Pasqua di Risurrezione

Testi: Daniele 12:1-3; Luca 24:36-46; Apocalisse 22:1-5; 

 

Oggi ricordiamo la Pasqua di Risurrezione del nostro Signore Gesù Cristo!

Se vi chiedessi che cosa sia veramente la Pasqua di Risurrezione?

Voi mi rispondereste che è una delle maggiori feste cristiane, quella in cui ricordiamo la risurrezione di Gesù Cristo;

allora io vi dico che la Pasqua è la più grande e importante festa della cristianità!

 

Sì, la Pasqua è il vero cuore del Cristianesimo, prima dello stesso Natale, che nonostante sia ormai più sentito e festeggiato della Pasqua, nondimeno, il Natale è soltanto propedeutico alla Pasqua, senza la quale non avrebbe significato.

Allora la Pasqua dovrebbe essere per ogni credente “la festa per eccellenza”, perché durante la Pasqua il nostro Signore Gesù Cristo è morto e risorto per noi, per la nostra salvezza.

Sì, la Pasqua è il vero cuore del Cristianesimo, prima dello stesso Natale, che nonostante sia ormai più sentito e festeggiato della Pasqua, nondimeno, il Natale è soltanto propedeutico alla Pasqua, senza la quale non avrebbe significato.

Allora la Pasqua dovrebbe essere per ogni credente “la festa per eccellenza”, perché durante la Pasqua il nostro Signore Gesù Cristo è morto e risorto per noi, per la nostra salvezza.

 

Quando parliamo della Pasqua, ancora una volta noi poniamo molta enfasi sulla morte in croce di Gesù Cristo, perché il suo sacrificio è stato la chiave di volta del nostro riscatto.

 

Oggi però è il giorno della risurrezione, e per una volta vorrei invitarvi a meditare proprio sulla “risurrezione di Cristo”, sul suo significato e soprattutto sulle sue conseguenze, presenti e future, per noi credenti.

 

Con questo evento unico e straordinario Dio ha confermato che le parole, e quindi le promesse che suo figlio Gesù Cristo ha fatto a noi uomini, sono vere. 

Durante la sua predicazione, infatti, Gesù promise ai suoi discepoli: “Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto forse che io vado a prepararvi un luogo? Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi” (Gv 14:2-3).

Nonostante questa rassicurazione però, i discepoli di Gesù, quando lo videro venire da loro dopo la sua risurrezione, non volevano credere che lui fosse veramente risorto dai morti: “Ma essi, sconvolti e atterriti, pensavano di vedere uno spirito”.

 

Questa loro reazione però, è umanamente comprensibile, perché il concetto stesso di risurrezione è così lontano dal comune modo di pensare, che risulta difficile persino accettarne l'idea.

Eppure tutto il messaggio di Gesù Cristo, del suo Evangelo, si basa proprio su questo fondamentale concetto: “la risurrezione dei morti”, senza la quale anche il cristianesimo diventerebbe soltanto una delle tante dottrine etico/sociali, utile soltanto per regolare la società umana, ma che non lascerebbe spazio a nessuna speranza futura per coloro che sono morti e che morranno fino alla fine dei tempi.

Invece la risurrezione dei corpi, cioè dei morti, è la grande speranza del cristianesimo, come confessato anche dalla Chiesa primitiva nelle diverse confessioni di fede: “credo alla risurrezione dei corpi e la vita eterna”, “aspettiamo la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà”.

 

Ma allora perché nella nostra quotidianità di credenti facciamo così fatica ad accettare che Gesù Cristo sia risorto da i morti, e ancor di più che anche noi un giorno saremo destinati a risorgere?

Perché allontaniamo da noi quest'argomento e questa meravigliosa prospettiva?

 

Andando a memoria, al di là della Pasqua e di forse qualche funerale, io non ricordo di aver mai sentito un Pastore che abbia “predicato con gioia”, motivata dalla speranza della promessa di Cristo, sul tema della risurrezione e su quella che sarà la vita meravigliosa nel Regno dei cieli con il Signore!

E' così lontana la risurrezione dal nostro cuore?

Forse perché la leghiamo alla morte, e la morte ci fa paura?

Forse perché così come la morte sfugge dal nostro umano controllo, altrettanto sarà della risurrezione, lasciata nelle sole mani di Dio?

 

Allora non è un caso che noi credenti abbiamo finito per identificarci con il Natale di Gesù, più che con la Pasqua di risurrezione, perché il primo è un concetto più facile da comprendere, accettare e vivere, rispetto al secondo, molto più impegnativo sotto tutti i punti di vista.

Ecco perché, oggi, il giorno di Pasqua, il giorno in cui ricordiamo la risurrezione di Gesù Cristo, voglio invitarvi a riflettere bene sulla risurrezione. 

