Saper chiedere a Dio

Testi: 1 Re 3:7-14


Salomone è da sempre portato ad esempio e citato in quanto a saggezza e a ricchezza, ben oltre ogni desiderio umano, e la Bibbia ci da ampia testimonianza di queste sue condizioni, ma allo stesso tempo, ancora più importante, anche ci spiega come Salomone sia stato in grado di acquisire queste sue condizioni: esse sono indubbiamente un dono di Dio.

Dio dona sempre con generosità ai suoi figli che gli domandano qualcosa con cuore sincero, ma nel caso di Salomone, possiamo ben dire che Dio abbia “esagerato”, (nessuno è stato simile a te nel passato, e nessuno sarà simile a te in futuro), e che lo abbia fatto di proposito, per testimoniare a noi tutti, ciò che Egli gradisce da noi, presentandoci Salomone come esempio.

Salomone era ancora giovane quando salì al trono di suo padre Davide: “…e io sono giovane, e non so come comportarmi” confessa lui stesso in preghiera al Signore, consapevole che per il ruolo di re d’Israele lui non si sentiva per nulla pronto, e quindi, giustamente timoroso di sbagliare, prima ancora di cominciare, chiede aiuto al Signore, ovvero si mette nelle sue mani.

Le richieste di Salomone non sono però per sé (potere, ricchezza e lunga vita), bensì in favore del popolo che il Signore lo ha chiamato a governare, e questo genere di richieste sono proprio quelle che piacciono al Signore, che non lesina doni ai suoi figli, che però lo fanno soltanto in accordo alla sua volontà, e non per assecondare i capricci dell’uomo.

Dio, infatti, oltre ad accogliere di buongrado le richieste di Salomone per il suo buon governo, vi aggiunge ogni altra benedizione personale, quale stima e ricompensa per aver agito bene, in accordo alla sua volontà.

Il servizio di Dio viene prima del piacere personale; questo lo ribadirà anche Gesù Cristo nella sua parabola del servo, («Se uno di voi ha un servo che ara o bada alle pecore, gli dirà forse, quando quello torna a casa dai campi: "Vieni subito a metterti a tavola"? Non gli dirà invece: "Preparami la cena, rimbòccati le vesti e servimi finché io abbia mangiato e bevuto, poi mangerai e berrai tu"?

Lc 17:7-8) ma in questo racconto di Salomone è ancor più evidenziato come il servire Dio senza reticenze, il mettere il suo servizio al primo posto della nostra vita, non solo comporta un sicuro successo nella missione che Lui ci ha affidato, ma anche una serie di benedizioni che renderanno la nostra vita più agevole sotto molti punti di vista.

Agendo così, Salomone seppe chiedere la cosa giusta: un cuore saggio per discernere il bene dal male, affinché potesse governare giustamente il popolo di Dio, e pensò prima di tutto ad essere un re saggio e giusto. Poiché la sua richiesta piacque a Dio, non solo lo esaudì, ma oltre alla sua umile richiesta gli aggiunse ricchezza, gloria e fama, tanta, per cui ancora oggi egli è ricordato.

Anche se noi sappiamo bene che tutta la ricchezza di questo mondo non può donarci la vera felicità, poiché la vera gioia e pienezza della vita per un credente la si può ottenere soltanto quando siamo in comunione con Gesù, è proprio questa comunione piena con Lui che è la fonte di ogni benedizione, su questa terra, così come lo sarà in cielo.

Tuttavia, se già oggi il Signore ci concede ciò che ci serve per i nostri bisogni materiali, essi però non devono occupare la parte più importante del nostro cuore, e di conseguenza quando chiediamo in preghiera al Signore, dobbiamo sempre farlo in accordo alla sua volontà, chiedendo ciò che è bene per noi e per il compimento della missione che Lui ci ha assegnato.

La vera fonte della gioia e di ogni felicità sta nel conoscere il Signore Gesù e nel fare la Sua volontà!

AMEN