Ragiona in modo disinteressato

Testo: Filippesi 2:1-7

 

Cari fratelli in Cristo, questo passo della lettera di Paolo riassume nel concreto l’amore che ciascuno di noi deve avere verso il prossimo, ossia, verso tutti gli altri uomini e donne che sono attorno a noi, con i quali veniamo in contatto durante la nostra vita quotidiana.

Il prossimo è colui che ci sta vicino, ossia anzitutto il vicino di casa, il collega di lavoro o il compagno di scuola; spesso tendiamo invece a generalizzare e pensare che il nostro prossimo è anche colui che abita dall’altra parte del mondo; ora se questo è corretto in linea di principio, tuttavia il Signore ci chiede di amare ad iniziare da colui che è vicino a noi, proprio perché è qualcuno che conosciamo e soprattutto con il quale entriamo in relazione quotidianamente, alias, è anche colui con il quale è più facile avere dei conflitti. Difficile litigare con qualcuno che sta dall’altra parte del mondo che non abbiamo mai visto né conosciuto!

Perché il Signore ci chiede questo però?

L’amore di Dio per noi non è fine a sé stesso, come possiamo a volte pensare, ma è lo strumento attraverso il quale Dio si manifesta all’umanità.

Fare del bene al nostro prossimo nel piano di Dio è fare del bene a noi stessi!

Si cari fratelli in Cristo: chi fa del bene al prossimo fa del bene a sé stesso, così come chi fa del male al prossimo fa del male a sé stesso!

Nel perfetto equilibrio del creato ogni cosa trova un suo equilibrio e se tale equilibrio è turbato, nel bene o nel male, sarà seguito da una conseguenza per ristabilirlo; questa è una legge universale, nota anche come legge del karma, che nella Bibbia è espressa dal concetto ciò che hai seminato è anche ciò che raccoglierai!

Il Signore ci chiede di fare del bene e non del male, di donare a chi è nella necessità senza aspettare da lui un contraccambio, ossia farlo in modo anonimo, poiché sarà il Signore stesso che attraverso questi atti provvederà alla crescita dell’umanità, crescita che deve avvenire nell’amore e nella reciproca generosità e non nell’odio e nell’egoismo.

Noi fratelli ragioniamo come singoli individui, ma il Signore ragione osservando l’insieme del suo creato e vede ciascuno dei suoi fedeli come dei componenti del suo piano.

Noi siamo come dei soldati, e in battaglia cerchiamo di compiere il nostro dovere, ma nello stesso tempo di non farci uccidere, ma il Signore è il generale che ha sott’occhio tutto il campo di battaglia (il suo esercito schierato) e lo conduce alla vittoria in quest’ottica, ma per poterlo fare deve essere certo che ogni singolo soldato ai suoi orini, li rispetti e si impegni secondo le sue direttive.

L’egoismo è il male peggiore che può colpire ciascuno di noi credenti, perché ci allontana dal progetto di Dio per noi e per l’umanità. Per questo motivo dobbiamo imparare ad amare non solo noi stessi, la nostra stessa vita, ma anche il nostro prossimo, o come ci dice Paolo: “cercando... anche l'interesse degli altri” perché nella visione di Dio, il nostro interesse corrisponde all’interesse di tutti; facciamo dunque nostra questa visione, per fede e per fiducia nel nostro Signore Gesù Cristo!

Mettiamo dunque da parte il nostro egoismo e facciamolo seguendo le indicazioni del Signore stesso:

Il primo passo per essere meno egoisti è smettere di pensare tanto a sé stessi e iniziare ad ingegnarsi per aiutare gli altri. Uscire dall’egoismo però richiede di porsi in atteggiamento di ascolto dei bisogni altrui, di mettersi nella posizione di poter fare qualcosa per loro. In parole semplici: farci coinvolgere!

Il secondo passo è aiutare gli altri quando essi sono nel bisogno, e tuttavia il Signore ci consiglia di farlo in silenzio, di donare restando anonimi: “Guardatevi dal praticare la vostra giustizia davanti agli uomini, per essere osservati da loro; altrimenti non ne avrete premio presso il Padre vostro che è nei cieli... la tua elemosina sia fatta in segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa

Chi dona nell’anonimato ottiene benefici spirituali, mentali ed emotivi. Facciamo la prova. Il senso di appagamento che ne otterremo ci incoraggerà a farne uno stile di vita. AMEN