Quale valore diamo all'anima?

Testo: Marco 8:34-38

 

Cari fratelli in Cristo, ancora una volta la Scrittura ci mette di fronte alla nostra realtà di uomini e donne lontani dalla salvezza, perché vittime del peccato di ribellione a Dio.

Gesù Cristo è colui che Dio Padre ci ha inviato per “ricondurci a sé”, per ristabilire l’alleanza tra lui e l’umanità più volte infranta dagli uomini che hanno pensato di poter essere bastanti a sé stessi, come i fiori recisi che fanno bella mostra in un vaso o i tralci della vite tagliati dalla vite stessa che li teneva “prigionieri”.

La vita lontana dalla linfa vitale di Dio, che è lo Spirito Santo, non può sussistere, ma viene meno dopo un breve periodo, nel quale, questo sì, ci possiamo anche illudere di poter vivere senza Dio, di essere bastanti a noi stessi, ma non è così, perché la nostra anima si perde inesorabilmente se noi non rimaniamo attaccati al Signore.

Però, cari fratelli, ciò che ci trae in inganno, è proprio quel breve periodo che noi chiamiamo “vita o esistenza terrena” che ci da l’illusione di poter stare senza il contatto con Dio, e allora ecco che coloro che cadono preda di questa illusione, si allontano da Lui, recidono il legame con lo Spirito Santo e vivono nell’illusione del bastare a sé stessi… e così lottano ogni giorno per sopravvivere in un mondo competitivo, dove la ricchezza materiale in tutte le sue forme, rappresenta l’illusoria salvezza.

Il “guadagnare tutto il mondo” che Gesù usa come espressione, ben rappresenta il pensiero di costoro che fondano la loro sicurezza sui beni del monto, in quantità ben superiori di quelli bastanti alla vita.

Siamo di fronte ad un pensiero insensato che solo apparentemente è giustificato dalla necessità di avere di che sostenerci, poiché tutta la ricchezza del mondo non serve a preservare la nostra anima: “E che giova all'uomo se guadagna tutto il mondo e perde l'anima sua?” ci chiede Gesù. E ha ragione, ma il desiderio di possesso che si accresce in coloro che hanno reciso il loro rapporto con Dio è incontenibile.

Nessuno di buon senso comprerebbe per sé solo un quintale di pane perché, dopo due giorni diventa secco ed è da buttare, ma tutti costoro potendolo fare si impossesserebbero di un quintale d’oro, perché non valutano che la loro vita terrena è corta, troppo corta perché abbiano davvero il tempo di usare tutto quell’oro!

No, cari fratelli in Cristo, impariamo che Dio ci ha donato tutte le cose necessarie, ma a noi è richiesto di usarle nella giusta misura per questa vita, e questo noi lo possiamo fare se rimaniamo in costante comunione con lui attraverso il suo Santo Spirito che continua a guidare ogni figlio di Dio da quando il nostro Signore Gesù Cristo è asceso al cielo per ritornare presso il Padre.

Avere comunione con lo Spirito di Dio è la chiave per la salvezza, dopo che Cristo ce l’ha annunciata.

Se riteniamo che la nostra anima abbia un valore per noi, allora dobbiamo rimanere in comunione con Dio perché Lui è la fonte della vita stessa per la nostra anima. Non c’è via alcuna diversa che possa condurci alla salvezza eterna, poiché noi non siamo indipendenti, ma come fiori o tralci dobbiamo rimanere costantemente attaccati alla fonte che ci nutre. Quando siamo recisi la nostra vita si spegne poco a poco, e la nostra anima lontana dal Signore muore insieme al nostro corpo.

Ora cari fratelli in Cristo, di fronte a Dio Padre la nostra anima è tanto preziosa da valere il sacrificio del Suo Unigenito Figlio, Cristo Gesù, morto per ogni peccatore; e noi saremo dunque così sciocchi di rifiutare questo dono allontanandoci da Lui?

Questa è la realtà spirituale di cui dobbiamo prendere atto, prima che sia troppo tardi: Dio ci ama, ma se noi continuiamo a camminare nel peccato della nostra ribellione, Lui non potrà salvarci, perché accettare la salvezza portataci da Cristo è, e rimane, una nostra decisione soltanto.

Allora impariamo a riconoscere il valore della nostra anima, che per Dio è inestimabile, e chiediamoci se lo è altrettanto per noi! AMEN