Ponzio Pilato
Testi: Luca 23:1-24
Nella Bibbia incontriamo anche dei personaggi che poco o nulla sembrano avere a che fare con la Parola di Dio; messi lì soltanto per indicare un aspetto negativo della condizione umana o perché, per caso, hanno incrociato le vicende dei testimoni della fede. Uno di questi è senza dubbio Ponzio Pilato.
Vi siete mai chiesti chi era veramente Ponzio Pilato?
Se sì, molto probabilmente vi sarete dati una risposta sbrigativa e scontata, ma in verità la risposta a questa domanda non è poi così scontata.
Quello che sappiamo è che, ai tempi di Gesù, Pilato era il Prefetto romano della Giudea, e che, secondo le Scritture, fu anche il suo giudice, ossia colui che aveva il potere di assolverlo o condannarlo;
ma anche partendo da queste informazioni, rispondere non è così semplice, perché le interpretazioni e le leggende che nel corso dei secoli sono fiorite attorno alla figura di Ponzio Pilato sono diverse e tra loro contrastanti.
Alcuni storici hanno persino messo in dubbio che Pilato sia mai esistito, almeno fino a quando non è stata ritrovata a Cesarea un'iscrizione che riportava il suo nome;
altri hanno visto in Pilato un Prefetto romano, corrotto, crudele e senza scrupoli, che condannava e mandava a morte senza processo. Prefetto poi rimosso dagli stessi romani a causa della sua brutalità, e quindi esiliato in Gallia, dove si sarebbe poi suicidato;
altre fonti ci parlano di un Pilato che si è convertito proprio a seguito della morte di Gesù, e testimoniano il suo successivo martirio ad opera dei romani, come sostenuto dalla Chiesa Ortodossa Copta.
C'è poi chi addirittura lo considera un santo, come la Chiesa Ortodossa Etiope.
Per i cristiani delle origini, certamente Ponzio Pilato non era una figura secondaria, al punto che nella Confessione di Fede che ancora oggi noi utilizziamo, Ponzio Pilato è citato accanto a Maria, le uniche due figure umane che compaiono nel nostro “Credo” (sia nella versione Apostolica che in quella Niceno-Costantinopolitana), e questa, anche se non è un’attribuzione di una qualche valenza di fede alla sua figura, è certamente il riconoscimento dell'importante ruolo che Pilato ha avuto nella storia del cristianesimo.
La Scrittura, ed è a quella cui noi credenti dobbiamo fare riferimento, ce lo presenta in una luce “quasi positiva”, in contrapposizione alla luce “fortemente negativa” sotto la quale ci vengono descritti i Giudei del tempo, che gli autori dei Vangeli giudicano come gli unici veri responsabili della morte di Gesù.
Oggi la moderna esegesi biblica tende a rivedere queste interpretazioni che noi potremmo considerare un po' troppo “di parte”.
A questo punto però dobbiamo chiederci ancora: chi era veramente Ponzio Pilato?
Certamente era un funzionario romano che doveva tutelare gli interessi dell'Impero, e in base a tali interessi lui agiva;
Gesù di Nazareth rappresentava una autentica minaccia per Roma?
In quel tempo no!
“Io non trovo alcuna colpa in quest'uomo”. Questo è il giudizio di Pilato nel Vangelo di Luca; ma anche negli altri tre Vangeli il suo giudizio è lo stesso.
Per Pilato, Gesù era soltanto un esaltato che si autoproclamava “re dei Giudei”, forse un pazzo, tuttavia inoffensivo, e che rientrava nei tanti conflitti religiosi che sempre avevano luogo nella riottosa provincia romana della Giudea, dove gli ebrei rifiutavano di adorare le divinità di Roma.
Agli occhi di un funzionario romano, allora, quel Gesù di Nazareth era soltanto un fastidio, una seccatura, ed ecco spiegato il suo maldestro tentativo di liberarsene mandandolo da Erode, che almeno formalmente era il re ebreo della Giudea, sia pure sottomesso a Roma;
questo modo di fare ci ricorda tanto quello dei nostri odierni funzionari pubblici, che non appena possono trincerarsi dietro la frase: “non è di mia competenza”, sono ben felici di farlo!
Non essendo però riuscito nel suo intento, Pilato cerca di liquidare la faccenda tenendo un basso profilo: commina a Gesù una punizione tutto sommato lieve per quel tempo (flagellazione), tanto per salvaguardare il ruolo dell'autorità di Roma.
La folla però è agguerrita e sobillata dai Sacerdoti, alza la voce contro questa sua decisione.
È qui che Pilato si rende conto di come quel “fastidio” potrebbe veramente diventare un problema serio; comincia ad avere paura, e così scarica Gesù nelle mani del popolo, lavandosene appunto le mani!
Questa è la sua vera colpa come uomo; quella di non aver avuto il coraggio di fare giustizia, di adempiere fino infondo al suo incarico di Prefetto imperiale, ma di aver ceduto anche lui alla debolezza umana.
Ma possiamo veramente condannarlo senza appello per questo?
Lui che era un pagano? Quando persino Pietro, il primo discepolo di Gesù, lo ha rinnegato, pur sapendo chi era veramente Gesù?
Anche Pilato allora rappresenta la meschinità umana; come tutti noi, che non sappiamo essere migliori di così, se non accogliendo il perdono di Dio mediante la grazia che ci è data attraverso il prezioso sangue di Cristo, morto sulla croce per la nostra salvezza. AMEN
