State fermi...

Testi: Matteo 6:25-34, Romani 8:5-11, Esodo 14:13-14

 

Forse qualcuno tra di voi si sarà domandato cosa abbiano in comune i tre brani della scrittura proposti oggi, cioè quale sia il filo conduttore che li lega.

Presi singolarmente sembrano parlarci di cose diverse, ma oggi vi voglio invitare a scoprire il meraviglioso legame che c’è tra di loro.

Comincio dal brano più conosciuto dei tre: il testo di Matteo 6, noto anche come: “le preoccupazioni del mondo”.

E’ un brano che io personalmente ho letto e citato molte volte nella mia vita;

c’è stato un tempo in cui la sua lettura mi suscitava un certo imbarazzo per non dire proprio “fastidio” perché, dentro di me pensavo: “questo brano è stato messo li apposta per farmi sentire colpevole di essere troppo attaccato ai beni del mondo e non abbastanza rivolto alle cose di Dio”.

Vivevo in sostanza questo brano come fosse un continuo monito contro il mio agire imperfetto, e questo lungi dal farmi sentire meglio; per me leggerlo, allora non era un conforto, ma una pena.

Successivamente ho ricercato in questo brano la giustificazione delle mie azioni non sempre esemplari; magari sul lavoro vedendo il collega che voleva fare carriera ad ogni costo e passarmi davanti; oppure osservando una persona il cui evidente obiettivo era quello di arricchirsi e di raggiungere una posizione di benessere e prestigio più elevata della mia. Così di fronte a queste situazioni, che ovviamente mi provocavano fastidio e mi deprimevano, dicevo a me stesso: “io so di non dovermi comportare in questo modo perché le cose importanti non sono quelle del mondo ma quelle che vengono da Dio!”.

Tuttavia cari fratelli in Cristo, dentro di me non ero per nulla soddisfatto di queste interpretazioni, sentivo che di fatto erano delle forzature. Mi imponevo di accettarle come buone, ma in verità qualcosa non andava nel mio cuore quando rileggevo questo passo della scrittura, che per me rimanevano delle bellissime parole di esortazione, ma che nella mia vita quotidiana avevano un ben scarso ritorno pratico, e soprattutto, non mi davano un vero conforto, come invece da una sincera lettura della Parola.

Così nelle mie preghiere chiedevo ripetutamente a Dio Padre di aiutarmi in questo, di venirmi in soccorso in quell’altro; dicevo: “Signore io ho fede in te, credo che quello che tu hai detto è vero, ma ti prego aiutami, fammi avere questo, concedimi quello, preservami da quest’altro, perché io ho bisogno del tuo aiuto e io fede che tu mi aiuterai!”.

Ogni giorno però mi ritrovavo nella stessa situazione di prima, cioè a dovermi preoccupare di tutte le cose che sono il comune affanno di ogni giorno: il lavoro, la salute, i problemi quotidiani, le delusioni, gli imprevisti e quant’altro.

Allora dicevo a me stesso: “non ottengo perché non ho abbastanza fede” e chiedevo al Signore, come già avevano fatto gli apostoli: “Signore, aumenta in me la fede!”.

Un bel giorno però, leggendo la lettera ai Romani sono capitato su 8:5-11; un passo bellissimo perché ci rivela l’opera possente dello Spirito Santo di Dio: come non rimanerne colpiti!?

E’ un brano che ci riempie di speranza perché ogni volta che lo leggiamo ci ricordiamo della presenza dello Spirito Santo che dimora in noi e ci sentiamo fortificati, perché non abbiamo motivo per non credere che lo Spirito Santo non dimori veramente in noi, visto che abbiamo creduto in Cristo Gesù.

Concettualmente comprendiamo bene la cosa; e così facevo io, poi però dopo aver chiuso la Bibbia che mi aveva appena confermato questo, era come se dimenticassi queste parole e tendevo ad agire come prima;

così nelle mie preghiere a Dio Padre chiedevo ancora: “Padre Nostro, manda su di me il tuo Santo Spirito che mi guidi nella mia giornata e mi assista nelle mie scelte e nel mio operare”.

Questo travaglio mi ha accompagnato per molto tempo; nonostante continuassi a credere fortemente nella potenza di Dio, di fatto c’era qualcosa in me che mi impediva di rimanere con lui pienamente e soprattutto stabilmente;

allora mi chiedevo: “Cosa devo fare, cosa posso fare, per uscire da questa situazione?”

Ma la risposta non arrivava nonostante le mie preghiere!

Poi un giorno lessi il passo di Esodo: “Non abbiate paura, state fermi e vedrete la salvezza che il SIGNORE compirà oggi per voi; … il Signore combatterà per voi e voi ve ne starete tranquilli”.

Ancora una volta preso da solo questo passo mi confermava ulteriormente che: “Chi confida nel Signore riceverà l’aiuto del Signore”, nulla di nuovo in fondo, nulla che non sapessi già prima, passo edificante, bello, ma che non appena avessi chiuso la Bibbia sarebbe anche lui andato a finire nel dimenticatoio!

Una cosa però mi colpi quella volta, la cosa che poi mi fece comprendere tutto il resto! Furono le parole: “state fermi e … il Signore combatterà per voi”!

