Vi amate voi?
Testi: Proverbi 3: 5-6; Isaia 55:6-11
Vi amate voi? Ripeto: vi amate voi?
Amate veramente voi stessi, cari fratelli in Cristo?
Vi sembra una domanda assurda questa? Che cosa significa amare voi stessi? Ci avete mai riflettuto veramente?
Amare se stessi significa anzitutto: rispettare e prendersi cura della propria persona, fisica, mentale e spitituale;
significa non abusare del proprio corpo con sostanze nocive, non sottoporlo ad attività contrarie alla salute fisica e mentale, significa alimentarlo adeguatamente rispondendo agli stimoli che il corpo ci da, possibilmente seguendo un codice di comportamento adeguato.
Quanti di voi possono dire di fare tutto questo? Quanti di voi possono veramente dire di amare se stessi come vi chiede il Signore?
Ora il Signore vi chiede anche di amare il vostro prossimo come voi stessi, ma se non riuscite ad amare voi stessi, come potrete amare il vostro prossimo?
Se pensate che l’amore per voi stessi sia una cosa naturale, da non richiedere alcun impegno per essere messo in atto, ebbene cari fratelli in Cristo, sappiate che non è così!
Voi siete stati creati ad immagine di Dio; quando vi guardate allo specchio voi non vedete voi stessi, bensì il riflesso dell’immagine di Dio, ed è anche per questo che, come dice l’Apostolo Giacomo “… un uomo che guarda la sua faccia naturale in uno specchio; … quando si è guardato se ne va, e subito dimentica com'era…”.
Quando avete guardato la vostra faccia non riuscite a memorizzarla, perché voi avete visto il riflesso del volto di Dio, e nessuno può veramente vedere il volto di Dio.
Allora, amare voi stessi vuol dire, e richiede, prima di tutto di amare Dio con tutto il vostro cuore, la vostra anima, il vostro corpo, ovvero con tutto il vostro essere;
se non amate Dio così, voi non riuscirete nemmeno ad amate voi stessi e quindi non riuscite neppure ad amare il vostro prossimo!
Ma che cosa significa amare Dio con tutto noi stessi, con tutte le nostre forze, con tutto il nostro essere? Forse significa ricordarsi di Lui la domenica durante il culto? Fare qualche preghiera ogni tanto, magari nel momento del bisogno? Cercare di comportarsi bene durante la propria vita?
Se amaste in questo modo i vostri figli o i vostri genitori, direste di amarli veramente?
No, è evidente che no!
La Scrittura è disseminata di indicazioni su cosa significa “amare Dio”;
ogni passo ripete questo concetto di amore verso Dio, come deve essere, come Dio ci chiede che sia. Il versetto che ho scelto oggi (e che è anche quello che ispira il nostro sito) è uno delle più chiare e belle spiegazioni di cosa vuol dire amare Dio, e quindi voi stessi e quindi il vostro prossimo.
Cominciamo però a riflettere sull’elemento che ci permette di interlocuire con Dio: la preghiera!
Nella meditazione del 20.11.2016 (Gesù, noi e la preghiera) vi ho invitati a meditare sul significato che ha la preghiera. In esso era evidenziato come la preghiera sia “il dialogo che ogni credente ha con Dio”, il dialogo intimo che ci mette in comunicazione con Lui.
Pregare non è un atto meccanico, come fanno molti, e non è neppure una lista di suppliche da rivolgere a Dio nei momenti di difficoltà. Pregare è una chiacchierata informale che attraverso il vostro spirito fate con lo Spirito Santo, ogni qualvolta riuscite ad aprire il vostro cuore, la vostra mente e tutto voi stessi fino a giungere completamente in comunione con Lui.
Cosa succede quando siete in completa comunione con Dio, quando il vostro spirito parla con lo Spirito Santo?
Ebbene, è in quel momento che l’amore di Dio vi avvolge, che dimora in voi e quindi lasciate che voi siate amati da Dio, che l’amore di Dio vi permette a sua volta di amarlo con tutto voi stessi e quindi anche di amare come amate voi stessi il vostro prossimo, fatto ad immagine di Dio a sua volta!
La piena e perfetta comunione con Dio, che il passo biblico spiega come: “confida in Dio con tutto il cuore” è lo stato sublime che ciascuno di voi, uomo e donna credenti, dovete raggiunge per amare veramente Dio e vedere lo Spirito Santo all’opera nella vostra vita.
A quel punto:
lo Spirito Santo vi sussurra di notte quando ancora la vostra mente è presa dal sonno, se vi siete messi nella predisposizione di ascolto;
lo Spirito Santo vi sveglia la mattina e vi prepara la “colazione spirituale” illuminando le vostre menti su come dovrete affrontare la giornata;
lo Spirito Santo vi accompagna durante tutta la vostra giornata di lavoro o qualunque altra attività dovete fare, vi prende per mano; davanti ad un problema, se siete in comunione, vi suggerisce la soluzione, e se anche il suggerimento non vi arriva subito, o magari in quel momento non riuscite a comprenderlo, perché Dio ha un altro progetto per voi, ecco che voi confidate in Dio con tutto il cuore e non vi preoccupate più di nulla, perché in preghiera avete fatto conoscere a Dio tutte le vostre necessità, con l’aiuto dello Spirito Santo, che vi aiuta a pregare con sospiri ineffabili.
In pace uscite di casa il mattino e in pace tornate alla vostra dimora la sera e con la pace dello Spirito vi addormentate alla fine della vostra giornata.
