Perdonare sempre
Testo: Matteo 18:15-22
Imparare a perdonare è una delle lezioni più importanti e necessarie per il genere umano, infatti la mancanza di perdono ha diviso i migliori amici, le famiglie e i popoli, ha generato situazioni di rancore e vendetta che hanno fatto soffrire intere generazioni.
La Scrittura ci insegna dunque che il perdono è un atto necessario per piacere a Dio, e questo perché il Signore Gesù Cristo è un dio d’amore, che si approccia a noi perdonando per primo i nostri peccati e allo stesso tempo ci richiede che noi perdoniamo i falli subiti da altri: “rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori” (Mt 6:12).
Questo insegnamento, se e quando osservato dai credenti, è bastante e sufficiente per adempiere la volontà di Dio, e tuttavia forse non tutti riescono a capirne fino in fondo l’importanza, pur cercando di adempierlo con cuore sincero, perché non comprendono il piano di Dio che sta alla base dello stesso.
Perché per il Signore è importante ogni singolo uomo, ogni singola anima salvata?
“Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e una di queste si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti per andare in cerca di quella smarrita?” (Mt 18:12).
Quando comprendiamo questo, possiamo capire perché anche una singola anima è importante nel progetto di Dio, che vuole la redenzione e la salvezza di tutta l’umanità, e Lui sa che soltanto attraverso il perdono dei nostri peccati potrà realizzare il suo progetto, ma affinché questo avvenga è necessario che anche noi ci perdoniamo a vicenda, che all’amore di Dio verso i suoi figli, corrisponda un amore fraterno tra di loro: “amerai il prossimo tuo come te stesso” (Lv 19:18) è detto, e questo perché soltanto il perdono reciproco può realizzare questo presupposto, giacché fino a quando saremo nel mondo, in balia del suo principe, noi continueremo a peccare contro Dio, che ci perdonerà, ma anche contro il nostro fratello, che deve a sua volta perdonarci affinché il Male, origine del peccato, sia sconfitto definitivamente nel cuore di ogni uomo, e possa realizzarsi l’avvento del regno dei cieli, riservato ai soli figli di Dio che lo avranno amato con tutto il cuore e avranno parimenti amato il proprio fratello.
Perdonare, infatti, significa vincere il male con il bene;
significa battere l’avversario di Dio con l’amore che viene da Dio stesso e non praticare invece la vendetta, arma di cui si serve il diavolo per dominare sull’uomo;
così la Scrittura ci dice chiaramente: “A me appartiene la vendetta” (Eb 10:30) perché sarà il Signore che a suo tempo farà giustizia ai suoi figli, ma a noi oggi chiede di perdonare i torti subiti e di non vendicarci, ossia di non cercare la giustizia umana, bensì di confidare sempre nella giustizia divina.
Certo questo insegnamento a volte è duro da accettare e quindi da mettere in pratica;
persino Pietro sembra in grande difficoltà dinanzi a questo insegnamento, ma Gesù lo esorta a non porre limiti all'autorità di Dio sui nostri sentimenti.
Gesù, per rispondere alla domanda di Pietro su quante volte si debba perdonare ci dice che il credente deve perdonare sempre, ossia che non vi deve essere un limite alle volte che noi possiamo e dobbiamo perdonare i torti subiti, lasciando sempre al Signore l’ultima parola di giudizio.
Il perdono verso gli uomini, infatti, è possibile soltanto se è stato realizzato il perdono di Dio;
soltanto se il cuore è pervaso dall'amore di Dio sarà possibile perdonare di cuore anche le più grosse offese.
Cari fratelli in Cristo, tutti noi abbiamo subito dei torti, delle cattiverie e siamo stati protagonisti di evidenti ingiustizie che hanno provocato in noi un umano istinto di rivalsa con le nostre mani, e quando questo accade, la via da seguire non è quella di ricercare la vendetta, bensì di chiedere al Signore di preservare il nostro cuore da ogni forma di risentimento e di aiutarci a perdonare chi ci ha fatto del male, e questo sarà possibile soltanto con la forza e l'aiuto di Dio. AMEN