Sapersi accontentare
Testo: Ebrei 13:5-6
Oggi cari fratelli in Cristo, se qualcuno ci dice: "accontentati", il più delle volte lo interpretiamo con una sorta di rimprovero, se non proprio un'offesa!
Sembra che, secondo l'opinione corrente, accontentarsi sia diventato una sorta di situazione fastidiosa da cui si cerca in ogni modo di fuggire.
Accontentarsi viene sempre più inteso come una limitazione alla propria libertà, ai propri desideri, come una sorta di "ingiustizia" che ci viene fatta da chi invece si presume non si accontenti affatto ma abbia ciò che noi non abbiamo.
Questo modo di pensare si è diffuso a tutti i livelli e spinge gli uomini e le donne del nostro tempo a desiderare sempre di più, perché la cd "società dei consumi" si fonda proprio sul desiderio, e il desiderio è il nemico naturale dell'accontentarsi.
La Scrittura invece ci invita ad essere contenti di ciò che abbiamo, ma cosa significa veramente essere contenti di ciò che abbiamo?
Significa forse sedersi e non fare nulla per ottenere le cose che ci occorrono o non adoperarci per migliorare le condizioni di vita nostre e dei nostri cari?
Sicuramente no!
Accontentarsi non significa affatto non migliorare le nostre condizioni, ma nella Scrittura è insito un importante insegnamento, ossia che dobbiamo imparare ad apprezzare ciò che abbiamo senza lasciarci condizionare dal desiderio di ciò che non abbiamo.
Il credente sa che il Signore, in cui ha riposto la propria vita, ha già provveduto a tutte le sue necessità, e che per questo come dice il salmista: "Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla…" (Sal 23:1), chi ha ben chiaro questo, sa anche che ciò di cui ha veramente bisogno è già in suo possesso, né è consapevole e quindi non si lascia "condizionare dal desiderio" ma apprezza ciò che già possiede, lo vive e ringrazia il Signore per quanto ha ricevuto, senza lamentarsi, senza fremere per ciò che non ha, e il mondo consumistico gli vorrebbe imporre, facendolo così vivere nel costante senso si mancanza e quindi di frustrazione.
La vita che il mondo oggi ci propone, sempre alla ricerca di ciò che non si ha e che nella grande maggioranza dei casi non ci serve neppure, è davvero frustrante per tutti coloro che ne cadono vittime perché impedisce loro di apprezzare le cose che già possiedono alla costante ricerca di possedere quelle che non hanno e che molto spesso non potranno mai possedere, se non con enormi sacrifici, e che una volta raggiunti non daranno vera soddisfazione.
Allora cari fratelli in Cristo, dobbiamo acquisire la consapevolezza che il sapersi accontentare non è affatto una limitazione della nostra libertà ma al contrario è una qualità interiore, indipendente dalle circostanze esterne.
Noi possiamo avere una vita gioiosa quando la viviamo apprezzando ciò che abbiamo, quando siamo contenti della nostra condizione, perché possediamo amore, pace, gioia e allegrezza, mentre la maggior parte dei brontolii di malcontento sono spesso l'esternazione di persone che hanno tutto ciò che il mondo può offrire ma non hanno la capacità di apprezzare ciò che hanno.
La qualità della nostra vita dipende dunque dal punto di vista, dal gusto e dai desideri che abbiamo, e questo ci spiega perché una situazione dà gioia ad una persona mentre fa annoiare un’altra.
Guardiamo per esempio all'Apostolo Paolo, nessuno ha attraversato tante prove e tribolazioni come lui, eppure egli era sempre felice. Il suo segreto stava nel fatto che aveva imparato ad essere contento nello stato in cui si trovava.
Se siamo consapevoli che tutto dipende dal proprio punto di vista e paragoniamo la nostra condizione attuale di credenti con quella in cui ci troveremmo senza la grazia di Dio, in noi verrà presto la gioia. Se potessimo vedere le prove presenti alla luce dell’eternità, metteremmo subito da parte le tante piccole insoddisfazioni che il mondo ci butta davanti per indurci ad un insano desiderio e vivremmo guardando fiduciosi a ciò che ci aspetta nella nostra vita futura col Signore. AMEN