dobbiamo affrontare un difficile intervento chirurgico, fiduciosi che il medico che ci deve operare sappia fare bene il proprio lavoro, oltre ad avere una grande fiducia nel Signore che guidi la mano del medico con attenzione, ovviamente!
Non c’è quindi dubbio che nella Scrittura sia più volte sottolineata la fedeltà di Dio alle sue promesse; Dio mantiene sempre le sue promesse! Questo è il messaggio ripetuto in ogni situazione, affinché il credente possa affidarsi a Lui con fiducia assoluta.
Ma allora perché anche molti credenti, o presunti tali, hanno così tante difficoltà a mettersi nelle mani di Dio, e avere completa fiducia in Lui?
Questa diventa poi la domanda cruciale, perché se è vero che Dio è un dio di parola, che sempre mantiene ciò che promette, dovrebbe essere altrettanto facile per un credente avere fiducia in Lui, nelle sue promesse, invece è proprio questo che spesso non avviene.
Perché?
La nostra realtà quotidiana di uomini e donne di questo mondo “materiale”, si presta molto bene a suscitare dubbi su tutto ciò che non sia altrettanto materiale, ovvero ciò che non vediamo con i nostri occhi o non tocchiamo con le nostre mani.
Siamo abituati a giudicare le cose per quanto vediamo e tocchiamo; così, se quando le cose vanno bene, ossia secondo i nostri desideri e aspettative, è anche facile avere fiducia in un Dio che non si vede, quando invece le cose non vanno come ci aspettiamo, quando sembra che il mondo ci crolli addosso, quando tutto ci appare oscuro e privo di significato, quando non riusciamo a dare un senso alle cose che ci avvengono attorno, non è più così facile credere nell’intervento di Dio e avere fiducia nella sua opera di salvezza. In queste situazioni critiche, a parole riusciamo a dire di avere fede e di fidarci di Dio, ma all'atto pratico veniamo meno, perché non vediamo umanamente una via d'uscita alla nostra situazione.
Dio però ci chiede di avere fiducia nel suo agire anche e soprattutto in questi momenti critici, perché Lui ci da due certezze, che sono anche le due condizioni affinché Lui intervenga nella nostra vita:
la prima è la sua potenza, che gli permette di operare ogni cosa, oltre ogni umana sapienza;
la seconda è la sua promessa di farlo, in adempimento alla sua volontà.
Dubitiamo della potenza di Dio? Un credente di certo non dovrebbe mai farlo; sono i non credenti che non credono in Dio, a dubitare della sua stessa esistenza, ma questa è un’altra cosa.
Dubitiamo allora della volontà di Dio di intervenire? (ossia della sua fedeltà?) Se noi conosciamo la volontà di Dio e ci atteniamo ad essa, siamo anche certi che Lui manterrà le sue promesse!
Il problema allora, cari fratelli in Cristo, il problema della nostra fede, o della nostra “poca fede”, è in verità legato alla nostra infedeltà al Signore!
Si fratelli, non è Dio ad essere infedele alle sue promesse, ma siamo sempre noi che non agiamo in accordo alla sua volontà; premessa indispensabile affinché Lui intervenga e mantenga così le sue promesse.
Non illudiamoci di poter “piegare Dio alla nostra volontà”, e poi pretendere che Lui intervenga in nostro favore quando nel bisogno noi lo invochiamo.
Non è un caso che quando noi preghiamo Dio, la prima preghiera che rivolgiamo a Lui è di perdonare le nostre mancanze; noi siamo manchevoli a causa del peccato, e soltanto quando abbiamo ottenuto il suo perdono, pentendoci del male che abbiamo fatto, possiamo anche invocare il suo aiuto, affinché lui mantenga la sua parola.
Quando siamo precipitati in una situazione di profondo disagio, lo abbiamo fatto perché ci siamo allontanati da Lui, dal compiere la sua volontà, e quindi siamo disperati. In quei momenti solo la nostra devozione al Signore può venirci incontro. Il nostro carattere, il nostro modo di essere, possono essere un ostacolo alla realizzazione delle promesse di Dio nella nostra vita.
Per ricevere da Dio, bisogna credere, ma credere significa prima di tutto conformarsi alla sua volontà, perché chi crede nel Signore, crede prima di tutto nella sua Parola, nella verità della sua Parola e quindi la mette in pratica conformandosi ad essa, come ben ci insegna il Signore, quando dice: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Mt 7:21), ma chi si rifiuta di mettere in pratica la parola di Dio nella sua vita, e non si pente del suo peccato, non ha speranza di veder realizzate le promesse di Dio. Infatti, Gesù, durante il suo ministero terreno, disse anche a chi gli chiedeva qualcosa: “Ti sia fatto secondo la tua fede...” a riprova che non è Dio che non agisce perché è infedele alle sue promesse, ma siamo sempre noi che non abbiamo sufficiente fede in Lui da conformare la nostra vira alla sua volontà. Chiediamo dunque a Dio di accrescerci la fede, sapendo che la fede riesce a smuovere le montagne e la fede ci conduce a Lui. AMEN