Una speranza certa

Testo: 1° Corinzi 15:12-19

 

Cari fratelli in Cristo, questo passo della Scrittura ci mette in guardia contro tre errori che gli uomini possono commettere quando si trovano a decidere quale sia il loro “personale rapporto con il Signore”.

Come affrontiamo la vita umana che Dio ci ha donato? Siamo tutti consapevoli di quale sia il giusto modo gradito a Dio?

No, purtroppo no, perché molti sono coloro che commettono alternativamente uno di questi tre errori.

 

Il primo errore, quello più immediato ed evidente, è quello di non credere affatto alle promesse di Dio perché in primis non si crede in Dio stesso, poiché Dio non si fa trovare attraverso i nostri sensi materiali, bensì attraverso il nostro spirito quando esso si muove in sintonia con il Suo Spirito.

Gli uomini che basano la loro vita esclusivamente su quello che vedono, che toccano con mano, che, di fronte alle incertezze della vita, sperano in giorni o circostanze migliori e aspettano la svolta, che purtroppo spesso si rivela un’amara delusione, sono quei materialisti che affidano sé stessi e il proprio futuro all’incertezza delle ricchezze mondane anziché alle promesse di Dio.

 

Il secondo errore, è altrettanto diffuso tra coloro che hanno avuto un insegnamento superficiale dell’Evangelo, magari da giovani, avendo però subito dopo abbandonato la via del Signore per percorrere quelle molto più pratiche e accattivanti del mondo; questo errore induce gli uomini ad avere verso Dio un atteggiamento basato su una speranza superstiziosa nel soprannaturale, nel senso che chiedono e s’aspettano gli interventi, i miracoli e la Divina provvidenza, per soddisfare i propri desideri egoistici. Quando però le cose non vanno come desiderano, questi “pseudo-credenti” perdono ogni fiducia e le loro attese lasciano il posto al disincanto e all’amarezza.

 

Il terzo errore, non meno diffuso dei primi due, ma più difficile da focalizzare, consiste proprio nello “sperare in Cristo per questa vita soltanto”, e l’Apostolo Paolo giudica questo errore uno dei più assurdi e insensati. Vi sono persone, credenti, che regolano la propria vita su quanto dicono loro le varie istituzioni religiose (chiese, sacerdoti, pastori e  quant’altro) e sono assidui frequentatori di culti, cerimonie religiose, opere di carità e quant’altro viene insegnato loro, e tuttavia, tutto il loro operare e la loro speranza è rivolta alla vita di quaggiù, ritenendola più importante di quella che invece il Signore ci vuole destinare dopo, per coloro che avranno creduto in Lui non solo in questo mondo ma anche nel prossimo. Costoro sono “i più miserabili di tutti gli uomini” perché di fatto annullano nel loro cuore la promessa eterna di Cristo per un qualcosa di effimero e passeggero.

 

Coloro che commettono uno di questi errori sono ancora lontano da Cristo e dalla sua salvezza e quindi hanno ancora bisogno di “incontrare il Signore nel loro cuore”, di “nascere di nuovo” in Spirito e Verità, come ci insegna l’Evangelo, distaccandosi da tutti i legacci materiali umani imbastiti dalla tradizione religiosa, quando questi diventano autentici impedimenti ad accogliere nel proprio cuore il vero messaggio dell’Evangelo.

 

Ci sono poi i veri adoratori del Signore, quelli che, avendo fatto di Cristo il proprio Salvatore e Signore, hanno trovato in lui la vera speranza. Essi mettono Dio il Signore al centro della loro vita e condividono con Lui ogni momento, pensiero ed azione, lasciandosi guidare dallo Spirito Santo in ogni momento della loro vita.

Il tesoro di questi credenti è nel cielo, non qui sulla terra, e la loro più profonda attesa non è legata alla vita terrena, infatti, non vivono soltanto per ciò che si può realizzare nel corso degli anni sulla terra, ma vivono per piacere a Dio in ogni cosa, per compiere la missione che Dio ha assegnato singolarmente a ciascuno di loro.

Chi è nato di nuovo vuole onorare il nome del Signore in ogni tempo e in ogni circostanza e rimane nella grazia di Dio per portare un frutto che ha valore eterno.

Ora cari fratelli in Cristo, noi siamo animati da questa speranza certa, e da essa soltanto traiamo forza e consapevolezza nel nostro agire per Cristo. AMEN

 

Come in cielo anche in terra

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