Un invito al dialogo
Testo: Isaia 1:16-18
Cari fratelli in Cristo, la Scrittura è un solo grande appello lanciato da Dio, il nostro Padre Creatore, alle sue creature che si sono perse, allontanate da lui, nella ribellione di Adamo.
Se Dio non si fosse curato, e ancora non si curasse di noi, certamente non avremmo ereditato la Bibbia dai nostri antenati, e di sicuro Gesù Cristo non sarebbe mai sceso dal cielo per salvarci dal peccato, e quindi dalla morte certa.
Nonostante questa ampiamente dimostrata disponibilità da parte di Dio nei nostri confronti, l’umanità, nel corso della sua storia, ha più e più volte rinnegato il proprio creatore, gli ha voltato le spalle, ha proseguito sulla via della ribellione, giudicandosi in grado di fare da sola, di aver pertanto acquisito la conoscenza del bene e del male, senza più aver bisogno di Dio.
La realtà della storia umana però ci dimostra il contrario, giacché tutta la storia è disseminata da infelicità e morte, causate dall’insensato comportamento umano.
Il testo del Profeta Isaia si apre proprio con l’ennesimo appello di Dio al ravvedimento, al ritorno a Lui; un appello che il Signore rivolge dapprima al popolo d’Israele e poi con Gesù Cristo a tutta l’umanità.
Un appello ad allontanarsi dalla via della ribellione: “…togliete davanti ai miei occhi la malvagità delle vostre azioni; smettete di fare il male, cercate la giustizia…”, appello che viene dall’amore di Dio per l’umanità, per tutta l’umanità, poiché con Cristo, Dio Padre si è manifestato davvero a tutti i suoi figli, anche quelli che erano lontani da Lui, infatti, è un invito rivolto non soltanto a dei buoni, ma ai perduti, anzi a degli estranei e nemici: "Anche voi, che un tempo eravate estranei e nemici a causa dei vostri pensieri e delle vostre opere malvagie, ora vi ha riconciliati nel corpo della sua carne, per mezzo della sua morte, per farvi comparire davanti a sé santi, senza difetto e irreprensibili" (Colossesi 1:21, 22).
Nessuno, dunque, è più escluso dalla grazia di Dio; è sufficiente che ogni uomo e donna di questo mondo accetti il Signore Gesù Cristo come suo personale salvatore e la condanna a morte conseguenza del peccato gli è tolta per grazia.
L'invito di Cristo esprime l'amore di Dio e il Suo programma di salvezza per l'uomo. Non è la ricerca del colpevole per condannarlo, ma per salvarlo: "Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui" (Giovanni 3:17).
Il Signore ci sta offrendo dunque una nuova possibilità, un vero e proprio “Nuovo Patto” che ciascun credente può siglare con il Signore, facendolo diventare il suo personale salvatore;
come già fece nell’Antico Patto con Israele, il Signore ancora oggi ci dice: “…venite, e discutiamo, dice il Signore: Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve…” (Isaia 1:18).
Cari fratelli in Cristo, siamo davvero tutti consapevoli del Nuovo Patto che abbiamo stretto con il Signore?
In cambio della sua grazia, e quindi del suo perdono, noi ci siamo impegnati con Lui, e ora siamo al suo servizio per compiere la missione che Lui ha affidato a ciascuno di noi personalmente; ma siamo davvero pronti a rispettare questo patto? Stiamo davvero compiendo la missione che Lui ci ha affidato secondo la sua volontà?
Di questo noi oggi ci dobbiamo preoccupare, poiché se ancora non lo abbiamo fatto o ancora abbiamo dubbi ed esitazioni su quanto dobbiamo fare per il Signore, allora dobbiamo chiedere a Lui guida e consiglio per adempiere al nostro Patto e rendere così piena la nostra comunione con Lui.
Fratelli, impariamo a parlare con il Signore, discutiamo con Lui attraverso le nostre preghiere; condividiamo con Lui la nostra vita, i nostri problemi, i nostri desideri e i nostri bisogni, quindi quando Lui ci avrà risposto, mettiamo la nostra vita nelle sue sapienti mani e lasciamoci guidare interamente da Lui e così facendo avremo anche adempiuto al nostro Patto. AMEN