Sì, prima di tutto sulla risurrezione di Cristo, ma poi anche sulla nostra futura risurrezione, poiché come ci ha insegnato l'Apostolo Paolo, Cristo è soltanto il primo dei risorti, ma noi lo seguiremo.

 

In 1° Tes 4:13-17 l'apostolo scrive: “Fratelli, non vogliamo che siate nell'ignoranza riguardo a quelli che dormono, affinché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Infatti, se crediamo che Gesù morì e risuscitò, crediamo pure che Dio, per mezzo di Gesù, ricondurrà con lui quelli che si sono addormentati. Poiché questo vi diciamo mediante la parola del Signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati; perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d'arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell'aria; e così saremo sempre con il Signore”.   

 

Io credo sia molto importante capire bene cosa ci aspetta dopo la nostra morte, perché su questo argomento c'è molta confusione e purtroppo ci sono dei cristiani che di fatto non credono nemmeno più che noi risusciteremo con: spirito, anima e corpo, ma pensano che nel Regno dei Cieli noi saremo soltanto puro spirito.

Ho sentito molte persone che credono questo; credenza che però non trova fondamento nella Bibbia, dove invece è ribadito che noi avremo un corpo fisico, come anche gli angeli hanno un corpo fisico, (altro fatto negato da molti), esattamente come il corpo di Gesù Cristo dopo la sua risurrezione, un corpo perfetto e immortale sì, ma un corpo fisico non spirituale, un corpo che richiederà nutrimento, così come è detto nel brano di Luca: “Ma siccome per la gioia non credevano ancora e si stupivano, (Gesù) disse loro: «Avete qui qualcosa da mangiare?» Essi gli porsero un pezzo di pesce arrostito; egli lo prese, e mangiò in loro presenza”. E anche in Mc 14:25 è scritto: “In verità vi dico che non berrò più del frutto della vigna fino al giorno che lo berrò nuovo nel regno di Dio”.

 

Certo il nuovo corpo, quello celeste, sarà diverso da quello che abbiamo noi oggi sulla terra;

lo possiamo capire anche dalla reazione che ebbero i discepoli quando videro Gesù risorto e non lo riconobbero nemmeno: “...Gesù stesso si avvicinò e cominciò a camminare con loro. Ma i loro occhi erano impediti a tal punto che non lo riconoscevano” (Lc 24:15-16);

forse il nostro corpo immortale sarà simile a quello che aveva Adamo prima della caduta, secondo la versione di Ge 1:26-27: “Poi Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza,...». Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina”;

ma Gesù stesso ci da una descrizione del corpo dei risorti in Lc 20:34-36 quando ci spiega: “..I figli di questo mondo sposano e sono sposati; ma quelli che saranno ritenuti degni di aver parte al mondo avvenire e alla risurrezione dai morti, non prendono né danno moglie; neanche possono più morire perché sono simili agli angeli e sono figli di Dio, essendo figli della risurrezione”.

 

Dunque noi credenti saremo risuscitati da Dio all'ultimo giorno, e proprio perché scelti, o Eletti, dal Padre riceveremo in dono la vita eterna nel Regno dei Cieli;

quindi non potremo più morire e non saremo pertanto colpiti dalla “seconda morte”, ci dice ancora Gesù Cristo.

 

Anche il concetto di “seconda morte”, al pari di quello di “risurrezione”, non è quasi mai trattato nelle nostre chiese, anzi forse lo è ancora meno della risurrezione stessa!

 

Quanti credenti sanno che, dopo la risurrezione, per i non credenti ci sarà anche una seconda morte?

Io credo non molti; eppure e sempre la Bibbia che lo afferma.

 

La Scrittura ci testimonia altresì che ci sono due tipi di risurrezioni;

quella di Gesù Cristo è la risurrezione definitiva a vita eterna in un corpo immortale, come abbiamo visto, ma sappiamo che ci possono essere e ci sono state (anche se non molte) altre risurrezioni.

La più famosa è quella operata da Gesù nei confronti di Lazzaro (Gv 11), ma per esempio anche gli Apostoli Pietro e Paolo hanno a loro volta operato delle risurrezioni di morti (At 9:40 ; 20:9-12).

 

Tutte queste però erano risurrezioni potremo dire “soltanto temporanee”, infatti la Scrittura non testimonia che alcuno di questi abbia poi vissuto in eterno, ma anche Lazzaro e gli altri sono morti di nuovo, perché nessun uomo fino a oggi è mai scampato alla morte, se si eccettuano il Patriarca Enoch e il profeta Elia, portati in cielo da Dio ancora viventi.

