Tanti idoli, un unico Dio
Testi: Esodo 20: 2-6 Romani 1: 18-25
La meditazione che vi propongo oggi parte da lontano, ma vuole portarvi ancora una volta a riflettere sulle cose del nostro tempo. Il libro della Genesi ci dice come il peccato è entrato nel mondo per mezzo della disubbidienza dell’uomo a Dio: “del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: "Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete"». Il serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male” (Ge 3:3-5).
L’uomo sfida Dio cercando di mettersi sul suo stesso piano, ma Dio questo non lo accetta, non lo può accettare e neanche tollerare. Dio perdona veramente tutto il male che l’uomo può compiere durante la sua vita, anche le cose più riprovevoli, ma non ha mai perdonato, né accettato che l’uomo stesso si facesse uguale a Dio e si sostituisca a lui.
L’antico Testamento ci dice che Yahweh (IO SONO) è un Dio geloso, lento all’ira ma estremamente vendicativo. Ad Israele riunito sotto il monte Sinai, dopo averlo liberato dalla schiavitù d’Egitto, da una serie di Comandamenti per mezzo di Mosè, la c.d. “Legge”, e questi comandamenti iniziano proprio con le parole che abbiamo ascoltato questa mattina: “Non avere altri déi oltre a me. Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il SIGNORE, il tuo Dio, sono un Dio geloso”. (Es 20:3-5)
Gli Israeliti purtroppo non sono un popolo fedele al Signore con tutto il loro cuore; sono vissuti troppo a lungo a contatto con gli egiziani, che erano pagani e vivevano in un mondo pieno di false divinità rappresentate in ogni modo possibile, e così quando sono ancora nel deserto voltano già le spalle al Signore e si costruiscono un idolo da adorare al suo posto, il famigerato vitello d’oro: “Il Signore disse a Mosè: va scendi perché il tuo popolo che hai fatto uscire dal paese d’Egitto, si è corrotto; si sono presto sviati dalla strada che io avevo loro ordinato di seguire; si sono fatti un vitello di metallo fuso, l’anno adorato, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: «O Israele, questo è il tuo dio che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto!” (Es 32: 7-8).
Dio meditò di sterminare Israele per questo suo tradimento, e fu solo per le preghiere di Mosè che Dio ha desistito da tale proposito e si è limitato a consumare quella generazione nel deserto, ma l’ordine di Dio ad Israele è chiaro: “Io solo sono Dio e nessun’altra falsa divinità dovrà stare al mio cospetto una volta giunti nella terra promessa”. In Deut. 7:5, con riferimento ai rapporti con le popolazioni locali il Signore dice al suo popolo: “…farete loro così: demolirete i loro altari, spezzerete le loro statue, abbatterete i loro idoli d’Astarte e darete alle fiamme le loro immagini scolpite.”
Ma Israele non osservò questo precetto della Legge; nel libro dei Gd 2: 11-14 “I figli d’Israele fecero ciò che è male agli occhi del Signore e servirono gli idoli di Baal; abbandonarono il Signore, il Dio dei loro padri, che li aveva fatti uscire dal paese d’Egitto, e andarono dietro altri déi, fra gli déi dei popoli che li attorniavano; si prostrarono davanti ad essi e provocarono l’ira del Signore...”.
Dio, nonostante tutto, però tiene fede alla sua promessa e perdona una moltitudine di volte il suo popolo cercando di ricondurlo a sé. Con Salomone, figlio di Davide, il Signore è benevolo è lo ricopre di benedizioni per la sua fedeltà, ma lo avverte dicendo: “...se voi o i vostri figli vi allontanate da me, se non osservate i miei comandamenti e le leggi che vi ho posti davanti e andate invece a servire altri déi e a prostrarvi davanti a loro, io sterminerò Israele dal paese che gli ho dato, rigetterò dalla mia presenza la casa che ho consacrato al mio nome. Israele sarà la favola e lo zimbello di tutti i popoli.” (1° Re 9:6-7)
Non passarono che pochi anni prima che tutto questo accadesse. Morto Salomone i suoi successori tradirono ancora il Signore; il re d’Israele Geroboamo: (1° Re 12:28-31) “…fece due vitelli d’oro e disse al popolo…O Israele, ecco i tuoi déi, che ti hanno fatto uscire dal paese d’Egitto”. E ne mise uno a Betel, e l’altro a Dan (cioè ai due estremi del confine d’Israele). Questo diventò un’occasione di peccato; perché il popolo andava fino a Dan per presentarsi davanti ad uno di quei vitelli. Egli fece anche dei santuari di alti luoghi, e creò dei sacerdoti presi qua e là dal popolo, che non erano dei figli di Levi.”
Però Dio Padre amava il suo popolo più di quanto lo stesso avrebbe meritato, e trattenne il suo giusto sdegno usando invece pietà e misericordia. Così l’amore di Dio arrivò al punto da mandare suo figlio Gesù Cristo a chiamare al pentimento gli uomini e a raccoglierli attorno al suo nome, affinché a chiunque avesse avuto fede in lui fosse rimesso il peccato d’Adamo e fosse riconciliato con il Padre, e mediante la fede nel figlio ricevesse il perdono e la grazia del Padre.
