Uniti nello spirito

Testo: Romani 8:12-17

 

Paolo scrive: “Lo Spirito stesso attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di Dio”; questa affermazione potrebbe essere tra le più oscure della Scrittura se non abbiamo chiaro di cosa sta parlando Paolo.

Scrivendo dello Spirito, ossia dello Spirito Santo o Spirito di Dio, la tradizione della Chiesa ce lo presenta come la terza persona della Trinità, in quanto terza manifestazione di Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo appunto.

Non voglio qui tornare al dibattito dei primi secoli e alla Confessione di Fede di Nicea-Costantinopoli, ma se Dio Padre è “puro spirito” potremmo davvero chiederci in cosa si differenzi dallo Spirito Santo? Da qui nascerebbe appunto una discussione, continuata per secoli e risolta col dogma della Trinità, evitando tutto questo diciamo che lo Spirito Santo è Dio e che Dio, da quando Gesù Cristo è salito al cielo, si manifesta agli uomini di ogni tempo attraverso il suo Spirito.

Detto questo, domandiamoci in che modo lo Spirito Santo interagisce con noi uomini e donne, esseri dotati di corpo e anima?

La risposta ce la dà ancora Paolo in questo versetto, ossia: Dio interagisce con noi con il suo Spirito attraverso il nostro spirito!

Si fratelli in Cristo, noi abbiamo uno spirito che comunica con lo Spirito di Dio, poiché noi siamo stati creati a sua immagine…ma se Dio è Spirito, di quale immagine parliamo?

Non è il nostro corpo ad essere stato fatto a immagine di Dio, bensì il nostro spirito!

Il nostro spirito, come dice ancora Paolo: “perché se vivete secondo la carne voi morrete; ma se mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, voi vivrete” è ciò che ci accomuna con Dio e noi, fatti ad immagine sua, siamo in continuo contatto con Lui attraverso il nostro spirito che opera in costante comunione con lo Spirito di Dio, a condizione però che noi non “viviamo secondo la carne ma secondo lo spirito”, ossia non ci lasciamo trascinare dalla natura animale che ci rende parte di questo mondo al punto di sopraffare il nostro spirito.

Noi siamo figli di Dio nella misura in cui noi vogliamo essere figli di Dio, ossia lo riconosciamo come padre e non rigettiamo tale figliolanza rifiutando Gesù Cristo per accettare di servire il suo avversario, il diavolo, che può controllare il nostro corpo e attraverso di esso ci può controllare e condurre alla perdizione.

La perdizione è il rifiuto di accettare la guida dello Spirito Santo, ossia di non permettergli di unirsi al nostro spirito e guidarlo.

Paolo quando scrisse queste parole aveva fatto quest’esperienza che oggi definiremmo “mistica”, ma in realtà il misticismo non dovrebbe essere l’eccezione, bensì la norma per ogni credente, perché vivere guidati dallo Spirito Santo non è qualcosa riservato a pochi, ma la regola per ogni uomo o donna che si dichiara credente.

Ricordiamo, infatti, le parole di Paolo: “Se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miseri fra tutti gli uomini” (1Cor 15:19); chi vede in Cristo soltanto il Dio di questo nostro corpo, ma rinuncia allo Spirito, di fatto non ha capito nulla dell’annuncio di Cristo, o meglio non ha mai avuto un vero rapporto con lo Spirito di Dio.

Allora cari fratelli in Cristo, sappiamo che Cristo è colui che ci ha fatto conoscere il Padre, ossia Dio, e ci ha insegnato come vivere in simbiosi con Lui, come parte di Lui, ossia lasciando che a guidare la nostra vita sia lo Spirito Santo che opera in noi attraverso il nostro spirito. AMEN