 

La risurrezione di Cristo invece è la prima risurrezione definitiva, quella che precede la risurrezione di tutti gli Eletti; 

 

però la Scrittura ci dice che tutti risusciteremo, anche i non credenti, poiché tutti affronteremo il giudizio di Dio da viventi;

però soltanto gli Eletti vedranno la vita eterna col Signore nel Regno dei Cieli, come è detto in Ap 2:11 e 20:26 “Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda”, “Beato e santo è colui che partecipa alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la morte seconda, ma saranno sacerdoti di Dio e di Cristo...”.

Dopo il Giudizio, infatti, per i non credenti verrà la seconda morte.

 

Un altro concetto su cui si è molto scritto e dibattuto è l'Inferno, e diverse sono le interpretazione che i credenti danno di questo luogo.

Per alcuni, ispirati temo più da Dante Alighieri e dalla sua Divina Commedia, che non dalla Bibbia, questo sarà un luogo di pena e di sofferenza eterna;

potrebbe anche essere così, poiché nella parabola del ricco e di Lazzaro il mendicante(Lu 16:20-25) si prospetta questa possibilità.

La Scrittura però ci dice anche in Ap 20:14 “Poi la morte e l'Ades furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda, cioè lo stagno di fuoco”. E qui la seconda morte è descritta come la distruzione totale di tutto ciò e di tutti quelli che non hanno creduto e quindi non hanno accettato la grazia di Dio, compreso il diavolo.

 

Qualunque sia la versione corretta però, in ogni caso, le due alternative che ci vengono offerte da Dio Padre attraverso la morte e risurrezione di Gesù Cristo sono molto chiare:

da un lato la vita eterna nel Regno dei Cieli al cospetto di Dio, dove “...in mezzo alla piazza della città e sulle due rive del fiume ci sarà l'albero della vita che dà dodici raccolti all'anno, dove non ci sarà più nulla di maledetto, dove sarà il trono di Dio e dell'Agnello, dove non ci sarà più notte perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli...” questo per coloro che accettano la grazia di Dio;

oppure, in alternativa: la seconda morte nello stagno di fuoco dove tutto sarà distrutto;

per non pensare ad un'esistenza di tormenti eterni (come prospettato dalla versione Dantesca!).

 

Da che parte vorremo essere noi quando arriverà il giorno del Giudizio?

E' facile rispondere ora, però non è altrettanto facile predisporci per riuscirci, perché se nel nostro cuore cominciamo proprio a mettere in dubbio che Gesù Cristo sia veramente risuscitato con spirito, anima e corpo, come potremo credere che anche noi risusciteremo allo stesso modo?

 

Se abbiamo dubbi sulla risurrezione dei corpi e sul Regno dei Cieli, cosa di cui ci mette in guardia l'Aposto Paolo (in 1 Co 15:19) “Se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miseri fra tutti gli uomini”, che è oggi un grave rischio, specialmente per i credenti delle cd chiese storiche, troppo rivolti alle cose di quaggiù, ecco che il nostro cuore non è più rivolto a Dio come lui ci chiede, ma al mondo, con tutte le sue false promesse e le grandi illusioni.

 

Se perdiamo di vista la risurrezione, in verità perdiamo di vista tutto ciò che il Signore ci ha promesso, perché poseremo inevitabilmente il nostro sguardo non sulla croce di Cristo e sul suo sepolcro rimasto vuoto, ma sulle vicende e sulle prospettive del mondo, pensando che esse, per il momento, siano più importanti delle cose celesti; almeno fino a quando non si avvicinerà per ciascuno di noi il tempo di lasciare questo mondo, e solo allora riteniamo di dover pensare al dopo...

 

Però, Cristo ci insegna che non è così che dobbiamo ragionare ed agire;

lui ci ha mostrato che il Cielo viene prima della terra, e il suo servizio, prima delle nostre occupazioni terrene: “Cercate prima il regno dei cieli e tutte le altre cose vi saranno date in più”;

mentre la sua risurrezione ci ha confermato la promessa della nostra risurrezione, rendendo questa meravigliosa speranza una realtà concreta per noi credenti, non un sogno, una fantasia o un'illusione. 

 

Ecco perché la Pasqua di risurrezione è l'avvenimento fondamentale per noi credenti;

nella Pasqua noi mettiamo in gioco il nostro destino;

sia la nostra vita presente, quaggiù sulla terra come uomini e donne mortali, sia e soprattutto la nostra vita futura di esseri gloriosi ed immortali, al pari degli angeli, nel Regno dei Cieli con il Signore.

Ricordiamoci di questo cari fratelli in Cristo, e non solo oggi che è la Pasqua di Risurrezione, ma durante tutti gli altri giorni della nostra vita. AMEN