L’Evangelo, prima portato alle pecore smarrite della casa d’Israele, è poi stato esteso a tutta l’umanità. Dio Padre, in estrema sintesi, ci dice una cosa sola e molto semplice: “Chi riconosce Gesù Cristo come il figlio di Dio e lo accoglie come il suo personale salvatore, è salvo! Fede uguale a grazia!”
Cristo ribadisce ancora una volta il concetto fondamentale; solo chi riconosce e serve con tutto il cuore l’unico Dio, di cui lui è il solo mediatore in qualità di figlio, è salvato. Cristo rimette Dio al suo posto, sopra tutto e tutti; infatti, egli ci dice che tra tutti i comandamenti il primo e più importante è questo: “Ascolta Israele: il Signore, nostro Dio, è l’unico Signore: ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la mente tua, e con tutta la forza tua...” (Mc 12: 29-30).
Ora il popolo d’Israele cadde spesse volte nell’idolatria a causa dei contatti con i popoli vicini che erano pagani, e la stessa sorte purtroppo è toccata poi al nuovo popolo formatosi attorno all’Evangelo di Cristo: il popolo cristiano! Quando l’Apostolo Paolo scriveva la lettera ai Romani, che abbiamo ascoltato, parlava dei pagani che a quel tempo erano la maggioranza della popolazione nell’impero romano e metteva in guardia contro i pericoli degli idoli e del fatto che gli uomini si abbandonavano senza discernimento ai falsi déi. La storia della chiesa di Cristo purtroppo ci mostra come il paganesimo è ben lungi dal essere stato vinto, anzi; come ai tempi d’Israele la fede nell’unico Dio continuò per secoli a convivere accanto ai falsi déi e ai culti sugli alti luoghi, di cui ci parla il 1° libro dei Re, così nelle chiese cristiane dei secoli a venire la fede nel Cristo unico Salvatore ha convissuto con la fede in altri falsi déi e culti legati a superstizioni pre-cristiane, e questo nonostante che nella Bibbia sia fermamente condannata tale pratica, che essa sia riprovevole agli occhi di Dio e che, soprattutto, provochi l’ira del Padre Nostro Celeste, che è un Dio geloso e che non ammette altri accanto a se.
Adorare le creature anziché il creatore è la peggior insidia che Satana usa contro gli uomini per allontanarli da Dio, e il più delle volte ci riesce, come ci è spesso riuscito nel passato con Israele. L’uomo, infatti, ama essere considerato un dio, ama essere venerato ed ossequiato come fosse una divinità. Pensate a come i faraoni egiziani si facevano venerare come delle divinità dai loro sudditi, pensate agli imperatori romani che da un certo periodo in poi erano considerati degli déi. Quello che non dovete pensare però è che queste cose appartengano solo ad un lontano passato perché non è così! Questa forma di paganesimo che vuole sostituire Dio con un uomo è ben viva anche ai nostri giorni; fino alla fine della 2GM, per esempio, l’imperatore giapponese era ancora venerato come una divinità, ma anche Mussolini, Hitler e Stalin si facevano venerare dai loro popoli come dei semidei; chiunque non piegava il ginocchio davanti a loro, riceveva una punizione adeguata al caso, morte compresa a volte.
Ma questo non è tutto, gli idoli non sono solo quelli che si fanno venerare mediante la forza e la paura, ma qualunque uomo che viene osannato dalla folla fino a prendere il posto che spetta a Dio soltanto, diventa di fatto una sorta di divinità. Provate a pensare a quando vedete delle folle in delirio che chiedono anche solo di poter vedere od avvicinare un cantante famoso, o un divo del cinema, o un campione sportivo portato in trionfo; folle che si riversano nelle strade senza ritegno, pronti a fare qualsiasi cosa pur di poter “venerare” un uomo o una donna come loro, ma che lo considerano alla stregua di un semidio…Non avete mai fatto caso alle espressione usate nel mondo dello spettacolo con riferimento ad una grande attrice; viene chiamata “la divina”, oppure nel mondo dello sport dove la folla grida ai campioni: “sei un dio!”? Non sono forse forme di nuovo paganesimo?
Vi ricordo che nel libro degli Atti 12: 21-23 è scritto: “Nel giorno fissato, Erode indossò l’abito regale e sedutosi sul trono, tenne loro un pubblico discorso. E il popolo acclamava: -Voce di un dio e non di un uomo! -. In quell’istante un angelo del Signore lo colpì, perché non aveva dato gloria a Dio; e, roso dai vermi, morì.”
È fin troppo chiaro come a Dio dispiaccia non poco che un uomo si paragoni a lui! Ma quanti sono oggi gli uomini che si credono degli déi o inducono gli altri a considerarli tali?