Questa è la sapienza di Dio, che vi viene dal riporre in Lui tutta la vostra fiducia, dal lasciare tutto voi stessi alla sapiente guida dello Spirito, senza timore, fidando interamente nelle promesse di Dio che sono nella Scrittura.
Sì cari fratelli in Cristo, se voi agirete così, se voi confiderete in Dio con tutto il cuore, “costringerete” Dio ad adempiere alle sue promesse, e credetemi che Dio è ben felice d’essere “costretto” da suoi figli a fare ciò che Lui stesso ha promesso di fare. La cd “fede che smuove le montagne”, altro non è che la completa fiducia nell’opera di Dio, al di là di ogni razionalità umana, poiché, come ci ha ricordato l’Apostolo Paolo, la croce è pazzia per i non credenti e anche scandalo per i religiosi pseudo credenti…
Il versetto di oggi però ci dice anche un’altra cosa: “…e non ti appoggiare sul tuo discernimento”
Che cos’è il discernimento umano? Bella domanda vero?
Ho sentito molti dire che Dio ci ha dato intelligenza, conoscenza, capacità di appredere, e che quindi Lui vuole che noi le usiamo. Ma le cose stanno veramente così?
Leggete la Scrittura e capirete che non è proprio così fratelli e sorelle!
All’inizio Adamo ed Eva avevano tutto a loro disposizione in Eden, donato da Dio, salvo una cosa, proprio la capacità di “discernere il bene dal male”, mangiare il famoso frutto proibito, pena la morte. La Scrittura ci dice che non fu Dio a donare quel frutto all’umanità, bensì fu un furto compiuto dall’uomo, istigato dal diavolo che lo tentò dicendo: «No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male». (Ge 3:4-5)
Ora capite come il “discernimento” non è stato un dono di Dio, bensì un furto che l’uomo ha commesso, spinto da un inganno del diavolo? Anche se Dio non se lo è ripreso, cioè non ha preteso che l’uomo glielo restituisse, ha posto un prezzo di riscatto molto alto al discernimento, associandolo alla morte dell’uomo stesso. La pena di morte, quale terribile condanna a seguito di quel furto!
Ora però noi viviamo sotto la grazia di Cristo; cosa è cambiato da allora? Nulla è cambiato in verità; infatti, la grazia di Gesù Cristo è “per fede”, come ben sappiamo, e non per opere, quindi non è attraverso il discernimento umano che possiamo arrivare a Dio, e quindi alla salvezza, bensì attraverso la pazzia e lo scandalo della croce di Cristo, affinchè nessuno si vanti di se stesso, come ci spiega ancora l’Apostolo Paolo.
E’ ben vero che noi possiamo usare il nostro discernimento per affrontare le cose del mondo, Dio non ce lo impedisce, ma ci dice anche che quella non è la strada giusta, che su quella strada l’uomo ben difficilente incontrerà la grazia di Dio, perché una cosa rubata non potrà mai produrre un effetto benefico a chi ha commesso il furto.
Dio con questo versetto ci sta dicendo proprio questo: “restituiscimi ciò che mi hai rubato (cioè la capacità di giudicare il bene e il male, ossia il discernimento) e confida in me con tutto il cuore e io raddizzerò i tuoi sentieri, ossia ti benedirò in ogni cosa che farai”. Mi sembra davvero uno scambio molto vantaggioso, non vi pare?
Eppure, così come il nostro antenato Adamo preferì rubare e tenerisi il discernimento piuttosto di rimanere fedele a Dio, cioè in piena comunione con Lui, allo stesso modo milioni di uomini e donne oggi rifiutano ancora di tornare a Cristo e di accogliere la sua grazia, preferendo fidare sul proprio discernimento, piuttosto che mettere la propria vita di nuovo nelle mani di Dio. Ecco il perché dei molti chiamati, ma gli Eletti continuano ad essere pochi, ed ecco perché il potere del Principe del Mondo cresce incontrastato ogni giorno che passa, e così sarà fino al ritorno glorioso del nostro Signore Gesù Cristo, perché così è scritto e così accadrà.
Quindi fratelli, non siate attaccati al vostro discernimento, per quanto esso vi paia cosa saggia e ragionevole, o razionale (per usare un termine moderno), perché lo stesso errore lo commise Adamo quando rubò il frutto proibito, ritenendo di poter governare la propria vita meglio di quanto non avrebbe potuto fare il suo Creatore. Mettetevi invece, interamente e con piena fiducia nelle mani di Dio e scoprirete come Lui provvederà ad ognuno dei vostri bisogni molto più generosamente di quanto potreste mai fare voi con le vostre forze e la vostra intelligenza umana;
questo è il messaggio che è ripetuto in tutta la Bibbia, da Genesi fino ad Apocalisse, un messaggio semplice e chiaro per coloro che vogliono ascoltarlo, ma tremendamente ostico e duro per tutti coloro che confidano nel proprio discernimento umano e non accettano la grazia di Dio Padre.
Ora voi scegliete cosa volete fare, ma se veramente amate voi stessi come Dio vi chiede, vi invito a fare la scelta giusta, come fece Giosuè quando disse agl israeliti appena arrivati nella terra promessa: “E se vi sembra sbagliato servire il SIGNORE, scegliete oggi chi volete servire…; quanto a me e alla casa mia, serviremo il SIGNORE” (Gs 24:15)
AMEN