Perché investigare
Testo: Giovanni 5:39-47
Quanti sono gli studiosi che nel corso della storia hanno studiato la Bibbia? Eruditi di ogni epoca si dono dilettati nello studio delle Scritture per verificarne il contenuto, lo stile, l’attendibilità storica, quando non anche mettere in luce le apparenti contraddizioni in essa contenute, eppure costoro non hanno ricercato nella Bibbia la guida dello Spirito Santo che avrebbe potuto rendergliela loro comprensibile, ma piuttosto hanno preteso di poter loro giudicare la Scrittura, ossia la Parola di Dio, e quindi Dio stesso: quale arroganza!
Oggi, purtroppo, sono più coloro che leggono la Bibbia per giudicarla, piuttosto che non per esserne ispirati, e tra questi non ci sono soltanto gli studiosi cd “laici” che vogliono soltanto ricercarne l’attendibilità storica, in quanto gli autori della Bibbia, ispirati dallo Spirito Santo si sono sicuramente curati di interpretarne correttamente il volere, ma forse non con altrettanta cura hanno riportato fatti e situazioni storiche che per loro rivestivano minore importanza;
no, purtroppo ci sono anche studiosi credenti che, pur dichiarandosi tali, in realtà con il loro metodo cd storico-critico, hanno, se possibile, gettato maggior dubbio e discredito sulla Scrittura che noi i laici, evidenziandone le contraddizioni di fede in quanto a etica e persino contenuto teologico.
In buona sostanza quello che accade oggi, e che è accaduto già nel passato, è ciò che non è sfuggito al Signore Gesù Cristo che, davanti alle critiche rivoltegli da scribi e farisei, che nella Scrittura ricercavano la loro idea di salvezza, risponde: “Voi investigate le Scritture, perché pensate d'aver per mezzo di esse vita eterna, ed esse sono quelle che rendono testimonianza di me; eppure non volete venire a me per aver la vita!”
L’uomo è reso cieco dal proprio sapere, dal proprio orgoglio, e difficilmente accetta di buongrado il richiamo che il Signore gli fa al ravvedimento, al cambiamento, arroccandosi invece nella tradizione umana che nel tempo si è costruita, che proprio perché tradizione umana è fallace, perché corrotta da tanti stradi di polvere corrosiva depositatasi nel corso del tempo.
La Parola di Dio invece è come un vento fresco che soffia e porta via la polvere della tradizione, quella dei farisei prima e quella della chiesa poi, per ridare nuovo vigore e lucentezza alla Parola di Dio che si rinnova continuamente per mezzo dello Spirito Santo!
Senza la guida dello Spirito Santo, infatti, anche la Bibbia rischia di diventare uno strumento obsoleto, un racconto di antichi fatti umani che il lettore troverà noiosi perché superati dal normale evolvere della storia e delle conoscenze umane.
L'apprendimento e la verifica storica dei fatti contenuti nella Scrittura, dei luoghi e delle vicende narrati, è sì funzionale alla ben più elevata mira cui vuole volgerci il messaggio dell'Evangelo, tuttavia, se il tutto non è guidato dallo Spirito, verso il raggiungimento dello scopo per il quale la Scrittura ci è stata data, cioè l'eterna redenzione dell'anima e la quotidiana comunione con Dio, diventa un esercizio fine a sé stesso che non produrrà mai i frutti desiderati.
Chi guarda alla Bibbia come un documento storico o anche come una sorta di “feticcio sacro”, e nel suo studio la smonta e la decompone nei minimi elementi (passi), alla ricerca di non si sa quali misteri o segreti in essa celata, quando non anche possibili errori umani, finisce per analizzarla e classificarla, ma perdere di vista lo scopo primario per cui essa deve far luce nelle nostre vite.
Leggere e studiare la Bibbia senza considerare lo scopo per cui Dio ci ha donate le scritture ispirate, porta a una conoscenza che gonfia ma non edifica.
L'apostolo Paolo desiderava approfondire l'eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù (cfr. Filippesi 3:8, 10).
Allora cari fratelli in Cristo, ecco perché dobbiamo investigare le Scritture, lasciandoci interrogare e guidare da esse e non leggerle per pretendere di giudicare Dio attraverso di esse. AMEN.