Questo è il primo dei pericoli del nuovo paganesimo.
Il secondo pericolo è molto simile al primo, perché ha come obiettivo sempre quello di, o sostituire Dio con altri falsi déi, o di affiancare a lui delle false divinità con ragionamenti ed inganni che sono abominio agli occhi del Signore. Mi riferisco al fatto che in molte chiese cristiane, accanto al Padre al Figlio e allo Spirito Santo, sono apparsi dopo alcuni secoli da quando il nostro Signore Gesù Cristo è morto per noi e risorto, altre divinità o presunte tali; si è così cominciato a venerare i c.d. “uomini santi” di cui si sono fatti dipinti e sculture nelle chiese davanti alle quali ci si inginocchia in preghiera, contravvenendo ai comandamenti di Dio che lo vietava espressamente; mi riferisco al culto delle reliquie appartenute a questi uomini e simili, a cui vengono attribuiti poteri magici e soprannaturali, o vengono addirittura considerati fonte di miracoli. Ma in particolare mi riferisco al culto pagano della “dea madre” già in voga nell’antica India, e poi in Egitto con la dea Iside e ancora presso i Druidi Celti che la consideravano la dea della fecondità. Nelle chiese cristiane è entrato questo culto pagano in cui si identifica la c.d. “Madonna”, ovvero la madre terrena di Cristo a cui alcune chiese attribuiscono poteri e ruoli di cui nella bibbia non si trova alcun riscontro teologico.
Oggi purtroppo, vuoi per lo spirito ecumenico, che giustamente unisce le chiese cristiane, vuoi perché noi viviamo in un paese dove questi culti di origine pagana sono così diffusi a tutti i livelli della società, finiamo anche noi per, non dico accettarli (Dio ci guardi da questa maledizione), ma almeno per considerarli “naturali”! Ebbene, le scritture ci dicono che non solo non è e non deve essere così, ma che essi sono tra le cose che più scatenano l’ira del Signore fin dalla creazione del mondo.
Cari fratelli in Cristo, è bene ricordarcelo ogni tanto; quando abbiamo dubbi sulla fede, o semplicemente siamo frastornati dai milioni di voci attorno a noi che affermano queste menzogne, prendiamo la Bibbia, e così facendo saremo sicuri di non sbagliare! Ma per andare incontro a quei nostri fratelli che nonostante tutto, in buona fede, ancora sono dubbiosi su questo punto, prendete “il Credo” (La comune confessione di fede), che è riconosciuto da ogni chiesa cristiana e recitatelo; Chiedete al vostro fratello di trovarvi qualcun altro a cui rendere culto oltre il Padre, il Figlio e allo Spirito Santo; dubito vi riuscirà poiché ovviamente non c’è nessun altro!
Siate fermi e decisi sulla vostra fede, senza compromessi; la scrittura è l’unica fonte veritiera della Parola di Dio: la tradizione della Chiesa è anch’essa veritiera laddove essa è confermata dalla Bibbia, ma dove non è confermata, o va contro la Scrittura, essa non ha alcun valore di fede, ma anzi essa è un’aggiunta che viene dal maligno e va respinta; con garbo, senza violenza, ma con decisione! Sulla fede non possiamo né dobbiamo accettare compromessi perché la parola di Dio è una; potremo anche trovarci talora in disaccordo sulla sua interpretazione, ma essa non può essere sovvertita, né modificata, com’è scritto in Deut. 4:2 “Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla, ma osserverete i comandamenti del Signore vostro Dio che io vi prescrivo” e in Ap 22: 18-19 “…a chiunque ode le parole della profezia di questo libro: se qualcuno vi aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali i flagelli descritti in questo libro; se qualcuno toglie qualche cosa dalle parole del libro di questa profezia, Dio gli toglierà la sua parte dell’albero della vita…”
Ecco che la riforma protestante ha ripulito la chiesa di Cristo sulla terra di molte contaminazioni ed incrostazioni che si erano accumulate nel corso dei secoli, ci ha aiutato a riscoprire la Parola nella sua purezza, così come ci è stata trasmessa da Cristo, purtroppo fratelli, sappiamo bene di vivere in un mondo sotto il dominio del maligno che ama alzare spesso tempeste di polvere per accecare i nostri occhi affinché perdiamo il giusto orientamento. Ecco perché vi ho proposto oggi questa meditazione di lontana memoria; possa essa servirvi a scrollarvi di dosso un po’ di questa polvere di menzogne che Satana solleva ogni giorno e che finisce per rimanerci addosso, nostro malgrado. Ma come sempre prendete la vostra Bibbia, e leggendola potrete soffiare via tutte le menzogne che la tradizione di Satana ha accumulato; così come fece Martin Lutero che dopo aver soffiato, spazzò via le indulgenze che Satana aveva accumulato sopra la grazia che Cristo ci aveva donato, così fate voi con tutte le menzogne che continuano a ricoprire la verità. AMEN