Qui ed ora, o in cielo e dopo? No, meglio ovunque e sempre!
La scelta che nel corso della storia ha diviso atei e credenti è da sempre sembrata l’unica possibile per l’umanità, e questo non solo per i credenti della religione cristiana, la quale prospetta una vita futura ed eterna in un luogo ameno chiamato paradiso per i buoni credenti, o in un luogo di terribili sofferenze chiamato inferno, per i cattivi credenti, ma anche per gli atei, che non credono in nessun dio.
Anche per i non credenti in alcun dio, o atei che dir si voglia, la scelta, sia pure obbligata del “qui ed ora” era pur sempre una scelta alternativa al riporre una speranza in una ipotetica vita futura, per quanto presentata come migliore, rispetto a una pessima vita presente, ma che per chi non crede rimane anche l’unica certa e concreta.
La religione ha sempre giocato un ruolo molto importante, quello di “strumento di controllo sociale delle masse”, per cui, per le istituzioni religiose e laiche, il ruolo della religione, ovvero della chiesa (cattolica) e delle sue istituzioni sociali, era comunque fondamentale, al di là che davvero i vertici della chiesa e del potere civile credessero o meno dell’esistenza di un dio e di una vita (beata o dannata) dopo la morte.
Alla luce della storia, a credere maggiormente nel “in cielo e dopo” erano maggiormente, se non esclusivamente, le classi sociali più povere e svantaggiate, ossia coloro che non avevano nulla da sperare in questa vita, ma che al contrario la promessa di una vita migliore dopo la morte dava un senso anche alla loro vita presente, distogliendoli in tal modo dal desiderio di ribellione al sistema.
Per contro a aderire alla scelta del “qui ed ora” erano non solo i vertici delle istituzioni religiosi, e della chiesa in particolare, che hanno sempre saputo come la promessa della vita dopo la morte era basata su falsificazioni dei testi cd “sacri”, scritti da mani umane (solo ipoteticamente ispirati da un dio) solo per tenere sotto controllo le masse, e ovviamente da parte di quella classe che deteneva il potere ai vari livelli e che non voleva condividerlo invece con le masse.
La scelta allora, comunque la vogliamo vedere, è un ben orchestrato inganno da parte, in primis, delle istituzioni religiose, e poi da chi detiene il potere in generale.
Ora però, ogni inganno può nascondere una verità, che rimane nascosta proprio perché non fa comodo a quelle stesse classi che detenendo il potere, che hanno tutto da perdere se tale verità venisse svelata alle masse sottomesse.
Se le cd “religioni rivelate” hanno di fatto “ingannato” le masse di tutte le epoche prospettando una vita dopo la morte molto simile a quella terrena, ma in un mondo molto migliore (risurrezione), nondimeno molti Saggi, o Maestri, o Asceti che dir si voglia, hanno scoperto, raggiunto, e interagito con stadi di esistenza che potremmo chiamare “ultraterreni”, che testimoniano e provano che l’esistenza umana come anima, o coscienza, non finisce con la morte fisica del corpo in questa vita.
Se qualcuno ha anche prospettato la possibilità delle “reincarnazione” delle anime e coscienze, cosa altrettanto possibile, ma che di fatto non risolve il problema, nel senso che attraverso la o le reincarnazioni l’uomo non raggiunge uno stadio superiore di esistenza, ma deve di fatto rivere un’altra esperienza di questa vita, questo stato può essere l’ulteriore prova di come l’esistenza della coscienza non viene meno con la morte del corpo fisico, ma che questa è indipendente da esso e che il corpo fisico è soltanto uno dei possibili stati d’esistenza dell’essere, che di fatto si può perpetuare all’infinito (eternità) evolvendo in stati successivi che si ritiene superiori ogni volta che questo “passaggio” avviene.
La consapevolezza di questo stato di cose però ci presenta la terza scelta, quella che possiamo definire del “OVUNQUE e SEMPRE”.
Oggi la fisica quantistica ha certificato (se ce ne fosse stato bisogno) che l’universo è “non locale” e che il tempo stesso è una dimensione (non lineare) e che quindi noi come parte dell’universo o di Dio, se vogliamo così definirlo (la scintilla divina che è in noi) siamo ovunque sempre e contemporaneamente, ossia non c’è un qui e un in cielo, e non c’è nemmeno un “adesso e un dopo”, ma un “sempre”, proprio perché noi esistiamo in connessione con l’universo o con Dio, “ovunque e da sempre”!
Quando noi cominciamo a vedere e vivere la nostra vita (attuale) con la consapevolezza di questa prospettiva, che poi è la prospettiva che Baruc Spinoza aveva identificato nei suoi studi basati sulla pura ragione, allora “troviamo in noi stessi la pienezza di Dio”, sia ora che siamo in questo corpo su questa terra, sia quando ci vediamo come parte di un tutto in un tempo infinito (il sempre).
Certamente ragionare secondo questa prospettiva (visione) non è facile, specialmente dopo che siamo stati cresciuti in una società che ci ha sempre proposto solo le prime due prospettive come unica scelta possibile, perché esse erano, e sono, le uniche che permettono ai capi (religiosi e laici) di controllare le masse racchiudendoli in schemi sociali prefissati (la matrix sociale), quando invece la terza scelta libera totalmente ogni singolo essere essere da ogni tipo di controllo sociale rendendolo soggetto soltanto alle cd “leggi di natura”. In questo caso, l’unica vera legge naturale che regola l’intero universo è sintetizzata nell’equilibrio, descritta come legge del karma, o come la raccolta di ciò che seminiamo, o più scientificamente nella legge di causa ed effetto, dove ogni azione produce una reazione uguale e contraria.
L’universo, o se preferiamo, il Dio universale, o la coscienza universale/cosmica, non detta norme etiche, non giudica il bene e il male che facciamo con un giudizio finale, ma semplicemente ci dice che l’universo ha la caratteristica di ricercare sempre l’equilibrio, quindi, ciò che do in più mi sarà reso, ciò che do in meno mi sarà richiesto. Ogni cosa che faccio agli altri lo faccio a me stesso, perché io sono parte del tutto, così come gli altri.
Quando comprendo questo assioma mi comporto di conseguenza, ma ovviamente se ogni essere umano adottasse questa visione non ci sarebbe più alcun bisogno di qualcuno sopra di lui che lo controlla, lo dirige, e lo domina, sia esso un sacerdote o un politico. Ecco perché religiosi e politici si sono sempre ben guardati dal far conoscere questa verità all’umanità e hanno cercato in tutti i modi di mettere a tacere quegli uomini spirituali, Saggi, o Maestri che sono stati scelti proprio dal Dio dell’universo per diffondere questi insegnamenti.
Se dovessimo paragonare l’universo al corpo umano, potremo identificare questi uomini come il sistema immunitario destinato a mantenerne l’equilibrio, ossia la salute stessa dell’universo o di Dio, come dice Spinoza “deux sine natura”.
Nel momento che un uomo prende coscienza di questo, allora vive la sua vita senza più timore, perché non teme più la morte, che non esiste (perché è solo corruzione del presente corpo), non teme più alcun giudizio estremo perché non c’è il dio giudice supremo che ti condanna all’inferno se non hai creduto, non c’è un ieri, un oggi e un domani, perché comincia a percepire che tutti noi viviamo in un “ovunque e sempre”!