Ecco la risposta che invano cercavo alla mia domanda: “cosa devo fare?”

La risposta era semplicissima e l’avevo davanti: assolutamente nulla!

Io non dovevo fare nulla se non stare fermo perché il Signore aveva già fatto tutto lui!

Allora nella mia mente si aprì uno spiraglio di luce che mise in fila questi tre brani, che fino a quel momento avevo sempre letto separatamente, cercando di comprenderli senza riuscirci, ora però avevo una chiave di lettura nuova.

Da quel momento compresi che io non avevo più bisogno di preoccuparmi del cibo e del vestito, cioè di tutte le cose che necessitano per la vita di questo mondo, non perché erano poco importanti o dovessi, che so, vivere in povertà, ma perché di queste cose se n’era già occupato il Signore per me, e lui mi diceva questo non per punirmi o intimorirmi, ma perché il Padre tutte queste cose me le aveva già date!

Allo stesso modo compresi che lo Spirito Santo di Dio non avevo più bisogno di chiederlo perché nel momento in cui ho creduto in Cristo e l’ho accolto come mio personale salvatore, Dio me lo aveva già dato, e da allora dimorava già in me, ed era solo per la mia presunzione di voler o dover fare “io” qualcosa che gli impedivo di operare in tutta la sua potenza!

Tutto quello che dovevo fare era di “stare fermo” e lasciare operare lo Spirito che è in me, invece io mi ostinavo a voler fare, e quello che era peggio continuavo a domandare a Dio che mi concedesse le cose che lui mi aveva già concesso e che io avevo già, ma che non mi rendevo conto di avere.

Ebbene cari fratelli in Cristo, oggi sento di poter dire che sono stato uno sciocco!

Avete presente un barbone? Quei poveracci che vivono lungo le strade e dormono in scatoloni di cartone?

Oppure un immigrato, profugo o clandestino, disoccupato che vive insieme ad altri dieci come lui in uno stanzino buio senza servizi, e chiede l’elemosina per strada?

Chi sta peggio di queste persone oggi?

Ebbene provate ad immaginare che una di queste persone un giorno incontri un uomo ricchissimo, prendiamo Bill Gates, e che questo ricco gli doni un assegno da un miliardo di Dollari, o meglio un miliardo di Euro, visto che l’Euro vale di più oggi.

Voi mi direte che la vita di questo poveraccio a questo punto è destinata a cambiare radicalmente.

Allora provate ad immaginare che questo barbone prenda l’assegno, se lo metta in tasca e continui a fare la stessa vita che faceva prima; ora è un miliardario perché ha in tasca un assegno da un miliardo e quindi è ricchissimo, ma di fatto la sua vita è ancora misera come era prima di ricevere l’assegno.

E’ un paradosso direte voi.

Vi assicuro che non è così, perché tutti noi molto spesso ci comportiamo come quel barbone!

Si, noi abbiamo ricevuto da Cristo un assegno quando lo abbiamo incontrato, e non un assegno da un miliardo soltanto, ma un assegno in bianco, tratto sulla Banca di Dio Padre e firmato dal Signore Gesù Cristo, e con quell’assegno noi possiamo ottenere qualsiasi cosa, anche l’intero patrimonio di Dio se volessimo, perché il Signore non ha posto limiti di somma, lui ha ci detto “affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia”( Gv).

Quell’assegno che noi abbiamo in tasca si chiama in verità “Spirito Santo”, e Lui dimora in noi.

Ma noi siamo come quel barbone, che pur avendo il miliardo in tasca non è per questo più ricco, perché è necessario andare in banca a cambiare l’assegno perché cambi qualcosa nella sua vita. Così è per lo Spirito Santo che ciascuno di noi ha ricevuto, se noi non lo lasciamo operare in noi, non ci giova a nulla; è come non averlo!

Quel barbone continuerà a condurre una vita di stenti cercando con le sue sole forze di racimolare un po’ di cibo ogni giorno, finché morirà povero, perché forse nessuno gli ha spiegato il valore di quello che ha in tasca. Ma noi credenti cosa vogliamo fare con quest’assegno?

Io ero come quel barbone, avevo un tesoro inestimabile e non riuscivo a capirne il valore, così non lo utilizzavo, non andavo in banca a cambiarlo, ma confidavo di fatto solo nelle mie deboli forze, chiedendo continuamente al Signore di aiutarmi, finché il Signore stufo di sentire le mie preghiere e i miei lamenti un bel giorno mi ha detto: “Sciocco! Smetti di chiedermi quello che ti ho già dato, usalo piuttosto!” Da allora si è aperto davanti a me un mondo nuovo, o meglio sono io che sono diventato nuovo per il solo fatto di aver scoperto questa semplice ma fondamentale verità.

Ora cari fratelli in Cristo, in ciascuno di noi, che abbiamo accolto Cristo come nostro personale salvatore, dimora lo Spirito Santo, nessuno escluso, tutto quello che dobbiamo fare è rendercene conto e lasciarlo agire, nient’altro ci è richiesto se non questo: “state fermi e vedrete la salvezza che il SIGNORE compirà oggi per voi”. AMEN