Senza Gesù

Testi: Giovanni 15:1-8

 

Il passo della Scrittura proposto per la predicazione di oggi è uno dei più significativi e profondi che possiamo incontrare, poiché riassume in sé tutto l’essere cristiano, ma ancora prima, l’essere “creatura di Dio”.

Gesù parla ai suoi Apostoli e li istruisce circa la loro futura condotta e missione; a tal proposito sembrerebbe che le sue parole siano rivolte soltanto, se non principalmente, ai credenti, ossia ai suoi discepoli, ma se approfondiamo bene il testo, ci rendiamo presto conto che queste parole sono universalmente valide per ogni uomo o donna sotto il cielo, ossia per ogni “figlio di Dio”, e che l’analisi fatta da Gesù, sia pure impietosa, è altresì veritiera, quando ci informa che “senza di me non potete fare nulla”.

Veritiera per i discepoli, sia quelli del suo tempo, sia quelli futuri, che erano e sono chiamati a portare avanti la Chiesa di Cristo sulla terra, perché senza la forza vitale di Cristo che opera attraverso lo Spirito Santo, ogni istituzione, o gruppo, non potrebbe reggersi con le sole proprie forze.

Nel corso dei secoli abbiamo assistito a numerose “cadute” di cd “chiese” che si erano allontanate dalla Parola, e quindi dalla volontà di Dio, e di queste ne abbiamo già testimonianza nella Scrittura, dove per mezzo dell’Apostolo Giovanni, Cristo rimprovera le cd “chiese dell’apocalisse” per le loro mancanze, ossia per essersi allontanate dall’insegnamento Evangelico. Questo comportamento però si è ripetuto più e più volte nei secoli successivi da parte di quelle chiese che hanno abbandonato gli insegnamenti cristiani per seguire tradizioni umane o peggio ancora di antica origine pagana.

Queste esperienze religiose, ancora oggi presenti, hanno sì ottenuto l’approvazione del mondo, ma hanno perso la loro forza vitale per essersi distaccate dal messaggio di Cristo, che professano soltanto a parole ma dal cui cuore si sono allontanate, e per questo si stanno spegnendo, perdendo ogni giorno membri, o peggio ancora stanno diffondendo dottrine completamente contrarie a quanto riportato nella Scrittura per seguire le mode del mondo.

Gesù però parla anche all’umanità, all’uomo in quanto creatura di Dio, che essendosi ribellata al suo creatore (Adamo), da allora vive una “non-vita”, patendo per questo ogni sorta di disagio e avversità che ben avrebbe potuto evitare se fosse rimasta fedele a Dio.

L’uomo ribelle, ossia la progenie di Adamo, quale tutti noi siamo, vive sotto la pesante cappa del peccato, che soltanto può essere sollevata e tolta dalla fede in Gesù Cristo; tuttavia se tale fede viene meno o non vi è mai stata, ecco che la vita dell’uomo si rivela essere una costante lotta per sopravvivere in un mondo che solo in apparenza riesce a dominare, come invece pretenderebbe di poter fare.

Benché nessun uomo (ateo o non credente) sarà mai disposto ad ammetterlo, specialmente ai nostri giorni, dove il costante progresso scientifico ci promette un futuro radioso, guardando invece il presente (non dissimile dal passato) vediamo come ogni giorno gli uomini vivano una vita piena di preoccupazioni, e siano costantemente sfiduciati e paurosi gli uni degli altri (siano essi gli immigrati che vengono dai paesi meno ricchi per approfittare delle risorse del nostro paese, oppure le minacce che incombono da parte dei grandi poteri del mondo che possono ridurre in povertà intere nazioni, com’è accaduto in Grecia).

A poco valgono, in verità, le promesse dei vari politici di cambiare le cose se solo saranno loro a governare, perché sono soltanto vuote parole che ben presto si rivelano fallaci perché non portano a nessuna soluzione dei problemi a tutti i livelli: personale, familiare, sociale, politico, religioso.

La verità che nessuno vuole ammettere è proprio che l'uomo vive una vita triste, piena di ansie, alla ricerca continua di un qualcosa che nemmeno lui conosce e non riesce a trovare per riempire il vuoto che sente dentro.

C'è chi pensa di riempirlo con la ricchezza, il piacere del sesso, della droga, del gioco, aumentando il suo sapere, ma se solo si fermasse a riflettere su queste cose, capirebbe che tutti questi rimedi non sono che dei fugaci palliativi per lenire un’esistenza che sempre e comunque sarà coronata dalla morte.

Anche se la scelta di una o di un'altra di queste cosa può provvisoriamente distogliere il pensiero dalla vera necessità dell'animo, alla fine questa irrompe comunque, e ad un certo punto l’uomo si rende conto che la sua vita è vuota, che la sua insoddisfazione non è stata colmata da nessuna di queste cose, mentre la sua pretesa forza e capacità di dominio sul mondo si riduce a ben poca cosa, specialmente quando il momento della dipartita si avvicina inesorabile e le proprie forze fisiche si consumano e vengono meno.

Cari fratelli in Cristo, sono davvero tanti quelli che passano su questa terra senza preoccuparsi di conoscere personalmente Dio, ed è per questo Gesù ci mette in guardia prima che sia troppo tardi, dicendo: "Senza di me non potete fare nulla".

Soltanto accettando Gesù nella nostra vita Lui ci trasformerà rendendoci delle persone veramente in grado di affrontare con serenità e gioia la nostra vita terrena; ossia Gesù è l’unico che già quaggiù ci può donare la vera felicità tanto agognata da ogni uomo, ma che da solo, senza il Signore, non potrà mai raggiungere! AMEN