Vivere il presente
Testo: Marco 7:1-8; Matteo 6:33-34
Dov'è rivolto il nostro sguardo? In avanti o indietro? Guardiamo al passato o al futuro?
Queste domande a noi possono sembrare retoriche, ma non è così per Gesù.
Il Signore, infatti, si trovava a "lottare" contro due tendenze innate nell'uomo del suo tempo, ma che riguardano gli uomini di ogni epoca, ossia essere eccessivamente rivolti al passato o al futuro, dimenticandoci, e quindi trascurando, di vivere il presente!
Nel primo brano proposto oggi troviamo Gesù alle prese con i soliti scribi e farisei, i custodi della tradizione ebraica, ossia i custodi del passato.
Nella tradizione ebraica, infatti, nulla è più importante del passato rapporto con Dio, e per questo secoli e secoli di studi condotti da rabbini stanno ancora studiando la Scrittura nel tentativo di trovare la giusta interpretazione della stessa secondo l'originaria volontà di Dio.
Nobile esercizio se condotto al fine di seguire la volontà di Dio, ma che diventa controproducente, se non inutile, quando questa spasmodica ricerca diventa fine a se stessa e non trova più una corrispondente ragione con il presente della società; Gesù infatti dice loro in modo molto chiaro: "Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento" (Mt 5:17), ossia portare a compimento per Gesù significa che quello che è stato detto in passato deve essere completato e realizzato nel presente, alla luce dei cambiamenti della società ebraica del tempo, che sicuramente era diversa da quella che aveva ricevuto la legge di Mosè e i successivi profeti.
I riformatori religiosi di tutte le epoche, seguendo Gesù, hanno apportato cambiamenti alla Parola rivelata, e questo sempre dovendosi scontrare con i custodi della tradizione, ossia coloro che avevano ricavato il loro potere dalla tradizione, e che ovviamente temevano di perdere se tale tradizione fosse venuta meno. Costoro sono quelli che guardano solo al passato e si rifiutano di vivere il presente, ovvero si rifiutano di accettare che è il presente dove devono vivere!
Dall'altro lato Gesù aveva a che fare con coloro che non avendo nulla o ben poco di cui essere contenti del loro presente, guardavano e si preoccupavano piuttosto del loro futuro. Il secondo brano proposto oggi, tratto dalle cd "preoccupazioni per il domani" vede le persone che sono troppo occupate a pensare a come dovranno affrontare il loro domani per vivere il loro presente, che il Signore identifica con la ricerca del Regno di Dio.
Per Gesù il Regno di Dio non è qualcosa che deve venire in un lontano futuro ma è qualcosa che è già qui presente, ora: "Interrogato poi dai farisei sul quando verrebbe il regno di Dio, rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare gli sguardi; né si dirà: "Eccolo qui", o "eccolo là"; perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi»." (Luca 17:20-21), ossia il credente non deve concentrarsi sul futuro ma vivere il presente, perché è il presente il tempo in cui tutti noi possiamo e dobbiamo agire.
Se non operiamo nel presente invano continuiamo a guardare al passato in cerca di risposte o cerchiamo nel futuro per trovare soluzioni; il Signore ci chiede di agire ora, di vivere la nostra vita nel presente ed operare senza pensare a cosa è stato o sarà, perché se non possiamo cambiare il passato perché ormai è passato, parimenti non possiamo costruire il nostro futuro se non agiamo ora nel nostro presente.
Allora cari fratelli in Cristo, impariamo questo importante insegnamento di Cristo e facciamolo nostro oggi stesso, ogni giorno, poiché il Signore ci ha insegnato che tutti i peccati commessi nel passato sono perdonati ai credenti e parimenti ogni necessità futura sarà soddisfatta direttamente dal Signore quando essa si presenterà, se solo accettiamo di vivere oggi nel suo Regno mettendo la nostra vita al suo servizio. AMEN