Vergognarsi di Cristo
Testi: Romani 1:15-25
A chi non è mai capitato di sentirsi a disagio di fronte ad un’affermazione imbarazzante, o in una situazione dove è emerso un fatto, o una rivelazione, che in qualche modo avremmo preferito tenere nascosta?
Le situazioni imbarazzanti ci sono, e tutti noi, prima o poi, ci veniamo a trovare in una di queste; ma cosa accade quando questo imbarazzo è provocato da qualcosa che tocca la nostra fede?
Se ci avete fatto caso, durante le interviste a personaggi famosi, sembra sia diventata una moda affermare di non essere credenti, di non credere in Dio o simili, quasi fosse un merito o un vanto dichiararsi non credenti!
Ammettere di essere un credente o peggio ancora un cd “credente praticante” per questi personaggi noti equivale ad un’ammissione di debolezza, quasi di stupidità, perché il mondo attuale esalta l’intelletto umano ma non certo la potenza di Dio.
Questa è la realtà del mondo, che in ogni modo cerca di contrastare la Parola di Dio, perché il mondo giace in potere del suo principe; ora però i credenti, anche se non sono “del” mondo, sono “nel” mondo e quindi si devono confrontare con esso.
In che modo ci comportiamo noi, come credenti, quando dobbiamo confessare la nostra fede in Cristo a qualcuno che non crede, o magari ha una fede diversa dalla nostra?
L’Apostolo Paolo era ben sicuro della risposta da dare: “Infatti non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede; del Giudeo prima e poi del Greco”!
Certo anche ai tempi di Paolo confessare la propria fede non era per nulla facile; anzi diciamo che era molto pericoloso, perché se oggi il rischio che corriamo nel dire che noi crediamo in Gesù Cristo è quello di essere sbeffeggiati o compatiti, ai tempi di Paolo il rischio era ben maggiore, perché ai credenti cristiani era spesso destinata la morte!
Ancora oggi per qualcuno confessarsi cristiano in qualche paese equivale a mettere in pericolo la propria vita, però pensando a noi credenti italiani ed europei, che non corriamo pericolo di vita ma soltanto di essere derisi o compatiti, come ci comportiamo?
Preferiamo stare zitti e far finta di nulla per non esporci? Oppure dichiariamo apertamente la nostra fede nel Signore?
Ricordiamoci che il Signore ha detto: “Perché se uno si sarà vergognato di me e delle mie parole in questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui quando verrà nella gloria del Padre suo con i santi angeli” (Mc 8:38).
Le parole di Gesù sono chiare e non lasciano alibi a coloro che, indecisi, prudenti o titubanti volessero tenere il piede in due scarpe. Non è questo il genere di discepoli che il Signore gradisce!
I pavidi nella fede dunque non sono graditi a Dio, e questo perché non sono veramente convinti di ciò in cui credono, ma ondeggiano come le canne al vento.
Ma tornando a noi: come ci comportiamo noi? A volte ci vergogniamo di chi siamo e di quello che facciamo, ci vergogniamo di quello che pensiamo, di quello in cui crediamo forse per nascondere anche a noi stessi che ci vergogniamo proprio di noi, della nostra persona.
Ma perché avviene questo? La verità è che troppo spesso noi ci comportiamo in maniera diversa da ciò che diciamo o vorremo far sembrare di essere.
Ci dichiariamo cristiani, ma poi il nostro comportamento non è per nulla in linea con quanto ci chiede di fare il Signore; abbiamo il fondato timore che agli occhi degli altri appaia che il nostro comportamento non sia del tutto in linea con quello che diciamo di essere.
Spesso noi per primi non crediamo completamente a quello che diciamo; ci rendiamo conto che dopo tutto non siamo dei “veri cristiani”, o lo siamo solo di nome, ma nei fatti non dimostriamo il nostro credo.
Come credenti sappiamo che il peccato ci segue ovunque e ci condanna, così che con le nostre sole forze non potremo mai sottrarci ad esso; nessuno è giusto da sé stesso, per quanto si sforzi di fare bene.
Non possiamo ingannare noi stessi ritenendoci giusti. Allora non è dal nostro agire ed essere che ci può arrivare la giustificazione e quindi il coraggio di dire apertamente “noi siamo cristiani perché compiamo la volontà di Cristo”, ma piuttosto possiamo dire “noi siamo credenti perché siamo stati giustificati dal sangue di Gesù Cristo e in lui soltanto poniamo la nostra forza e la nostra speranza!”
Dio ci invita ad essere diversi dal resto del mondo, a non vergognarci di quello in cui crediamo.
Dio ci invita a credere fermamente in Lui, nella Sua Parola e a non vergognarci di Lui.
Tuttavia, per non vergognarci di noi stessi, dobbiamo essere sicuri di quello in cui abbiamo creduto, solo così potremo essere certi di combattere per una causa giusta e per dei giusti motivi.
Non vergogniamoci di Dio ed Lui non si vergognerà di noi.
Crediamo in Dio e crediamo in Cristo Gesù, l’unico che può darci la vittoria sul peccato e sul mondo che lo domina mediante il suo principe. AMEN